Lo scorso 25 novembre, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, l’associazione Onlus Genitin, che si occupa di neonati prematuri, ha organizzato una serata evento per raccogliere fondi a sostegno delle attività che supportano il centro di terapia intensiva neonatale del Policlinico Agostino Gemelli.
Ma Genitin è molto più di un’associazione, è una grande famiglia che non puoi fare a meno di amare.
Nata nel 2003, è un associazione senza fini di lucro che tutela e protegge la vita e la salute dei neonati pre -termine e si pone come obiettivo in primis di aiutare i bambini e le famiglie, ma anche di promuovere e realizzare tutte le iniziative idonee al miglioramento delle strutture del Centro di terapia intensiva neonatale del Policlinico ( TIN ) e della formazione professionale degli operatori che operano al suo interno.
I bambini che nascono pre – termine sono considerati dei veri e propri guerrieri ai quali bisogna offrire la possibilità di rinforzare gli strumenti per vincere la battaglia più bella: il diritto di vivere.
Molte sono le patologie contro le quali questi bambini devono combattere: possono essere di natura respiratoria, neurologica, cardiologica e una delle più grandi insidie è rappresentata dalla Retinopatia della Prematurità ( ROP) che è la causa principale ancora oggi della cecità o di gravi riduzioni della vista.
Il sostegno medico qualificato e psicologico è fondamentale per le famiglie che si trovano a vivere queste delicatissime realtà, così come ci testimoniano Lorisa e Fabio, una delle famiglie Genitin che ci ha gentilmente raccontato la propria esperienza:
Io sono Lorisa, e sono la mamma di Luca, che è nato nel 2006, di 34 settimane. Oltre alla prematurità aveva altri problemi, ed è nato con un’emorragia cerebrale e così abbiamo conosciuto il progetto tramite la dott.ssa Patrizia Papacci.
Tornati a casa abbiamo scelto di partecipare alle riunioni dell’associazione e di dare una mano per le iniziative che Genitin sostiene e promuove anche perchè ci hanno coinvolto tanto, e ci hanno davvero aiutato moltissimo, anche economicamente.
Ma la cosa più importante è che abbiamo avuto la possibilità di avere il sostegno psicologico, che è fondamentale per affrontare la situazione.
Una volta che le famiglie tornano a casa, cosa continua a fare Genitin per loro?
Ci sostiene molto, non ti lascia mai solo – dice Fabio, il papà di Luca .
Genitin aiuta intensamente, sia per quanto riguarda le terapie sia, come diceva mia moglie, per il sostegno psicologico verso le famiglie che si ritrovano a vivere una realtà completamente diversa da quella che si aspettavano dopo la nascita del loro bambino.
Ci aiuta anche a far mantenere i contatti fra le famiglie che condividono questa vita completamente diversa.
Ma è una vita comunque bella e frenetica. – riprende la parola Lorisa – I bambini ti danno da fare, e crescendo ti stupisci e gioisci di traguardi che non credevi avrebbero potuto raggiungere. Anche il progetto della Casa di accoglienza che Genitin ha sostenuto è fondamentale per aiutare le famiglie che accompagnano i bambini alle terapie ed ai controlli. Più sei lontano da casa più senti il distacco dagli affetti. Adesso con questa casa, che si trova proprio di fronte al Gemelli, le mamme possono stare fino all’ultimo minuto con i propri figli.
Ho saputo che voi siete dei genitori molto attivi nell’ associazione
Per esempio oggi, in occasione dello spettacolo di Max Giusti dedicato a tutti noi, abbiamo organizzato un pullman di sessanta persone da Cassino.
Cerchiamo di fare tutto quello che si può, come per esempio nel periodo di Pasqua, quando ci organizziamo per la vendita delle uova che servono per raccogliere fondi per l’associazione. Soprattutto cerchiamo di sensibilizzare la gente verso le iniziative: comprare le attrezzature per la terapia intensiva, la casa, il progetto degli psicologi, le terapie per i bambini pagate e finanziate proprio dall’associazione.
E’ importante sostenere associazioni come GENTIN perché, per noi che siamo genitori e che siamo passati per la terapia intensiva neonatale ( TIN ), uscire ha rappresentato avere paura di tutto, e sapere che ci sono altri genitori, medici e mani amiche che ti sostengono è fondamentale.
Quello che speriamo noi è di poter aiutare a nostra volta chi ha bisogno di aiuto, perché solo passando attraverso questa realtà, ci si può rendere conto di quanto sia necessario aiutarsi a vicenda.
