Giovedì 2 maggio Zhang Yimou riceverà il Gelso d’Oro alla Carriera sul palco del Teatro Nuovo.

Sara premiato con ii Gelso d’Oro alla Carriera anche ii produttore Chiu Fu-sheng.

Ci sono  molti  modi per iniziare un racconto.  E  il  racconto del  Far East Film Festival 26 inizia parlando il linguaggio dei numeri. Quest’anno la community fareastiana potrà ammirare 75 film (48 in concorso,  27 fuori concorso) provenienti  da 12 paesi.  Più  esattamente,  10 world premiere (incluse quelle dei classici restaurati), 22  anteprime  internazionali,  23  anteprime europee  e   17   anteprime  italiane.  Sul  fronte  degli  accrediti, restando in  tema di numeri, è stata  registrata  una  crescita del 24% rispetto al  2023:  la cifra complessiva, al momento,  è  di 1228  unità.  Oltre  250,  infine,  sono  le  richieste  ricevute  dagli studenti  di cinema provenienti dalle Università  di mezzo mondo (si  spazia dall’ltalia  al  Regno  Unito,  dall’Austria alla Slovacchia,  passando per Singapore e  l’Ungheria), a  dimostrazione di quanto sia alta  la soglia di attenzione anche  da parte dei fareastiani più giovani.

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Ci sono  molti  modi per iniziare  un racconto,  cosi come  ci sono  molti  modi per raccontare  una storia.  E la  storia del  Far  East  Film  Festival  26 è  rappresentata  dall’immagine  che porta  la firma  del graphic designer  Roberto Rosolin.  Ed  eccoci invitati  a  camminare  dentro  una città. Piccola  o grande non importa:  pub essere  Hong Kong, pub essere un puntino sulla mappa del Sudest asiatico.  Eccoci invitati a camminare, sfiorando lentamente con lo sguardo  le finestre delle case e dei  palazzi. Ogni finestra  contiene  una vita, ogni vita  contiene  una storia.  Piccola o grande non importa.  Perché tutte le storie aspettano solo di essere raccontate, ascoltate, condivise…

Il  desiderio  (ma  anche la  curiosità,  la  necessità,  l’obiettivo)  di cercare  nuove narrazioni e nuovi  narratori  è  il cuore pulsante  del  FEFF.  Non solo della ventiseiesima  edizione, dove saranno  testimoniati  gli orizzonti  attuali del cinema asiatico e, ancora  una volta,  ne saranno testimoniati  i  cambiamenti,  ma del FEFF nella  sua  interezza. Uno  sguardo  spalancato sull’Estremo  Oriente  che, dal  1999, si  misura  con  i    fronti  della  diversità  e   della distanza, oltrepassandoli,  e   con   tutte  le  declinazioni   dell’aggettivo  “inspiring”,  non  smettendo  mai  di approfondirle.

Se,   lo  scorso  anno,  il   festival  ha   documentato  le  conseguenze culturali  e commerciali post-pandemiche, disegnando  una  mappa  che toccava  14  paesi  dell’Asia, quest’anno  documenterà  i  segnali  di  un’industria generalmente  in ripresa, in movimento, animata  da espressioni  artistiche e da artisti  che spesso rappresentano (e  simboleggiano)  una cesura  tra  “prima”  e  “dopo”.  Molti giovani registi,  per esempio, stanno  portando  nelle sale una nuova poetica, una nuova visione, raccontando storie locali capaci di parlare a  un pubblico globale. E  il pubblico (globale) del  FEFF,  ne siamo certi, è già pronto ad ascoltarle.

COME DOVE QUANDO

Atteso a  Udine dal 24 aprile  al 2 maggio, nel quartier generale storico del Teatro Nuovo e negli spazi del Visionario, il  Far East Film Festival 26 darà vita a una full immersion lunga 9 giorni (proiezioni dalla mattina alla sera, talk,  rassegna stampa live quotidiana, dive e divi che sfilano sul red carpet, senza ovviamente dimenticare gli itinerari industry  di Focus Asia, gli itinerari giornalistici di Bambu,  gli itinerari didattici  del  FEFF Campus) e colorerà  d’Asia il cuore della città  (sono  oltre  100 gli eventi tematici in programma). Una vera e propria festa del cinema che trova specchio nelle parole dei main sponsor, Credifriuli e Amga Energia & Servizi.

