Nello spazio espositivo dello Stadio di Domiziano, fino al 5 Dicembre sarà ospitata la mostra “Novecentismi”, uno spaccato sull’arte contemporanea e sulle influenze dei suoi maestri.
A presenziare come padri del Novecento italiano sono chiamati Mario Sironi e Giuseppe Migneco, mentre per la generazione contemporanea i due talenti Stefano Puleo e Claudio Rolfi.
L’esposizione offre un viaggio attraverso epoche e modi di vivere l’arte diversi, ma allo stesso tempo complementari, poiché non si può comprendere pienamente il presente se non si conosce il passato. Questo è il filo conduttore che segue l’esposizione, aperta da Migneco e dalle figure dei suoi siciliani, i colori intensi definiscono i volumi dei corpi storpiati per riuscire a stare nelle dimensioni ridotte delle tele.
Il percorso prosegue, arrivando alle tele di Stefano Puleo. Classe ’50 anche lui siciliano come Migneco, li lega per l’amore per la loro terra, a tal punto da inserirla, letteralmente, nelle sue opere: al semplice colore, Stefano, unisce pigmenti rossi ricavati dalla terra dell’Etna per intensificare i toni. Sono i colori caldi a farla da padrone, stesi in campiture piatte riempiono i volumi puri che costruiscono i suoi soggetti.
Proseguendo attraverso quest’architettura superstite ci troviamo di fronte ad alcuni schizzi di Sironi, che già portano l’impronta inconfondibile della mano che li ha creati.
È lui l’antecedente di Claudio Rolfi. Classe ’60, si forma su tutto ciò che il Novecento racchiude, fino ad approdare ad uno stile personale che lui stesso definisce così: “cerco un’unica nota nei miei dipinti e non data solo dal fatto che il colore sia denominatore comune, ma soprattutto da una sorta di corrosione delle superfici che ricostruisco con toni e spazi velati”.