Pino è quella voce che attraverso la sua musica trasformò Napoli nella metafora del mondo. Per questo chiunque trova un po’ di se in quel blues
Tanti sono gli artisti e gli amici coinvolti nel grande tributo dedicato a Pino Daniele che si terrà domani sera al San Paolo di Napoli. Sul palco si alterneranno Alessandra Amoroso, Biagio Antonacci, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Mario Biondi, Francesco De Gregori, Tullio De Piscopo, Elisa, Emma, Tony Esposito, Giorgia, J-Ax, Lorenzo Jovanotti, Fiorella Mannoia, Gianna Nannini, Eros Ramazzotti, Ron, Tiromancino, Giuliano Sangiorgi, James Senese, Antonello Venditti, Gigi De Rienzo, Rosario Jermano, Agostino Marangolo, Ernesto Vitolo, Clementino, Teresa De Sio, Enzo Gragnaniello, Irene Grandi, Il Volo, Nuova Compagnia Di Canto Popolare, Raiz, Massimo Ranieri, Red Canzian, Francesco Renga, Paola Turci e Ornella Vanoni. Rai 1 trasmetterà in diretta l’evento.
Pino, un’icona della scena partenopea e non solo. Indimenticabile il suo graffiante rock blues, la sincerità, il suo modo di dare del tu al pubblico come se fosse una persona sola.
Pino, un uomo entrato nel cuore di chiunque abbia conosciuto lui e la sua musica.
Pino Daniele, un artista venuto dalla strada. Quella strada che gli insegnò che la musica sarebbe stata “il codice” per riuscire a tirar fuori ciò che aveva da dire.
Una musica nata per far divertire i musicisti, perché composta ed arrangiata da musicisti.
I dischi fatti con signori artisti James Senese, Gigi De Rienzo, Agostino Marangolo, Ernesto Vitolo, Rosario Jermano, Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo.
Nomi che solo a pensarli viene la nostalgia di ciò fu il panorama musicale italiano.
Quanti oggi, sentendo la necessità di raccontare una città in movimento dal centro alle periferie, titolerebbero un album “Vai Mo”?
A quanti oggi, alla fermata dell’autobus, verrebbe l’ispirazione per scrivere un testo di protesta come “Na tazzurilla de cafè”?
Nel pentagramma, insieme alle note, Napoli con il suo splendore e le sue contraddizioni.
Un’operazione che ebbe come risultato quello di portare nelle classifiche musicali quel dialetto del popolo, sdoganandolo definitivamente. Un modo per dare spazio alle mille voci della città, dal Vomero a Scampia. Ma che si tradusse in molto di più. Infatti, portò la gente a riconoscersi in quei testi o a comprendere meglio le realtà a cui quei testi facevano riferimento.
Contesti che facevano da sfondo a grandi emozioni che nel tempo hanno portato la gente a riempire le arene e gli stadi. Tutti a sentire il grande Pino Daniele.
Dopo di lui non esiste più Napoli, esiste solo Napule e’
E vivrò, si vivrò tutto il giorno per vederti andar via cantava Pino, e domani sera quello che cercheremo di fare, chi sul palco, chi tra il pubblico, è di tentare di trattenerlo ancora un po’ con noi perché ne abbiamo ancora bisogno e, mai e poi mai, avremmo voluto vederlo andar via quel gran genio nero a metà.
Domani sera i mille colori di Napoli ritroveranno la loro voce.