Si è svolta la scorsa notte a Los Angeles la 95esima edizione dei Premi Oscar. Nel corso del 2022 il pubblico è finalmente potuto tornare al cinema, con più frequenza e con meno restrizioni legate alla pandemia, e proprio per questo motivo l’edizione degli Academy Awards 2023 era particolarmente attesa.
Quella degli Oscar 2023 è stata una cerimonia emozionante e che ha immancabilmente regalato momenti di cui discuteremo per tutta la settimana. È anche vero però che quest’anno i momenti di puro “spettacolo” (come il famoso schiaffo di Will Smith a Chris Rock nell’edizione del 2022) sono mancati rendendola una serata molto più sobria.
Oscar 2023: i vincitori
Vincitore indiscusso della serata è Everything Everywhere All at Once per la regia di Daniel Kwan e Daniel Scheinert con ben 7 statuette vinte su un totale di 11 nomination. Le categorie vinte, oltre all’ambita Miglior film, sono: Miglior regista, Miglior attrice protagonista (Michelle Yeoh), Miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan), Miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis), Migliore sceneggiatura originale, Miglior montaggio. È un film che difficilmente si può inserire in una categoria precisa, ci sono avventura, azione, fantascienza, dramma familiare, tematiche Lgbt, ironia, storie d’amore e soprattutto un forte interesse per il fenomeno del metaverso. Il film tornerà nelle sale cinematografiche da domani.
Subito dopo segue Niente di nuovo sul fronte occidentale di Edward Berger, con ben 4 statuette nelle categorie di Miglior film internazionale, Miglior scenografia, Miglior fotografia, Migliore colonna sonora originale. Il film è un adattamento tedesco del romanzo di Erich Maria Remarque e narra le storie di alcuni giovani soldati durante la Prima guerra mondiale. Un film toccante e antimilitarista (non ne abbiamo mai abbastanza). Lo trovate su Netflix.
Brendan Fraser vince invece come Miglior attore protagonista con il film The Whale segnando così il suo ritorno sotto i riflettori dopo un lungo ritiro. “Sono tornato in superficie” ha dichiarato emozionato l’attore che il pubblico è stato davvero felice di rivedere su uno schermo (e su un palco) dopo un silenzio durato decenni.
The Whale vince anche il premio Miglior trucco e acconciatura. Nel film Fraser ha dovuto indossare una tuta prostetica che aumentava il suo peso di 130 chili e richiedeva sei ore di tempo per essere indossata.
Il premio per i Migliori effetti speciali va senza troppa sorpresa ad Avatar – La via dell’acqua che si classifica come il film più visto dell’anno. Avatar non brilla per originalità di trama o di tematiche, ma questo film ha in sé tutto il potere e la magia del cinema come immaginazione, come sogno, come viaggio. È il film che ha attirato il maggior numero di persone nelle sale cinematografiche e che per 3 ore ha regalato la possibilità di fuggire dalla quotidianità per vivere un’emozionante avventura su Pandora.
Il premio per il Miglior film d’animazione va invece a Pinocchio di Guillermo del Toro, regia di Guillermo del Toro e Mark Gustafson. Premio meritatissimo ad un film d’animazione che mi azzardo a definire un capolavoro.
Ecco nel dettaglio gli altri premi:
- Miglior sonoro Mark Weingarten, James H. Mather, Al Nelson, Chris Burdon e Mark Taylor per Top Gun: Maverick
- Migliore sceneggiatura non originale Sarah Polley per Women Talking – Il diritto di scegliere
- Migliori costumi Ruth E. Carter con Black Panther: Wakanda Forever
- Miglior documentario Navalny, regia di Daniel Roher, Odessa Rae, Diane Becker, Melanie Miller e Shane Boris
- Miglior cortometraggio documentario Raghu, il piccolo elefante, regia di Kartiki Gonsalves e Guneet Monga
- Miglior cortometraggio An Irish Goodbye, regia di Tom Berkely e Ross White
- Migliore canzone originale Naatu Naatu (musiche di M. M. Keeravani; testo di Chandrabose) per RRR
- Miglior cortometraggio d’animazione. Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo, regia di Charlie Mackesy e Matthew Freud
Pinocchio di Guillermo del Toro
Quest’anno sono molti i film interessanti che meritano di essere visti, non solo tra i vincitori, ma anche tra tutti i candidati rimasti senza statuetta. Personalmente mi sento di mettere l’accento su una categoria che spesso non ottiene l’attenzione meritata, ossia quella dell’animazione.
