Carismatico, trasgressivo, controcorrente. Provocatorio.
Sono alcuni degli aggettivi usati per descrivere Oliviero Toscani.
Ospite nella mattinata della terza giornata di Link, Festival del Buon Giornalismo di Trieste, il fotografo milanese è stato intervistato nella Fincantieri Newsroom dalla giornalista Rai Emma D’Aquino.

La fotografia è la memoria storica dell’umanità e dell’individuo

Caro Avedon

Il grande fotografo, a cui molti si ispirano, ha lasciato al pubblico alcuni spunti di riflessione a partire dal libro, recentemente edito da Solferino, “Caro Avedon”, tra le cui pagine troviamo delle lettere scritte a 25 maestri della fotografia.

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A partire dalla parte dedicata al padre, il primo fotoreporter del Corriere della Sera e uno dei primi a riconoscere il guizzo e il talento del figlio.

Lettere che evidenziano l’importanza della fotografia al mondo d’oggi: è infatti da quando esiste la fotografia, quindi da circa centocinquant’anni, che esiste la storia umana.

Bisognerebbe insegnare ai bambini a leggere le immagini. È un’arte ed è qualcosa che è fondamentale sapere

Un’immagine dell’attualità

Un fotografo deve avere due qualità: audacia e ottimismo. Due caratteristiche che è difficile trasmettere nel momento in cui ci troviamo.

A chi gli chiede quale sia l’immagine che meglio fotograferebbe la situazione nazionale e mondiale Toscani risponde

“Siamo tutti su questo grande barcone”

Stiamo tutti andando verso qualcosa che non sappiamo bene cosa sia, di cui molti hanno paura e alcuni sperano sia migliore.

Essere fotografo significa saper guardare, saper vedere cosa si guarda, avere un senso critico, un senso dell’analisi e saper sintetizzare in un’immagine ciò che uno vuole dire.

Si fa fatica a essere provocatore?

La provocazione è il concetto che spesso viene evocato dalla stampa, o dal luogo comune, quando si nomina uno dei maestri contemporanei della Fotografia.

Perché la provocazione prende sempre nel nostro quotidiano un’accezione negativa? Secondo Oliviero Toscani infatti, l’arte se non provoca non serve a niente.

Quindi è la provocazione che si delinea come una conditio sine qua non dell’arte.

Non ci si ricorda minimamente di ciò che viene detto in televisione. Ci si ricorda delle immagini

Selfisti e social

Non è mancata una valutazione sui social, anche legata al capitolo del volume che chiama in causa i “selfisti”; coloro che vogliono esserci, vogliono a tutti i costi partecipare a questo grande circo umano.

Un circo messo in evidenza dai social e che, secondo il pensiero di Toscani, sono serviti solo a mettere i cretini in ordine alfabetico.

Il telefonino avrebbe ucciso gran parte della storia, della letteratura e della stessa fotografia che, non si può non ammettere, abbia a sua volta ucciso una parte di quel mondo del “fantastico”.

Un nuovo muro a Berlino

Spazio infine ai nuovi progetti del fotografo. Dopo una mostra riguardante luoghi e sensazioni del lockdown, tra i quali uno imponente in occasione dell’anniversario del 2021 per la Caduta del Muro di Berlino.

Si tratterà infatti di realizzare a Berlino un muro moderno, formato da 190 panel, 190 visi per ricordare ciò che è stato il vecchio muro e mostrare anche i nuovi tedeschi.

La fotografia è inoltre l’unico mezzo rimasto – e non si può non condividere il pensiero di Oliviero Toscani- che ci mette di fronte alla nostra coscienza. In silenzio.

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