Presentato Note segrete, di Michele Bovi. Un’atmosfera che fa ancora battere il cuore

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Un posto speciale per la presentazione di Note segrete di Michele Bovi (Graphofeel), la trattoria Arlati, luogo – culto milanese di cibo e jam sassion, i cui muri cantano ancora le canzoni dei personaggi che l’hanno visitato, da Loredana Bertè a Mario Lavezzi, da Fabrizio De Andrè a Lucio Battisti, solo per citarne alcuni.

Note segrete

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Un libro che narra i rapporti tra musica e malavita e ricorda i tempi in cui la Beat Generation fu considerata pericolosa scatenando i servizi segreti di mezzo mondo al ritmo di “Gimme Some Lovin‘”.
Introdotto dal giornalista Giordano Casiraghi, l’incontro è stato moderato dal direttore di TV Sorrisi e Canzoni, Aldo Vitali.

Con l’autore ha dialogato a lungo del libro, un lavoro di ricerca accuratissimo dal punto di vista degli eventi, corredato da immagini rare dell’epoca.

Una carrellata di eventi

Incredibili gli episodi narrati: dal moderato Jimmy Fontana, collezionista d’armi, che acquistò una mitraglietta in seguito ritrovata in un covo delle Brigate Rosse e utilizzata per diverse stragi, alla storia di Joe Adonis, un pezzo grosso della mafia italo-americano, che curò a lungo in America le attività criminali di Lucky Luciano, con una grande passione. “Un cattivo che piange quando ascolta la musica” ricordano Michele Bovi e Aldo Vitali, ma anche uno dei maggiori sponsor della giovanissima Mina, definito da Dori Ghezzi “una delle migliori persone che abbia mai conosciuto”.

Intervengono anche il giornalista e generale a riposo della Guardia di Finanza Umberto Rapetto, consulente per Note segrete e Johnny Charlton della band The Rokes.

Un saggio che racconta un’epoca e il suo ritmo, non solo musicale, ma anche dell’animo. Lo si comprende meglio quando gli artisti salgono sul palco e, capitanati da Mal ripropongono alcuni pezzi che hanno fatto storia.

Ci sono anche Vince Tempera, Livio Macchia de I Camaleonti, Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik, il saxofonista Gabriele Comeglio, Gerry Bruno, fondatore de I Brutos e Roby Matano. Sono tutti bravissimi, “ma non è quello che importa” precisa il batterista de I Ribelli Gianni Dall’Aglio “ma lo spirito”.

E traspare immutato, da quel palco, potente, un suono che fa ancora battere il cuore.

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