Un pomeriggio in accordo con anime e armonie. Fluide sonorità senza sbavature e battiti di mani per seguire i ritmi, a festeggiare un’iniziativa ben organizzata. Artisti, insieme. Convivialità, voci. Parole, pensieri. Vita, realtà. Canzoni, il mondo.
Quando mai la musica non è contemplazione? Anche durante il periodo natalizio gli eventi previsti all’Auditorium Parco della Musica di Roma propongono vari generi musicali, e così ci siamo permessi di andare a scoprire, dal vivo, un cantautore romano. Usciamo dalla Sala Santa Cecilia con un forte senso di riflessione e vestendoci dell’ascolto che abbiamo investito in tre ore di buona musica.
Il 26 dicembre Luca Barbarossa, con la Social Band, ha presentato Musica libera contro le mafie. Una festa, una lotta, tante voci. In occasione dei 20 anni dell’Associazione Libera, una rete di 1600 piccole associazioni, grazie al CD Radio DUEts Musica Libera si vuole finanziare le attività del centro di Polistena confiscato alla mafia, su territorio calabrese.
L’iniziativa è nata dopo le minacce di morte a Don Ciotti, fondatore dell’associazione stessa. Così Luca Barbarossa, conduttore di Radio Due Social Club su Radio2, ha proposto ai suoi ospiti di aderire all’idea. Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Edoardo Bennato, Giuliano Sangiorgi, Alex Britti, Alessandro Mannarino, Malika Ayane, Gianni Morandi, Fabrizio Bosso, Mario Biondi, Chiara Civello, Luca Carboni, Ron, Simone Cristicchi e altri ancora hanno accolto con piacere.
Un concerto meditativo. Un’affermazione della lettura dei testi, dai quali si evince una visione rivolta al sociale. Uno sguardo al mondo, assertivo, fatto di costumi, usanze, pensieri, sentimenti, religione e sofferenze derivanti da soprusi, stupri, carcere, politica, privazioni e estorsione.
Come anche la fantasia, secondo Bennato, isola da ritrovare, per mutare e fare il mondo migliore. Pieni di difficoltà impariamo a rincorrere e costruire il sogno da raggiungere. Mentre con l’immaginazione, secondo Mannarino, si può scovare un altro tipo di città e cambiare.
Agli ospiti è stato riservato spazio per cantare alcuni successi. Bennato duetta con Barbarossa in Venderò, facente parte della raccolta Radio DUEts. Poi Pronti a salpare e Io vorrei che per te in cui i suoi inconfondibili ritmi e l’armonica a bocca sono impronte distintive. Mannarino ci regala Il detenuto, mentre la Civello ci dona due brani uniti, Il mondo e Io che amo solo te, inseriti nel suo ultimo album.
Una scaletta ben studiata e fluida, senza sbavature, ha unito ritmi virtuosi, soft, acustici, intimi, country, jazz, caraibici, e pop. La Social Band, composta da Stefano Cenci che la dirige, piano e tastiere, Meki Marturano, batteria e percussioni, Mauro Formica, basso, Claudio Trippa, chitarra elettrica, Mario Amici, chitarra acustica, con la partecipazione di Giovanna Famulari e Silvia Cioffi al violoncello e alla viola, si sono espressi in modo eclatante e professionale.
Barbarossa, oltre che a duettare con Chiara Civello nel remake di Leonard Cohen, Dance me to the end of love, in cui la passione e il trasporto sono viaggio, con Alessandro Mannarino ci ha stupito in Una storia disonesta, scritta da Stefano Rosso, sfoggiando una voce matura e calda mettendoci di fronte alle sue velleità artistiche, sia canore che da show man quale dimostra essere negli ultimi tempi. E la spensieratezza si fa strada.
Molte le canzoni. Dio non è, Ali di cartone, Roma puttana, Al di là del muro, Fine di un amore e Luce, scritta molto tempo fa, e alla quale Fiorella Mannoia ha dato nuova vita. Via Margutta, Portami a ballare, Musica e Parole, Via delle storie infinite, Aspettavamo il 2000, Amore rubato, Yuppies, Le cose da salvare, e Occhi di ragazza, un altro brano della raccolta Radio DUEts Musica Libera eseguita con Gianni Morandi, imitato da Andrea Perroni, spalla di Barbarossa nel programma radiofonico, il cui intervento ci ha dato modo di conoscerlo per la sua comicità e le sue esilaranti imitazioni.
Il pubblico non ha perso l’occasione di rievocare anni nostalgici, fatti di studi, compagnie e musica composta con sentimento senza scostarsi dalla realtà. Un’atmosfera di alto livello ove il disegno luci si è distinto tra colori, chiari e scuri, i quali si sono amalgamati in modo uniforme al contesto e a seconda delle canzoni proposte.
Le parole di Don Ciotti hanno estasiato i cuori liberandoli. Non soffocando, incitano a pensare a Dio non in qualità di bene esclusivo, a non utilizzarlo per le nostre azioni, ma bensì a pensare a Lui come qualcuno che ama tutti e si trova dove le persone si incontrano.
Convivialità e libertà e dignità, quindi, per un mondo più giusto grazie al nostro impegno per estirpare il male dal basso. La musica, rappresentando un potente strumento di identificazione, si fa percezione di unione e di lotta. Da esempi come questo si può solo che imparare a sconfiggere le ingiustizie per resuscitare la bellezza.
“La musica non è solo estetica, offerta di emozioni. Se l’artista è vero, alla musica affida anche i suoi dubbi, le sue inquietudini, i suoi sogni. In una parola la sua etica” Luigi Ciotti