Tra pittori di oggi e di ieri.
La pittura rimane nel tempo, non ha una collocazione temporale
e noi tra un ricordo di Rembrandt e scorci dello studio di Cezanne ammiriamo l’arte di oggi e di ieri.
Alla galleria d’arte del St. Stephen’s cultural center Foundation fino al 22 Novembre saranno esposte le opere di Paolo Damiani in una mostra dal titolo “Interni&Ritratti”, a cura di Agnès Martin.
“Interni” perché l’artista ci mostra, in una serie di dipinti, gli atelier di pittori famosi come Cezanne, Bacon, Giacometti e Lucien Freud.
Insieme a Damiani entriamo nelle stanze più private di questi artisti. Sono luoghi che hanno lasciato spazio alla creatività, si sono piegati alle indoli più eclettiche e hanno accolto grandi creazioni.
Nel grigio di questi studi si sprigionano le sensazioni dei pittori che in un caos di colori e pennelli danno forma alle opere d’arte.
Damiani ha voluto rappresentare la parte intima e nascosta dei grandi. Tra tubetti di colore, sparsi qua e là, ha cercato di rintracciare la loro anima, di cogliere quell’immaginazione racchiusa nei quadri che ancora ammiriamo.
Un percorso inusuale per un pittore ritrarre il momento dell’esecuzione di un’opera di altri, ma non per questo meno interessante.
Nell’osservare i quadri di Damiani entriamo con lui in questi luoghi suggestivi.
Ci attraggono perché sono spazi in cui la forza delle idee e dell’immaginazione dei grandi si è abbattuta sulla tela dando vita all’arte.
“Ritratti” è il secondo ciclo di questo percorso. Anche qui Damiani si volta indietro. Questa volta verso i dipinti di famosi pittori che riprende a suo modo, li rilegge con i suoi occhi e aggiunge ciò che sente senza intaccare la classicità di fondo delle opere che analizza.
Sono ritratti del Cinquecento, Seicento e Settecento in una visione nuova e attuale dell’artista, per non farci dimenticare che la pittura non è ancora morta come tanti artisti dicono, ma rivive ogni giorni tra le mani di appassionati pittori.
Damiani vuole impressionare con un’arte senza tempo, come giustamente egli stesso afferma.
La pittura rimane nel tempo, non ha una collocazione temporale
e noi tra un ricordo di Rembrandt e scorci dello studio di Cezanne ammiriamo l’arte di oggi e di ieri, meravigliandoci tutt’ora davanti ad un quadro.