Dimenticate per un attimo il Paolo Virzì di “Caterina va in città”o di “Ovosodo”, tanto per citare alcune delle commedie più note e riuscite del regista livornese.
Con la sua nuova opera, in uscita nelle sale italiane il 9 di Gennaio, conosciamo un nuovo Virzì e non ci dispiace affatto, anzi.
“Il Capitale umano”, questo è il titolo, è un film da vedere, di respiro internazionale per le sue origini americane e un gusto estetico vagamente francese. Profondo, mai banale, ben recitato e che cadrà a fagiolo dopo l’incetta di cine-panettoni in arrivo o già arrivati nelle sale.
Tratto dal libro omonimo di Stephen Amidon, scrittore con un passato da giornalista e critico cinematografico, la pellicola si giova del lavoro prezioso di due scrittori di cinema come Francesco Bruni e Francesco Piccolo, autori insieme al regista della sceneggiatura.
La trama nel nostro caso si sposta dal Connecticut alla Brianza. La storia ci parla delle velleità di un agiato immobiliarista brianzolo (un Fabrizio Bentivoglio, bravo ma forse un po’ caricaturale) pronto ad indebitarsi scriteriatamente per fare il grande salto.
Di una figlia, la splendida e davvero brava Matilde Gioli, “intrappolata” in trame più gradi di lei, mentre sembra aver trovato finalmente un amore vero.
Di una donna infelice che scoperchiando i sogni di gioventù, ci si attacca disperatamente. Una figura gentile e delicata la sua, eppure allo stesso tempo crudele come lo siamo quasi tutti quando ci sentiamo affondare e resa mirabilmente sullo schermo da Valeria Bruni Tedeschi.
Non ci sono sbavature o note stonate tra le interpretazioni e merita una lode quella di Fabrizio Gifuni alle prese con un personaggio insidioso e difficile da gestire.
Il suo Giovanni Berneschi, censurabile per molti versi, ha anche il merito di essere l’unico che si fa carico della “lussuosa baracca” in cui gli altri vivono agiatamente a dimostrazione che in questo film i colori ci sono tutti, non solo il bianco e nero e che ogni sfumatura va capita e interpretata, così come dovrebbe farsi sempre nella vita.
A completare un cast davvero superbo, compreso il convincente cameo di Bebo Storti, c’è una Valeria Golino nei panni della moglie psicologa dell’immobiliarista. Una sfida riuscita la sua, poiché non era per nulla semplice dare credibilità a un rapporto con un uomo, almeno sulla carta, così distante dal suo mondo.
Insomma, la storia c’è, gli attori pure, e il thriller che tiene sul filo anche.
Io non posso che invitare ad andarlo a vedere e la distribuzione, attesa in 350 copie (ma forse saranno anche di più), non potrà che agevolare!
Non ve lo fate scappare, noi italiani sappiamo ancora fare del buon cinema.