«Siamo lieti di confermare il nostro sostegno al Far East Film Festival anche quest’anno – sono parole di Luciano Sartoretti,  presidente  di  Credifriuli  – come  abbiamo  fatto  negli ultimi 11 anni. Crediamo  fermamente  che questa  manifestazione  sia  motivo  di  orgoglio  per  Udine, la città  in   cui  abbiamo  sede   e  dove  abbiamo recentemente aperto una nuova filiale della nostra banca. Il festival porta con  sé una ricchezza di cultura e arte, trasformando Udine in un autentico crocevia asiatico, arricchendo la nostra comunità con suoni, colori e  musica dell’Estremo Oriente».

Commenta Albino  Belli, direttore di EstEnergy:  «Anche  quest’anno,  con   il  marchio Amga Energia &  Servizi, sosteniamo ‘con energia’ il  FEFF,  sempre attesissimo da pubblico ed esperti del settore, e  offriamo a  ospiti e protagonisti  del  festival  la  possibilità  di  muoversi   in  modo sostenibile,  grazie  alle  nostre  auto  elettriche brandizzate, ricaricabili in modo semplice e veloce nell’area parcheggio del Teatro Nuovo e in tutti i   punti Hera Ricarica della  città.  La  mobilità elettrica,  l’energia  verde, il  fotovoltaico  fanno parte  di un insieme di soluzioni per vivere concretamente  ogni giorno  l’economia  circolare  e  rappresentano  un nuovo  modello  di benessere sostenibile  che Hera vuole sviluppare  e  promuovere  in tutti  i   propri  ambiti  di azione,  come ben sintetizza  il claim del Gruppo:  ‘Con le tue scelte e le  nostre soluzioni, ~ incredibile quello che possiamo fare insieme’».

ZHANG YIMOU – UNA LEGGENDA A UDINE

Parlare di lui significa  parlare di una leggenda.  Parlare di lui significa  parlare  di due Leoni a Venezia, di un Orso a Berlino,  di un Grand Prix a  Cannes,  di tre  candidature  agli Oscar (e potremmo continuare  a  lungo).  Parlare  di lui significa  parlare del  gigante  che giovedì 2 maggio,  sul  palco del Teatro  Nuovo “Giovanni da Udine”, il Far East Film Festival 26 premierà con  il Gelso d’Oro alla Carriera: Zhang Yimou!

«Per noi – dicono di Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche,  responsabili del  FEFF – il cinema di Zhang Yimou non rappresenta  semplicemente  uno spazio in cui convergono arte,  bellezza   e grandezza:  per noi  rappresenta  due punti  di svolta  assolutamente  fondamentali.  Il   primo  ~  quello  di  averci  spalancato  gli  occhi  sulle  meraviglie cinematografiche  della  Cina continentale  quando eravamo  poco pi~  che ragazzi.  II  secondo  è  quello di essere stato  una  delle  scintille,  una delle  urgenze, dalle  quali  ha  poi  ha  preso vita  il  nostro  festival!  Ecco  perché consegnare  il  Gelso d’Oro a Zhang Yimou  rappresenta  qualcosa  che va  oltre  le  motivazioni  più  evidenti:  è  il nostro modo per dirgli “Grazie, maestro” e per restituirgli, simbolicamente, tutto quello che ci ha dato».

Nome di punta della  “Quinta Generazione”, celebre fucina creativa che rivoluzionò l’estetica degli anni Ottanta cinesi, Zhang Yimou ha  sempre portato avanti una visione libera e  totale del cinema, trovando nella spinta al cambiamento  il  proprio  segno di continuità.  Un cinema  che, senza  mai rinunciare  all’essenza  d’autore e  allo spessore  tematico,  ha  voluto  e  saputo  misurarsi  con  i  linguaggi  più  diversi,  ha  voluto  e  saputo  esprimersi attraverso i generi e, soprattutto, attraverso il superamento dei generi: dal dramma  rurale al wuxia, dal thriller in costume  al kolossal  high budget.  Un cinema  dove  le  storie  individuali  sono  state,  sono  e saranno  specchio (culturale, etico,  politico) della storia collettiva.

II  FEFF,   nel corso del tempo,  ha descritto più volte le sfumature dello sguardo di Zhang Yimou (sullo schermo di Udine  ricordiamo  Sorgo rosso, Under the Hawthorn Moon,  Cliff Walkers, Full River Red) e quest’anno lo farà presentando tre titoli:  il  thriller Under  the Light e le  versioni restaurate  di  Vivere!  e  di Lanterne rosse  (la proiezione  speciale di Vivere! aprir~  la Closing Night, subito dopo  la  cerimonia  di consegna del Gelso d’Oro). Zhang Yimou sarà inoltre protagonista di una masterclass mercoledi 1° maggio.