Pinocchio di Guillermo del Toro è un film d’animazione prodotto con la tecnica dello stop-motion (come, ad esempio, in Nightmare before christmas) che ambienta la classica storia del burattino Pinocchio al tempo del fascismo. Una storia emozionante che affronta tematiche come il lutto, l’insensatezza della guerra, la religione, la ricerca di sé. Una fiaba dark ma allo stesso tempo dolce e commovente. Ma ciò che rende il Pinocchio di Del Toro davvero speciale è la maestria e la cura con la quale è stato gestito il comparto tecnico. Il film ha infatti richiesto lunghi tempi di produzione, più che giustificati dall’eccellente risultato. Questa pellicola è una perfetta rappresentanza del filone dell’animazione non solo come prodotto che punta ad un pubblico di bambini, ma come possibilità espressiva del mezzo audiovisivo a tutto tondo.
Toccanti le parole di un commosso Guillermo del Toro che ritira la statuetta: “l’animazione è cinema, non si tratta solo di un genere. L’animazione è pronta a fare un passaggio in più, e ad andare alla fase successiva della sua evoluzione. Vi prego, aiutateci, continuate a tenere l’animazione viva!”. Lo trovate su Netflix, dove potete trovare anche un documentario che mostra il dietro le quinte della realizzazione di questo spettacolare film.
D’altro canto, gli Oscar sono il premio cinematografico più prestigioso e antico al mondo, e proprio per questo è importante che sfruttino il loro potere mediatico per promuovere la magia del mezzo audiovisivo e del cinema in tutte le sue forme. La cerimonia degli Oscar è da decenni un evento culturale che non è riservato solamente agli esperti, ma che attira una grande vastità di pubblico, anche se negli ultimi anni i dati dimostrano un calo dell’audience.
FantaOscar
Quest’anno però la partecipazione è stata spronata, almeno in parte, dal gioco del FantaOscar. Così com’è avvenuto per il festival di Sanremo, anche gli Oscar hanno avuto il loro gioco che ha attirato milioni di partecipanti.
Lo scopo del gioco era quello di totalizzare il maggior numero di punti, rispondendo correttamente a quante più domande possibili legate alla cerimonia dell’Academy 2023. I punteggi erano totalizzabili indovinando il vincitore di ciascuna delle Categorie premiate. Ad esempio, indovinando il titolo premiato nella categoria “Miglior film” si potevano accumulare ben 100 punti, e 90 punti individuando il regista premiato nella categoria “Miglior regista”.
Un altro modo divertente per accumulare punti sono i Jolly: +10 punti individuando il titolo più premiato dell’intera serata, +7 punti individuando la casa di distribuzione più premiata, +3 punti individuando l’attore/attrice che riceve una standing ovation durante la cerimonia, +3 punti individuando il regista che riceve una standing ovation durante la cerimonia.
Per quanto mi riguarda i miei prognostici si sono rivelati abbastanza azzeccati. Ho esultato soprattutto per Brendan Fraser e per Pinocchio. Ammetto però che mi è scesa una lacrimuccia per quanto riguarda il premio Miglior fotografia che ho sperato andasse al The Batman di Matt Reeves, che invece ha concluso questi Oscar senza una statuetta. E i vostri prognostici come sono andati?
Il FantaOscar, così come il FantaSanremo, è un espediente che ha permesso al pubblico un coinvolgimento maggiore negli avvenimenti della serata della consegna dei premi, spingendo le persone a seguire la cerimonia con attenzione per verificare quanti punti stavano accumulando, e per potersi confrontare e sfidare con amici e parenti. Questi giochi “Fantasy”, che prendono ispirazione dal più Fantacalcio, sono diventati un vero e proprio fenomeno social, e rappresentano al meglio le possibilità che internet ci fornisce per unire le persone e creare un senso di condivisione e di appartenenza, anche se online. Chi ha seguito gli Oscar dal divano della propria casa, magari da solo, grazie al FantaOscar ha potuto sentirsi una parte molto più attiva dell’evento condividendo vittoria o sconfitta con milioni di altre persone.