La commedia “Quando arriva?”, andata in scena dal 3 al 6 novembre al Teatro Studio Uno, è stata scritta e diretta da Ludovica Bei, una giovane autrice il cui ultimo successo teatrale è stata la pièce “Occupato”.
Lo spettacolo è un grottesco dialogo che coinvolge tutti noi esseri umani: fragili, soli e ironici.
I protagonisti di sono due giovani attori, Simone Giacinti e Andrea Standardi e lo spettacolo è pensato e ambientato nel cuore di Torpignattara.
Sul palco due amici: Mario e Gino.
Mario è nato e cresciuto a Torpignattara ed è figlio di un orologiaio, è un ragazzo con molte ansie che lo turbano e lo rendono irrequieto. Combatte continuamente con il tempo che passa.
Gino, un ragazzo normale, un commerciante e uomo di successo.
I due amici si incontrano davanti la “Pizzeria Kebab” tra via Casilina e via Torpignattara.
Mario è incuriosito sulla vita di Gino e su tutto il suo successo professionale.
I due iniziano una lunga conversazione fatta di litigi, risate e disperazione; dialoghi surreali e dai toni molto divertenti.
Mario è spinto da un istinto compulsivo nell’indagare la vera vita di Gino.
Lo spettacolo ha una grande energia
quanto le nostre fobie ci rendono fragili, ma allo stesso tempo infinitamente umani?
questa è la domanda principale che Ludovica Bei si è posta.
Scelgo di trattare il tema delle fobie, di creare questi personaggi così soli, quasi emarginati per la loro problematica, perché in questi ultimi anni, ho maturato la consapevolezza della profonda solitudine in cui siamo avvolti e quanto la stessa solitudine sia una condizione democratica che tiene tutti sullo stesso piano” sono con queste parole che la regista descrive il suo spettacolo.
Il pubblico è partecipe e coinvolto, disposto a pianta circolare per avvolgere gli attori e favorire l’abbattimento della quarta parete.
“Quando arriva?” è uno spettacolo che coinvolge: ti fa ridere, i continui battibecchi tra i due amici sono molto simpatici, ma ti fa anche molto riflettere, sull’ansia e l’angoscia del vivere e del male di vivere.
L’ansia, la malattia di questo secolo.
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