NERONE – DUEMILA ANNI DI CALUNNIE. SUL PALCO RIVIVE LA VITA DELL’ IMPERATORE ROMANO.
In scena al Teatro Manzoni fino al 19 ottbre “Nerone – duemila anni di calunnie”di Edoardo Sylos Labini, da un’ idea di Pierangelo Buttafuoco, tratto dall’omonimo saggio di Massimo Fini con la drammaturgia di Angelo Crespi.
La scena si apre sui marmi della Domus Aurea dove Nerone (Edoardo Sylos Labini), è tormentato dal fantasma della madre Agrippina (Fiorella Rubino) l’ ultima notte prima della sua morte, e da qui rivive le presenze più importanti che hanno caratterizzato la sua vita.
“Raschieranno il mio nome dal marmo, sfregeranno il mio volto sulle monete…cosa resterà di me? Duemila anni di calunnie”
Nerone: folle o profeta? Decisamente tutta la sua vita è stata caratterizzata principalmente dall’ influenza che la madre Agrippina ha sempre esercitato su di lui. Una donna bella e assettata di potere che ha costruito la sua vita su una scia di delitti pur di far arrivare il figlio Nerone sul trono. Una madre, una complice e un’ amante.
L’ illustrissimo filosofo Seneca (Sebastiano Tringali) moralista e conservatore della Roma antica ma abile opportunista che, divenuto sua maestro, cercò di influenzare ogni sua scelta.
E poi la bella Poppea (Dajana Roncione) sua seconda moglie con cui condivideva la passione per l’ arte e per la Grecia. La donna in prime nozze era sposata con Otone(Gualtiero Scola) miglior amico di Nerone e governatore della Lusitania, che iniziò ben presto a congiurare alle spalle dell’ imperatore per gelosia.
Nerone amava il suo popolo e voleva che le leggi fossero a favore di esso, eliminando le tasse e persino dando la possibilità agli schiavi di denunciare i loro padroni per i maltrattamenti subiti. Amava la plebe e spesso dava spettacoli dove intratteneva la folla.
Tutto ciò naturalmente non era ben visto dalle cariche politiche del Senato e fu proprio Fenio Ruffio (Giancarlo Condè) Prefetto del Pretorio, a dare il via alla rivolta contro Nerone.
“Nerone ha bruciato Roma,ha ucciso la madre, la moglie e il fratello.E’ l’ anticristo.Ci rovinerà”
è un coro di voci ricorrenti durante la rappresentazione che va a simboleggiare i duemila anni di calunnie che hanno segnato la vita dell’ imperatore considerato l’ incendiario di Roma.
Nerone era stretto da due vite parallele: il destino di comandare Roma e la voglia di essere semplicemente un artista e di imporre lo stile greco a Roma. Voleva dare un impronta più moderna all’ amministrazione della città governando per il popolo, ma le calunie e i complotti lo hanno portato alla condanna.
E scoprire che tra i traditori si nascondeva il suo maestro Seneca, è stato un colpo inaspettato per lui che lo ha portato ad avere la visione completa su quello che gli si era creato intorno.
Una storia antica dagli intrighi politici che sono tuttora attuali nel nostro Paese.
Una storia nella storia, una regia studiata nei minimi dettagli per portare l’ attenzione sui dialoghi e sui personaggi. Nulla è lasciato al caso. I ragazzi della Adiaccademy non sono semplicemente figure di corte ma, ognuno di loro, rappresenta una piccola parte del destino della storia del Nerone.
Magistrale la presenza sul palco del Dj e mimo Paul Vallery, autore delle musiche originali.
Un cast di prima qualità capeggiato da un grandissimo Edoardo Sylos Labini che ha saputo trasmettere tutte le emozioni, le paure e i tormenti di questo personaggio in maniera assolutamente completa.
Una considerazione personale alla fine dello spettacolo ieri sera è stato d’ obbligo per me. Le calunnie, le maldicenze e le falsità possono davvero rovinare la vita di una persona: succedeva nell’ antichità … e succede ancora oggi.