CINQUE CAPOLAVORI  DI CHIU FU-SHENG

Cos’hanno  in  comune  The  Mission  di  Johnnie  To,  Vivere!  e  Lanterne  rosse  di  Zhang Yimou,  II maestro burattinaio  e   Citt~  dolente  di  Hou   Hsiao-Hsien,   oltre  al  fatto  di essere i cinque  capolavori  che  tutti conosciamo?  Hanno  in comune  un produttore assolutamente  leggendario come  il  taiwanese Chiu  Fu-sheng, figura  unica nel  panorama  del  cinema asiatico del  secolo scorso,  e anche il fatto  di essere ormai  introvabili da interi  decenni.  Cinque capolavori  che l’Occidente  ha premiato  e venerato  (pensiamo  al Leone  d’Oro  per Città dolente, al Leone d’Argento per Lanterne rosse o alla marcia trionfale di Vivere! a Cannes).  Ed è qui che entra  in gioco il  Far  East  Film  Festival:  se Chiu Fu-sheng  ha deciso di restaurare i  cinque i  titoli,  partendo dai negativi originali,  sarà  infatti il FEFF 26 a  presentare in world premiere  Vivere! e Lanterne rosse.

La  notizia è stata annunciata  ufficialmente da Chiu Fu-sheng nel  corso di una conferenza stampa che si ~ svolta a  Taiwan  lo  scorso  luglio  e che  ha visto  partecipare  Sabrina  Baracetti  e Thomas  Bertacche,  profondissimi estimatori del suo talento e del suo lavoro.

Sempre  durante  la  conferenza  stampa, Baracetti  Bertacche  hanno  anticipato  un’altra  notizia  con  la  N maiuscola:  la consegna del Gelso d’Oro alla Carriera allo stesso Chiu Fu-sheng.  Consegna  che avverrà  sul palco del Teatro Nuovo durante il FEFF 26.

OPENING NIGHT

L’Opening  Night  di  mercoledi   24  aprile  viaggerà  tra   la  Cina  e  la  Corea   del  Sud  con due  anteprime internazionali.  II  compito di aprire  il  sipario toccherà  a  YOLO,   il  campione d’incassi che porta  la  firma  della famosa attrice comica Jia Ling (qui impegnata  nel doppio  ruolo di regista e di protagonista).  E  l’adattamento del cult giapponese 100 Yen Love, applaudito al FEFF nel  2015, e ruota  attorno a  una donna che, in modo del tutto inatteso, darà  una svolta alla propria vita indossando i guantoni da boxe.  Il secondo titolo della serata, Citizen of a Kind della  regista Park Young-ju,  è  invece  un’irresistibile  action  comedy  che ruota  attorno  a  una mamma single, disoccupata e vittima di fishing.  Riuscir~  la  nostra  non fortunatissima eroina, spalleggiata da un gruppo di amici, a inceppare gli ingranaggi di una pericolosa organizzazione criminale?

L’ONDA GIOVANE DELL’ASIA

Abbiamo  parlato di nuove narrazioni e di nuovi narratori.  E  l’onda giovane dell’Asia, giovane anagraficamente ma non solo anagraficamente, vede in prima linea  Nick Cheuk: classe 1988, gavetta d’alta scuola con Dante Lam e  Wilson  Yip.  La  sua opera  prima,  Time Still  Turns the Pages,  rappresenta  il  coronamento  di  un sogno  e racconta  di quanto sia difficile  per un bambino  affrontare  la competizione  in famiglia, a scuola,  nella vita.  Il film fa  parte della sezione Making Waves, organizzata dal FEFF con il Governo di Hong Kong (CreateHK), ed è uscito in  patria   lo   scorso   novembre   diventando  subito   un  caso:   il   pubblico   lo   ha letteralmente  adorato, rispecchiandosi  nelle feroci dinamiche sociali delle megalopoli  asiatiche.

È una giovane  autrice  anche Zhang Yudi, che vive  a   Pechino,  ha studiato  negli Stati  Uniti  e scrive  e dirige assieme a  un team di sole donne.  The Midsummer’sVoice ~ un film dove si racconta, delicatamente,  la storia di un ragazzino innamorato  dell’opera  cinese.  Lui  non è diverso dai suoi coetanei,  ama anche la  techno, ma si trova  presto  a  fare  i  conti  con il  primissimo segno  dell’adolescenza:  il  suo falsetto  inizia a  scomparire  piano piano, la sua voce inizia a cambiare, e prima di capire come affrontare nuovamente il canto… dovrà capire come affrontare la  propria sessualità.  Un racconto di formazione davvero unico!