Le iniziative promosse e sostenute dall’associazione sono moltissime ed è possibile seguire la loro missione visitando il sito (www.genitin.it)
Come tristemente noto tutta la nostra società sta vivendo un momento di forte crisi economica e sociale, nonostante questo Genitin cerca di arginare anche la “ fuga di cervelli” , così come viene attualmente definito il fenomeno di dispersione di medici, ricercatori e validi studiosi che preferiscono andare all’estero piuttosto che vedere sacrificati a vuoto passione, studio e dedizione nel nostro Paese.
Le parole, anche commosse, di Giovanna Astorino, presidente dell’associazione, descrivono perfettamente la forza di questa ONLUS.
Siamo qui presso l’Auditorium per una serata importante. Cosa rappresenta questo appuntamento che si rinnova di anno in anno?
Per prima cosa significa ritrovarci tutti insieme e ritrovare sempre, ogni anno, le nostre origini.
È significativo fare in modo che quello che siamo, come abbiamo iniziato e dove vogliamo arrivare si “ tramandi di generazione in generazione”, se possiamo dire così.
Inoltre significa dare a tutti coloro che cooperano con Genitin, un segno di riconoscimento per la loro attività
Comunicare loro le varie iniziative e i traguardi che l’associazione raggiunge anno dopo anno, e che sono veramente tanti, è fondamentale.
Quest’anno ad esempio abbiamo raggiunto un grande risultato: ci siamo trovati a fare un bilancio, dopo nove anni di vita, con dei risultati che sono andati ben oltre quello che noi stessi ci prefiggevamo considerando anche che la nostra è un’organizzazione basata veramente sul “ vogliamoci bene”.
Il senso dell’unità, il desiderio di stare tutti quanti insieme per il bene dei bambini; ed è bello gioire insieme dei risultati che abbiamo ottenuto.
Uno dei risultati più belli è sapere che da due anni non ci sono più bambini ciechi nella terapia intensiva e questo grazie ad uno studio importantissimo che è stato fatto da un oculista che noi abbiamo mantenuto all’interno di questa associazione, grazie ai nostri contributi e alla nostra attività.
È uno di quei cervelli che non abbiamo fatto scappare dall’Italia : il dott. Antonio Baldascino che, insieme a tutta la preziosa equipe, porta avanti un lavoro eccellente all’interno della nostra terapia intensiva.
L’altro risultato che ci ha veramente sorpreso, riguarda la capacità che la nostra associazione ha dimostrato, creando un punto di alloggio per le famiglie. Era un obiettivo che volevamo raggiungere a tutti i costi e, riuscendoci, siamo arrivati ad accogliere anche dieci / dodici famiglie alla volta.
Abbiamo ultimamente preso un nuovo locale dove creeremo la sede effettiva della Genitin, oltre il desiderio di iniziare lì un percorso di terapia riabilitativa per determinati tipi di problematiche.
Affrontiamo molti tipi diversi di interventi per le numerose patologie collegate alla nascita pre termini, non solo l’handicap motorio, ma anche quello visivo, uditivo e quello della capacità dei bambini di riuscire a stare a scuola, per esempio, aspetto assolutamente non trascurabile.
Abbiamo in fase di studio progetti anche molto importanti, che adesso stiamo attivando, come per esempio la raccolta del sangue dei cordoni ombelicali.
In ultimo stiamo aspettando un reparto che sta per aprire, che io definisco semplicemente strepitoso, che sarà veramente all’avanguardia. Diventerà, speriamo, un vero polo della terapia intensiva neonatale in Italia.
Quali sono le criticità e le difficoltà che vi trovate a dover fronteggiare ?
Sono tante purtroppo: la sanità è un ambito trattato sempre peggio ed è lasciata al buon cuore delle associazioni.
Perché, effettivamente, se non ci fossero associazioni come la Genitin, e come tantissime altre che operano in questi campi, molte cose non si potrebbero realizzare.
Dobbiamo ogni giorno scavalcare le inefficienze che questo Stato produce. Nonostante abbiamo i mezzi, nonostante ci siano cervelli eccezionali e abbiamo delle potenzialità incredibili, ci troviamo spesso a combattere contro i mulini a vento.
Per cui ben vengano le ONLUS. Perché io credo che la forza del nostro Paese sia da sempre la nostra capacità pratica di affrontare con grande energia i momenti critici e le problematiche che ci si presentano.
Sostenendo Genitin aiutiamo a sostenere tanti bambini che potrebbero non esserci e che grazie al Signore e grazie alla capacità di questi medici, vincono la loro battaglia per la vita. Loro sono dei lottatori, dei guerrieri che non mollano.
Ancora oggi quando penso a mio figlio alle volte mi domando : “ come ha potuto vivere?”
È così che ci dovete sostenere, aiutandoci a sostenere la ricerca perché senza la ricerca non potremmo andare avanti ed aiutare tanti altri bambini, così come è stato possibile fare per mio figlio Francesco ed io non sarei oggi la mamma felice che sono.
