Otello, di precise parole si vive. Lella Costa in tournée in Friuli Venezia-Giulia

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Lella Costa in Otello

Di precise parole si vive” è un verso del brano Discanto di Ivano Fossati che Lella Costa ha scelto per completare il titolo del “suo” Otello, spettacolo che torna sul palcoscenico in una versione rivisitata a quasi un quarto di secolo dalla prima messinscena.

La drammaturgia di Otello, di precise parole si vive è firmata a quattro mani da Lella Costa e Gabriele Vacis, fresco di premio Hystrio 2024, il quale ne cura anche la regia. La “scenofonia” è di Roberto Tarasco.

Lo spettacolo sarà ospite in sei teatri del Circuito ERT. La tournée in Friuli Venezia Giulia partirà oggi, martedì 12 novembre, dal Teatro Maurensig di Tavagnacco per la stagione di prosa realizzata con la Fondazione Luigi Bon, proseguirà mercoledì 13 novembre al Teatro Benois-De Cecco di Codroipo, giovedì 14 novembre all’Auditorium Centro Civico di San Vito al Tagliamento, venerdì 15 novembre al Nuovo Teatro Lavaroni di Artegna, sabato 16 novembre all’Auditorium Biagio Marin di Grado, e si concluderà domenica 17 novembre al Teatro Verdi di Muggia.

Tutte le serate avranno inizio alle 20.45, con l’eccezione di Tavagnacco, dove il sipario si alzerà alle 20.30, e Muggia, dove il “chi è di scena” verrà dato alle 17.30. La drammaturgia dello spettacolo è firmata a quattro mani da Lella Costa e Gabriele Vacis, il quale ne cura anche la regia. La “scenofonia” è di Roberto Tarasco.

La forza dei grandi autori è che i temi, le storie e i personaggi che compongono le loro opere sono senza tempo, continuano a parlarci, anche a distanza di secoli, e spesso ci aiutano a capire chi siamo e cosa ci sta accadendo oggi. Quando ci si trova di fronte a una storia perfetta, non ha forse senso inventarne un’altra per dire le stesse cose: è quasi un dovere continuare a raccontare proprio quella. Ecco perché Lella Costa e Gabriele Vacis hanno scelto di riproporre Otello di William Shakespeare per raccontare un tema, quello del femminicidio e del patriarcato, che più attuale non potrebbe essere.

Nell’Otello c’è una trama folgorante, il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi (un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso
e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole), per questo dobbiamo continuare a raccontare e ascoltare questa storia

Non è la prima volta che Lella Costa affronta il tema della violenza di genere. L’artista milanese ha fatto parte del cast dello spettacolo Ferite a morte di Serena Dandini.

Lella Costa debutta in teatro nel 1980 con il primo monologo, scritto da Stella Leonetti, Repertorio, cioè l’orfana e il reggicalze. È l’inizio di un percorso che la porta a frequentare autori contemporanei, lavorare in radio, avvicinarsi al teatro-cabaret e diventare una delle più rinomate attrici italiane. Tra i vari lavori messi in scena, ricordiamo il primo spettacolo di cui è anche autrice, Adlib (1987), Magoni (1994) con le musiche originali di Ivano Fossati, Stanca di guerra (1996) scritto con la collaborazione di Alessandro Baricco, Un’altra storia (1998) con la regia di Gabriele Vacis, Alice, una meraviglia di Paese (2005) e Amleto (2007). Nel 2009 debutta con Ragazze, nelle lande scoperchiate del fuori. Nella pièce Arie (2011) conferma la sua predilezione per il monologo, mentre nel 2014 recita insieme a Paolo Calabresi nella commedia Nuda proprietà, scritta da Lidia Ravera e diretta da Emanuela Giordano.

Nel 2016 scrive con Marco Baliani, che ne cura anche la regia, lo spettacolo Human che indaga il significato profondo del termine umanità.
All’attività teatrale affianca significative partecipazioni a trasmissioni radiofoniche e televisive e porta avanti un costante impegno civile.

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