In costante ricerca dell’essenziale, la musica di Giovanni Neve è un chiaro manifesto di semplicità. “Premi Play” è un lavoro dal gusto allegro e con sfumature tropicali, ma anche malinconico e vicino alla musica d’autore più recente, arricchito di venature electro pop e atmosfere cariche di energia. Con la sua voce chiara e limpida che resta impressa all’ascolto, Giovanni Neve ci regala undici brani che incarnano a pieno la sequenza fotografica della vita. È un piacere aver avuto l’occasione di intervistarlo.
1) Il primo disco è sempre indimenticabile, come ti senti e come hai festeggiato?
Sono veramente felice e soddisfatto che abbiamo raggiunto questo primo piccolo traguardo. Il giorno dell’uscita abbiamo festeggiato e brindato tra amici, una roba easy.
2) Con il tuo debutto nel 2021, il tuo background potrebbe ancora non essere conosciuto da tutti. Cosa puoi dirci di te e dove nasce la tua passione?
La passione per la musica c’è da sempre nella mia vita e l’ho affiancata per molto tempo a quella dello sport, infatti fino a poco tempo fa ero un giocatore semiprofessionista di calcio, quando poi un infortunio mi ha fermato sul più bello, mi sono dedicato interamente alla musica e da lì sono nate cose altrettanto belle.
Giovanni Neve è un ragazzo semplice, un grande sognatore innamorato dell’amore e di tutte le cose che nascono dall’amore per un ideale, per una donna, per qualsiasi cosa. Amare è la vocazione della mia vita.
3) “Premi play” è il pezzo che dà il titolo al tuo disco, cosa rappresenta per te?
Premi Play è il pezzo che mi ha fatto risorgere dalle ceneri di una storia finita male, è un brano che mi ha dato una consapevolezza artistica non indifferente e rappresenta per me un punto di un nuovo inizio, da lì ho ricominciato ad amare.
4) Nell’ascolto del disco, possono essere colte molte fonti di “contaminazioni” musicali. Come si muove generalmente il tuo processo creativo per includere un così ampio raggio di suoni?
Essendo io un suonatore di chitarra butto giù le prime idee sempre chitarra e voce, poi una volta in studio riportiamo il tutto chitarra, voce e pianoforte. Una volta arrivati a quel punto ragioniamo bene insieme, io e il mio produttore, su quale carattere deve avere il pezzo e ci muoviamo di conseguenza, anche a seconda delle parole scritte per quel brano.
Per “Premi Play” abbiamo deciso di usare i suoni classici e sporcarsi un po’ con quelli contemporanei creando così un connubio interessante e di sicuro autentico, se devo identificare un suono a cui sono più legato tra quelli utilizzati è quello del MOOG.
5) Per concludere, cosa speri per il tuo futuro e quali progetti hai già in cantiere?
Nel futuro ci sono ancora tante canzoni da far uscire a cui stiamo già lavorando, ma che per adesso teniamo ancora in cantiere. Ora come ora ci stiamo dedicando totalmente alla promozione dell’album e speriamo di farlo arrivare a più gente possibile, perché più gente lo ascolta e più saranno le possibilità che possa piacere.
Matteo Lucchi