Io ho visto mamme così felici di assistere i nostri ragazzi , nonostante le tantissime difficoltà, tanto da saper riconoscere che la vita è un dono.
Ma il vero mattatore della serata, presentata da Rosaria Renna, è stato il comico romano Max Giusti che, con le sue popolari imitazioni e la sua grande verve scenica, ha coinvolto il pubblico presente per un’ora e mezza tra risate, musica e spunti di riflessione.
Max Giusti è un vero one man show, il suo repertorio di maschere e parodie è esilarante, si va da Albano a Renato Zero passando per Vasco Rossi fino a Pino Daniele e Claudio Baglioni. L’attore riesce a dar vita a una serie di gag prendendo spunto dalla vita quotidiana, dai rapporti di coppia e dall’immancabile relazione che il maschio italiano ha con sua madre.
Sorprendente e comica la sua abilità nell’interpretare qual si voglia dialetto del nostro territorio, dalle Alpi alla Calabria, isole comprese, Max Giusti riesce a calarsi perfettamente nei costumi linguistici che popolano e caratterizzano la nostra penisola.
L’opportunità di mettere in scena uno spettacolo divertente è stata concepito di pari passo con l’esigenza di fare beneficenza e di essere solidale con le attività perseguite da Genitin.
Abbiamo incontrato Max Giusti durante le prove dello spettacolo, l’attore ci ha chiarito il suo rapporto verso le tematiche sociali e la sua volontà di essere un protagonista attivo di solidarietà.
Max vorrei cominciare questa intervista parlando nello specifico dello spettacolo che porterai in scena questa sera. Come hai ideato questa serata che è soprattutto un’occasione di spunto per riflettere e per fare beneficienza?
Ho cercato di costruire questa serata come fosse una grande festa.
Quello che fa Genitin è una cosa che conosci quando nella vita di capita di imbatterti in certe situazioni.
Solitamente, io per primo, si gira sempre la testa dall’altra parte perché cerchiamo di evitare il confronto con certe tematiche. Mi sono reso conto che una struttura neonatale efficiente è un’ancora di salvezza per chi ha a che fare con determinate problematiche.
Questa sera c’è uno scopo divulgativo molto importante: l’associazione parlerà delle sue attività e, a fronte di questo, ho ridisegnato il mio spettacolo togliendo una prima parte di satira politica. Ho voluto creare questo spettacolo usando argomenti che possano coinvolgere tutto il pubblico presente: i bambini, le famiglie, chi sostiene Genitin e chi ha affrontato situazione dolorose e drammatiche.
Mi sono chiesto cosa poter fare per essere io protagonista attivo nei riguardi di Genitin. Io posso portare il buon umore, posso far sorridere e posso far accorrere gente.
La cosa importante è che quando si fa beneficenza la si faccia fino in fondo. Io e la mia band siamo venuti a titolo gratuito perché questa è solidarietà, ognuno si rende utile portando se stesso.
Come ti rapporti nei confronti delle tematiche sociali di cui si occupa Genitin?
Sono stato sempre sensibile a queste tematiche, quando si cresce sei più attento rispetto a quando hai 20 anni. Ora il problema è riuscire a far tutto quello che mi viene chiesto. Non è facile sposare tutte le cause, bisogna anche saper scegliere a quali soggetti dedicarsi. Si chiede molto alle persone, visto anche il momento storico che stiamo vivendo, ma credo che non ci si possa fermare nel dare. Se si fermasse il volontariato, molti ospedali bloccherebbero i loro servizi, se non ci fossero tante persone che dedicano il loro tempo agli altri non si andrebbe avanti.
Tu sei un personaggio pubblico, tante persone ti amano e ti seguono, credo che attraverso la tua popolarità tu possa fare molto per aiutare associazioni come Genitin. Come ti senti in questa veste?
C’è molto affetto da parte del pubblico e mi fa piacere.
Però tutto questo affetto va ridato, ma non per generosità, per egoismo. Io questa sera non riesco a valutare quanto sono generoso e quanto sono egoista.
Oggi mi sento importante, conosco quei reparti, conosco quei medici perché mi hanno aiutato. Io ho il vantaggio di poter fare qualcosa di attivo, non sono un chirurgo, non sono un ricercatore però posso essere un volano che attira conoscenze e che può far raccogliere fondi necessari per sostenere le attività di una onlus come Genitin.
Tutto questo è Genitin: un punto di riferimento prezioso per le tante famiglie che si trovano a fronteggiare nello stesso tempo la gioia più grande della loro vita, la nascita di un figlio, e le paure per una piccola vita che lotta.
Sosteniamo i loro progetti. Sosteniamo una vita che inizia.
La Nouvelle Vague Magazine sostiene GENITIN Onlus
Alcune immagini dello spettacolo
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