Il giovane artista milanese Pico Rama pubblica ‘Locura’, il suo terzo cd e si racconta, tra esoterismo e misticismo, alla redazione di La Nouvelle Vague Magazine. Reggae, hip hop e dub: il figlio primogenito di Ruggeri abbraccia diversi generi musicali e ci propone, tra le altre tracce, la cover di ‘Dall’altra parte del cancello’ dell’immenso Giorgio Gaber.
Siamo canali tra il cielo e la terra, ma siamo pieni di m…
Senza mezzi termini Pico Rama sceglie, per lanciare il suo terzo nuovo album ‘Locura’, la traccia ‘Regali del divino (Merda)’ e arriva – oh sì, che arriva! – e ti spiazza, raccontandosi a ruota libera, sottolineando il suo senso di libertà creativa. “Tutto il disco parla di espansione della coscienza”, spiega il poliedrico artista’, “ l’unico vero lavoro spirituale è quello che va a lavorare sulla merda, non sulla luce. La luce possiamo accoglierla e sentirla, facendola passare attraverso i nostri canali, il problema è che siamo ostruiti di merda, di meccanismi psicologici, di cose che non ci appartengono”.
Dove è stato girato il videoclip?
A San Lorenzo di Peveragno, nei pressi di Cuneo, dove vivono alcuni membri della mia Famiglia di Luce. Ho trascorso tre giorni molto intensi con loro, è stata un’ennesima, bellissima esperienza.
Il secondo singolo “L’idea della mortalità’ è uscito da pochi giorni e ha messo subito tutti d’accordo.
Sì, perché non contiene … parolacce quindi è di sicuro più radiofonico del primo (ride; ndr). E’ il pezzo più pop dell’intero album anche se ci ho dato dentro con il testo, parlando di angoscia e di decomposizione. Il video è da oggi sul canale you tube.
Perché hai scelto di inserire in ‘Locura’ tre cover? Come le hai scelte?
In questo nuovo lavoro mi sono spostato dalla mente al cuore, per questo motivo ho fortemente voluto interpretare brani che amo moltissimo e ho scelto ‘Estrellita Divina’ – un canto sciamanico – ‘Nuevo Horizonte’ dei Kirtan Reggae e la ballata ‘Dall’altra parte del cancello’, un bellissimo pezzo di Giorgio Gaber del 1973 (contenuta nel cd ‘Far finta di essere sani’; ndr) .
Hai mai incontrato Gaber?
Purtroppo no, ma era un carissimo amico di mio nonno materno. In casa di artisti ne sono passati tanti, gli stimoli creativi non sono mancati.
Pico, cosa apprezzi maggiormente di te?
Il sapermi mettere costantemente in discussione, il riuscire a ‘osservarmi’ 24 ore su 24. E’ molto difficile, ma fondamentale.
Cosa ti ha spinto a partecipare al reality ‘Pechino Express’?
Ero un fan del programma e amo viaggiare. Non potrei partecipare ad altri reality: soffocherei.
Potrebbe poi sembrare poi un vizio di famiglia, cantare e condurre, ma … come ti vedresti al timone di un programma?
Uno sui viaggi, perché no? Magari insieme all’amico Yari (Power, che nel cd suona la chitarra e canta in un pezzo; ndr) con il quale ho legato parecchio, mentre partecipavamo a ‘Pechino express’.
Hai viaggiato tanto: perché non hai mai aperto un blog?
Hai ragione, perché in effetti ho visitato luoghi meravigliosi e sarebbe stato interessante, ma sono troppo pi..gro!.
Quanto tempo dedichi ai tuoi dreadlocks e quanti tattoo hai?
Ho la fortuna di avere dei capelli afro al 100%, ho preso da papà (… quando li aveva!) e li sistemo una volta all’anno. Crescono cosi da quasi otto. E per combinazione sono otto, anche i miei tatuaggi che, come si narra in tante culture primitive, credo abbiano un potere magico. Alcuni dei miei calibrano il lato maschile con il femminile, altri sono simboli alchemici. Il più evidente è quello che ho sul collo: l’ho fatto in Columbia ed è legato alla memoria di una vita precedente.
Cosa ami fare, quando non ti dedichi alla musica?
Coltivo tantissimi interessi, ma quando mi voglio rilassare veramente, mi diverto con i videogiochi di ruolo.
Qualche sport?
Spada giapponese.
Che musica ascolti?
Dalla classica alla più tamarra, ma anche progressive e molto rap. Amo parecchio Dargen D’Amico.
Parliamo di Sanremo 2016: ci sarà anche tuo padre tra i big in gara: ti divertirebbe accompagnarlo nella serata dei duetti?
Mi piacerebbe, perché no! Ho un buon rapporto con lui e per me è sempre stato un ottimo stimolo, dal punto di vista musicale.
La canzone che preferisci del suo repertorio?
‘Sepolti vivi’ del periodo più punk, con i Decibel.
Chiudiamo parlando della tuo tour.
Partirò nel gennaio del 2016, ma in questo periodo sono ‘on the road’ in acustico, accompagnato dal mio chitarrista Marco Montanari. Probabilmente ci beccherete nell’ultima settimana di dicembre, nelle vie del centro di Milano. Vi aspetto?