Il libro (136 pagine, Edizioni Mimesis nella collana “Filosofie”) giunto alla seconda edizione, si arricchisce di un ulteriore sviluppo ponendo in luce alcuni nuovi aspetti sulle ricerche condotte dall’autrice, e condotte successivamente su una parte dei temi già affrontati nella prima pubblicazione.
Diviso in due parti, “fondamenti teorici di una filosofia della danza” e “la danza, il pensiero, l’invisibile” si avvale di una trattazione tematica che affronta con chiarezza esplicativa i diversi capitoli, per concludere con una ricca bibliografia.
È indubbio che la danza sia un’arte vivente dei corpi. Questo dato di per sé evidente, tuttavia, non basta a conferirle lo statuto di un’attività che si esaurisce nella costituzione corporea.
Considerando il processo di rottura con la tradizione che la svincola dall’etichetta di arte d’evasione e la inscrive nelle svolte più rilevanti del XX e del XXI secolo, è possibile sostenere che, a un livello più profondo, la danza non muove solo il corpo.
Essa, potremmo dire, è un corpo che è più del corpo. È l’arte di farne intravedere la dimensione originaria, di muoverne il suo stesso essere: la “chair”.
Attraverso l’originale elaborazione che di questa nozione dà Merleau-Ponty, il testo propone una filosofia della danza attraverso una “filosofia della ‘chair,’” allo scopo di ricollocare la danza nell’evoluzione stessa dell’arte e delle arti nella loro relazione con il pensiero.
L’autrice Caterina Di Rienzo è PhD in Filosofia e Teoria delle scienze umane. Oltre che di estetica francese, si occupa di filosofia della danza e di temi inerenti all’arte, al corpo e alla natura. Ha pubblicato saggi e monografie. Ha svolto e svolge moduli di estetica e di filosofia della danza in varie università italiane. È redattrice “freelance” e caporedattore della rivista “Ágalma”. Parallelamente, svolge l’attività artistica di danzatrice e coreografa. Un doppio ambito che segna la direzione della sua ricerca e della sua poetica.