Punta  invece  sui  colori  dei  sentimenti  e   della  nostalgia  il   romantic  drama  18×2 Beyond Youthful  Days, sorprendente coproduzione  fra Taiwan  e  Giappone. II  ruolo  principale  è stato affidato a  qualcuno  che tutti i fareastiani conoscono bene:  Hsu Kuang Han, che dopo l’esilarante ghost comedy Merry  My Dead Body (vista  a Udine  l’anno scorso) è diventato una vera  star.  Qui, Kuang Han interpreta  il suo personaggio due volte:  prima a 18 anni e poi a  36! E  non si pub fare altro che rimanere  catturati dall’autenticità e dalla profondità di un amore adolescenziale capace di rimanere  intatto nell’arco del tempo…

A proposito di sentimenti, strizza l’occhio a tanto cinema francese l’opera prima Mimang  del coreano Kim Tae• yang: i  dialoghi e le battute rendono  le strade di Seoul romantiche quasi quanto le strade di Parigi! C’è ben poco romanticismo, invece, nel futuro distopico di Motion  Picture: Choke, il primo (e unico) film muto giapponese di fantascienza prodotto finora!  Non ci troviamo sulle strade polverose di Mad Max e non ci troviamo nemmeno nell’et~  della pietra:  semplicemente,  non esistono  più la  civiltà   e  il  linguaggio  umano.  La  protagonista,  vestita come Wilma  dei Flintstones,  è Wada  Misa e sarà  ospite  del  FEFF:  una veterana  del  cinema  indipendente  che, con la sua interpretazione eccezionale, riesce a  divertire  il  pubblico e a farlo rabbrividire senza pronunciare una sola parola!

DA SEOUL A HONG KONG, DA TOKYO A MANILA

Com’è  successo in  Italia  con  la   micidiale  sequenza  Barbie-Oppenheimer-C’è  ancora  domani,  il cinema  ha bisogno di grandi incassi per lasciarsi dietro  le spalle l’incubo della pandemia. Emblematico,  in questo senso,   il caso della Corea del Sud.  Nonostante un pessimismo che sfiorava il disfattismo,  ha portato due titoli a superare i 10 milioni di spettatori  (e il prossimo successo sarà  The Roundup: The Punishment,  di cui parleremo  dopo):

12.12:  The Day  di  Kim  Sung-su,  thriller  politico ambientato  sullo  sfondo  del  golpe  militare del  1979,  e  un eccezionale horror  con demoni,  Exhuma, interpretato dal grandissimo  Choi Min-sik di Old Boy. Entrambi i  film saranno presentati al FEFF e al FEFF ritorneranno anche entrambi i registi!

Graditissimi  ritorni saranno anche quello  di Shiraishi  Kazuya, con lo spettacolare samurai movie Goban-giri, quello  di Jun  Lana,  con  la  divertente  commedia  degli  equivoci  LGBT  filippina Becky &  Badette  (la  nostra amatissima  Eugene  Domingo ~ Becky!),  quello  di Norris Wong, con il  film  musicale The Lyricist  Wanna Be,  e quello di Nick Cheung, l’inimitabile attore hongkonghese alla sua seconda  regia: Peg O’My Heart, affascinante e anarchico horror-thriller sulle strade dell’ex colonia britannica.

Restando  ancora  sulle  strade  di  Hong Kong,  ecco il   mago  Herman  Yau,  a   Udine  con  due action:  Moscow Mission  (cinesi  e  russi decidono  di allearsi  per annientare  un banda di ladri sulla Transiberiana!) e Raid of the Lethal Zone, dove gli interventi della polizia vengono complicati da una violenta e spettacolare alluvione.  E  poi? E  poi non dimentichiamo  l’epica  reunion  di Tony Leung Chiu-wai  e Andy Lau!  Se Infernal Affairs  è  il  cult  che tutti veneriamo, e che il FEFF ha regalato al suo pubblico  nel  2003, adesso ~ tempo di sognare ancora: ecco The Goldfinger, splendido  crime thriller che porta la firma di Felix Chong (si, certo, lo stesso Felix Chong di Infernal Affairs) e che il FEFF 26 presenter~ in collaborazione  con l’Emperor Group di Hong Kong!

NON FATE MAI ARRABBIARE DON LEE!

