Oscillazioni
La vita è una continua oscillazione alla ricerca dell’equilibrio.
Una significativa riflessione sull’attualità, sui tormenti dell’animo umano, sulla paura e sul senso di inadeguatezza dell’individuo nell’affrontare situazioni e assumersi le proprie responsabilità.
La vita è una questione di conti che si fanno prima o poi con se stessi.
Sono questi i temi dello spettacolo Oscillazioni , interpretato da Daniele Tammurello.
Un ragionamento a voce alta, nelle vesti di un uomo di età matura, affrontato con carta e penna alla mano e sigaretta accesa. Ma non è solo una questione di numeri, a sostegno ci sono parole di pessimismo che includono l’impossibilità ad amare, parole che non vedono futuro e che si fanno sempre più incalzanti in un crescendo rabbioso mostrandone le dovute ragioni.
Una moglie abbandonata da sette anni e un figlio non riconosciuto, ma la vita è una questione di libertà, basata su scelte di cui il “no” ne è parte e la massima espressione. Una concezione questa, su cui si incentra la visione di famiglia come trappola: figli che uccidono genitori, genitori anziani messi nei “trapassatoi” (case di riposo), matrimoni e famiglie costruite con l’inganno, coppie senza figli la cui assenza viene sostituita da animali domestici, principalmente cani, in cui non si distingue se è il cane ad essere umanizzato o è la coppia ad essere caneizzata.
Oscillazioni è un monologo coinvolgente in grado di catturare l’attenzione del pubblico sin dalle battute iniziali con l’ausilio di minimi ma efficaci elementi di scena, adeguati a delineare lo sviluppo della narrazione, fino al momento in cui il protagonista guardandosi allo specchio riconosce nel figlio i suoi stessi lineamenti e somiglianze: stesso viso, stesso naso, e “stessi” occhi.
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