Quando gli amici ti insegnano a sognare al Teatro Agorà

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Quando gli amici ti insegnano a sognare al Teatro Agorà

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Solitudine, precarietà, amore, affetti sono i principali ingredienti della nuova commedia scritta dal Luca Giacomozzi. Ho imparato a sognare  è l’appropriato titolo che il giovane autore dà alla sua storia, portata in scena da quattro bravi attori: Stefano Scaramuzzino, Claudio Scaramuzzino, Martina Soffietti e Andrea Venditti, in scena al Teatro Agorà di Roma, fino a domenica 13 dicembre.

Quattro i protagonisti della storia, esperienze diverse, aspettative diverse e soprattutto sogni diversi. La vita di Bruno, infermiere a tempo indeterminato, si scontra con quella di Mirko, infermiere con contratto a tempo determinato. Una condizione lavorativa diversa che condiziona il loro modo di approcciarsi alla vita. Il primo, timido e impacciato, ha come uniche sicurezze il lavoro e il rapporto eccessivamente viscerale con sua madre; il secondo cinico e arrogante, vive alla giornata a causa dell’incertezza che il lavoro gli trasmette. Le loro esperienze portano i due protagonisti a sognare situazione diverse.

Le loro vite, dicevamo, si incontrano nelle corsie di un ospedale. Con loro lavora Michela, giovane e ingenua infermiera, portata in scena da una brava Martina Soffietti, follemente innamorata di Manuel. Anche i loro sogni sono diversi. Lui, portato in scena da un bravo Andrea Venditti, perfetto nei  tempi comici, desidera mandare avanti il suo locale per togliersi di torno gli strozzini; lei sogna una famiglia solida, diversa da quella che ha avuto.

Una storia semplice, raccontata con leggerezza, ma che certamente nasconde meccanismi più profondi: il rapporto con i genitori, le delusioni, l’importanza di un’amicizia vera priva di interessi. Questi elementi, seppur alla base della storia, vengono evidenziati da alcuni monologhi introdotti all’interno della pieces. Sono proprio questi i momenti più intesi del lavoro di Giacomozzi. Gli attori mettono a nudo le loro paure, le proprie rabbie e i loro sogni rompendo quella quarta parete ben tenuta alzata durante tutto lo spettacolo. Dai loro racconti emerge, inoltre, l’attualità della storia. I problemi che i quattro si trovano ad affrontare, sono le stesse identiche situazioni che la maggior parte della gente vive. La vicinanza al pubblico si percepisce in sala: applausi a scena aperta, risate e anche la commozione per il lieto fine delle loro vicende sono il modo in cui la platea manifesta l’approvazione a questo nuovo lavoro della compagnia.

Un nota di merito va anche ad Adriano Urso che ha curato le luci che sottolineano, quando serve, la profondità di quanto espresso dagli attori. Bravi, per tutto il corso dello spettacolo, i due Scaramuzzino. Claudio e Stefano, fratelli nella vita e ottimi compagni di scena sul palco, regalano credibilità e divertimento al testo. Uno spettacolo godibile perché non solo permette di passare una serata in compagnia ma anche di farsi trascinare da emozioni che toccano diverse sfere della quotidianità.

Martina Cotino

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