Il successo internazionale è arrivato nel  2016 con Train to Busan, l’entusiasmante zombie-disaster movie di Yeon Sang-ho,  ma il  FEFF e  la Tucker Film  avevano  già  iniziato  a  fare  il tifo  per lui  addocchiandolo  in The Good, the Bad,  the Weird di Kim Jee-won  (2009)  e  in The Unjust  (2011)  di Ryoo  Seung-wan.  Del resto,  come si potrebbe non fare  ii  tifo per il mitico  Don Lee?  Gli sono  bastati  pochi anni di carriera  e, titolo  dopo titolo,  blockbuster dopo blockbuster,  l’ex istruttore di MMA ha rapidamente scalato il vertice dello show-biz, diventando una delle icone  cinematografiche  più  amate dagli spettatori coreani e più conosciute  dagli  spettatori  occidentali (lo abbiamo anche visto debuttare a  Hollywood, sotto il segno della Marvel, con Eternals di Chlo~ Zhao)!

Se   Train  to  Busan  è stato  il   suo  turning  point,  è   stata  però  un’irresistibile  saga   poliziesca  a   segnare definitivamente  la  sua consacrazione  popolare  grazie al  personaggio dello  sbirro  spaccatutto  Ma  Seok-do (“Monster Cop” per gli amici).  Una saga che si ~ aperta nel  2017 con The Outlaws di Kang Yun-sung,  presentato a   Udine  nel  2018, e che ha poi generato  tre  capitoli  pullulanti  di cazzotti  e  di fragore  action:  The Roundup (2022), The Roundup: No Way  Out (2023) e, adesso, The Roundup: Punishment, prontissimo ad affrontare il pubblico  del  FEFF  26.  Ma  non  è  tutto:  per  la  gioia  del  fandom  italiano,  infatti,  la  Tucker Film  ha deciso di acquistare  l’intera  quadrilogia,  ampliando   un  catalogo  in  cui  Don  Lee  è ormai  di  casa  (oltre  ai film  citati all’inizio,  ricordiamo  anche lo splendido  noir The Gangster,  the Cop, the Devil)!

Classe 1971, radici coreane (il suo nome ~  Ma Dong-seok) e cittadinanza statunitense, l’eroe più manesco e più irascibile del nuovo cinema asiatico tempesterà di botte i  cattivi di The Roundup: Punishment ma saluterà la community fareastiana con un cordiale videomessaggio.

GREATEST HITS FROM 80s & 90s

Ogni storia  ha una data  d’inizio  e la  data  d’inizio  del  FEFF  è il  10 aprile  1999. Ogni  storia  prende vita  da una scintilla e la scintilla  del  FEFF ~ l’Udine  Hong Kong Film  del 1998. 0gni storia  e ogni scintilla, ovviamente,  hanno delle  radici  e   il   Far  East  Film  Festival  26  ha scelto  di  portare  avanti  Greatest  Hits  from  ’80s  e  ’90s,  un appassionante  racconto  iniziato  l’anno scorso.  Cos’e successo in Oriente tra la fine degli anni  Ottanta  e l’alba del nuovo millennio? Com’era, al tempo,  lo scenario del cinema  coreano,  oggi cosi amato e frequentato dal pubblico  occidentale? Come ha preso forma il terreno fertile da cui sono germogliati i  filmmaker giapponesi? Insomma:  com’era  il   FEFF   prima  del  FEFF?   La   retrospettiva  messa a   punto  per  la  ventiseiesima  edizione risponder~  a   tutte  le  domande   attraverso  una  selezione  di  14  titoli.  14  radici  artistiche  e  geografiche accuratamente selezionate tra molte pietre miliari e altrettanti capolavori. Quei capolavori  nascosti che hanno sempre brillato silenziosamente, come le canzoni pubblicate sul lato B dei vecchi 45 giri. ..

Sarà  l’occasione  per scoprire,  o ritrovare,  anche il  capolavoro  di Tony  Bui  Three Seasons,  ciò il  primo film vietnamita uscito negli Usa dopo l’embargo.  Una poetica  riflessione sul passato, sul presente e sul futuro della città di Saigon che vede tra  i  protagonisti il grande Harvey Keitel.

50/50 KOREAN FILM ARCHIVE

In  occasione  dell’anniversario  della  nascita  del  KOFA  (Korean  Film Archive di Seoul), Udine  sarà  la  prima dimora per un pacchetto di 7 incredibili film coreani degli anni ’50. 7 autentiche perle del  passato, rinate in 4K, che includono  anche il  seminale  Madame Freedom (1956) e The Widow (1955), il  primo  film  diretto  da una donna nella storia del cinema coreano!

FEFF ONLINE

Supportato, come sempre, da MYmovies, il FEFF offrir~ anche quest’anno una preziosa selezione di titoli online per l’intera durata del festival: il numero dei film verrà annunciato a  breve insieme alle istruzioni per l’uso.

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