Dopo aver girato tutto il mondo, inaugura oggi a Palazzo Reale di Milano la mostra “Keith Haring. About Art”.
Fino al 18 giugno, la mostra, curata da Gianni Mercurio, consentirà al pubblico di ammirare ben 110 opere dell’artista newyorkese, molte di dimensioni monumentali e alcune assolutamente inedite in Italia, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private (dalla Tony Shafrazi Gallery di New York alla Sammlung Hoffmann di Berlino), oltre che dalla stessa Keith Haring Foundation, che ha collaborato all’allestimento della rassegna.
Per la prima volta i lavori di Haring sono inseriti nell’immaginario più vasto che li ispirano: dai calchi della Colonna Traiana ai bassorilievi precolombiani, dal gotico al tribalismo, dal Rinascimento al graffitismo.
“Dipingo immagini che sono il risultato delle mie esplorazioni personali. Lascio ad altri il compito di decifrarle, di capirne simbolismi e implicazioni. Io sono solo il tramite”
Gli anni a New York
Nato in Pennsylvania si trasferì presto a New York dove sviluppò il suo precoce talento entrando in contatto con la “pop art” di Andy Warhol e soprattutto con Joseph Kossuth, uno dei fondatori dell’Arte Concettuale, che diventa il suo maestro.
La celebrità arrivò quando decise di esprimere la sua arte utilizzando gli spazi pubblicitari vuoti del metrò di New York che divenne quindi un modo per sperimentare infinite soluzioni grafiche.
La consacrazione definitiva fu invece nell’aprile del 1986 con l’inaugurazione a SoHo del Pop Shop: un punto vendita di gadget e magliette che ritraevano le sue opere, per metterle a disposizione di tutti.
Furono anni di una produzione immensa spezzata a soli 31 anni, nel 1990, quando Haring morì stroncato dall’AIDS.
L’inconfondibile linguaggio di Keith Haring è il protagonista di una mostra dalla straordinaria potenza iconica e visionaria – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. L’esposizione sviluppa un percorso critico nuovo che per la prima volta accosta le rappresentazioni pittoriche, i graffiti e i video delle performance di Haring a opere che hanno rappresentato gli stimoli creativi del suo personale immaginario, provenienti dalla tradizione classica, tribale e pre-colombiana, passando dal Rinascimento per arrivare fino all’arte del ‘900.
Questo è un comunicato stampa, pertanto le immagini sono fornite dall’Ufficio Stampa dell’artista/manifestazione. Si declina ogni responsabilità riferibile ai crediti e riconoscimento dei relativi diritti.