Oscar W:Il genio maschile nel corpo di donna

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di Francesco Raducci

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Portare in scena la vita e le opere di uno dei mostri sacri della letteratura e della cultura mondiale  può rivelarsi molto spesso una trappola, se a portarla in scena è poi una donna, un artista, un attrice e scrittrice il rischio diventa ancora più alto soprattutto a causa di pregiudizi e stereotipi presenti nella nostra testa.

La casa delle culture ha osato, vincendo con forza ed eleganza attraverso Oscar W, ritratto a tutto tondo del genio inglese. La parabola discendete dell’uomo e dell’artista Oscar viene sviscerato e analizzato in maniera puntuale, vivace e energica dall’interpretazione a dir poco appassionata, vera, sfaccettata di Mariagrazia Torbidoni che ha curato anche la drammaturgia in collaborazione con Andrea Onori regista della piece.

Mariagrazia Torbidoni si cala benissimo nei panni di un personaggio maschile pur conservando la sua femminilità.  Tecnica, voce, energia,  corpo. La Torbidoni da vita ad un Wilde artista, genio decadente, ironico, drammatico, in cui l’arte, le opere e il vissuto si mescolano con sapiente eleganza. Emerge soprattutto  un Wilde molto umano alle prese con la passione e l’amore. Fragilità, eccesso, genio, sregolatezza, drammaticità, ironia, solitudine, saccenza, distacco, superiorità intellettuale. Tutte emozioni che arrivano al pubblico attraverso la voce e il corpo di una donna, che in alcuni punti della piece riesce a trascendere dalla fisicità stessa dell’attrice.

La recitazione e il testo ben scritto e fluido nonostante l’estrema complessità del narrato sono vivacizzati e ritmati da un bellissimo disegno luci, accurato nelle tonalità e nel sottolineare lo spazio e da una scenografia semplice ma nel contempo geniale. Tutto si trasforma con pochissimi movimenti di scena, lavagne che diventano paraventi tappezzati  come sfondi di salotti inglesi, oggetti di scena che si animano diventando quasi personaggi. Tutto è studiato con molta cura. La lunghezza della piece non risulta essere un problema in quanto l’energia rimane sempre costante permettendo allo spettatore di non distrarsi mai e di seguire con molto interesse e pathos la vita del genio Wilde.

Oscar W è uno di quegli spettacoli che esce dalla mediocrità, la rompe con una voce nuova ed energica, seppur molto equilibrata. Uno spettacolo che evidenzia e sottolinea  come non mai in questi tempi di crisi  così beceri per la cultura e per l’arte come in realtà si stiano sviluppando nuove forme e nuovi stili, nuove drammaturgie che meriterebbero una diffusione più vasta e un dovrebbero incoraggiare nuove voci e nel contempo un sapiente passo indietro da parte di addetti ai lavori che non osano e non vogliono osare, non hanno coraggio prediligendo testi e situazioni “vecchie, stantie e appiattite”. Il Teatro italiano vuole e  può rinascere.

Francesco Raducci

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