Ha debuttato il 7 e 8 marzo al Teatro Coccia di Novara, Next to normal, uno dei maggiori successi di Broadway degli ultimi anni portato in Italia grazie al progetto della STM-Scuola del Teatro Musicale di Novara, con la regia di Marco Iacomelli, prodotto in collaborazione con la Compagnia della Rancia.
Lo spettacolo nasce come un workshop di 10 minuti nel 1998 e, dopo 10 anni, approda nei teatri diventando subito un successo: vincitore di tre Premi Tony Awards nel 2009 e del prestigioso Premio Pulizer nel 2010, diventa l’ottavo spettacolo a ricevere un riconoscimento così prestigioso dopo Rent, diretto dallo stesso regista di Next to Normal: Michael Greif.
Quando ho sentito Marco Iacomelli in conferenza stampa che raccontava come fosse venuto a conoscenza di questo spettacolo e di come lo avesse colpito a tal punto da volerlo portare in Italia, ho capito che stava parlando di uno spettacolo con una forza davvero unica e particolare ed ero curiosissima di vederlo con i miei occhi.
E’ la storia della famiglia Goodman.
La madre Diana (Francesca Taverni) è in apparenza una normale casalinga che vive nella periferia americana, così come del tutto normale sembra la sua bella famiglia. In realtà Diana soffre di disturbo bipolare accompagnato da allucinazioni, derivanti da un trauma da lei vissuto sedici anni prima. Suo marito Dan, (Antonello Angiolillo) è un architetto e si impegna per mantenere la sua famiglia stabile, ma questa lotta diventa sempre più problematica, specialmente quando Diana decide di smettere di prendere le pillole prescritte dal suo psichiatra (Brian Boccuni che interpreta i due medici di Diana)
Dopo diversi tentativi fallimentari di arginare la patologia mediante sedute di psicoterapia, Diana cade in un luogo ancora più oscuro, fino ad arrivare al tentativo di suicidio. Su suggerimento di un nuovo medico curante, Diana viene convinta dal marito a sottoporsi a terapia elettroconvulsiva (elettroshock) che le provoca però amnesie. La relazione di Diana con la figlia Natalie (Laura Adriani) diventa tesa perché la ragazza adolescente, in una fase così delicata della crescita, si sente invisibile agli occhi della madre, che a lei sembra preferire il fratello (Luca Giacomelli Ferrarini).
La ragazza incontra Henry (Renato Crudo) che come lei ama la musica e tramite questa passione tra loro nascerà un sentimento che Natalie non riuscirà a gestire e vorrà allontanare da sé.
Alcuni dettagli della storia non posso svelarli perché bisogna assolutamente vedere questo spettacolo dal vivo in teatro, e dalla prossima stagione, sarà in tour nelle maggiori città italiane.
Una storia raccontata dalla forza della musica e dei suoi testi, meravigliosamente adattati da Andrea Ascari. 40 brani suddivisi in due atti. Ogni testo è stata adattato perfettamente e fa capire esattamente quello che prova il personaggio che la canta; sensazioni, paure, idee.. tutto! Solo qualche piccola parte recitata, ma sono i brani la forza della storia.
Io sono decisamente convinta che Marco Iacomelli non avrebbe potuto scegliere un cast migliore di questo. Ognuno dà voce, corpo e anima al proprio personaggio come se fosse davvero reale e dentro di loro.