Memoria
Memoria è un titolo fortemente evocativo, ti riconduce immediatamente ad una delle parentesi più vili, basse e crudeli dell’intera storia dell’umanità, lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento ad opera dei Nazisti. Memoria, primo semifinalista al Fringe Festival di Roma di questa settimana è uno spettacolo di Michelangelo Fetto (drammaturgia e regia) con Rosario Giglio, Antonio Intorcia e Massimo Pagano.
Memoria è la storia di tre uomini, un maresciallo, un orefice e lo scemo del paese deportati dal sud Italia in un campo di concentramento. L’ironia affannata quasi esasperata, con qualche sfumatura poetica dei tre protagonisti è l’unica cosa che li mantiene in vita, salva quel barlume di dignità dei tre uomini, dignità strappata dall’ottusità oppressa e violenta del carnefice. Nell’orrore, nella disperazione, nella solitudine, nell’alienazione,nella violenza che lede ogni forma di rispetto, i tre uomini trovano un’unità che li lega, li sostiene, li incatena, un sostegno, una famiglia.
L’arte seppur arrangiata e su commissione per puro divertissement dai nazisti può aiutare i tre uomini a sopravvivere all’orrore e a salvarli da morte certa?
Memoria è un spettacolo che a livello drammaturgico a volte non funziona ma là dove non arriva il testo, arriva l’emozione in bilico tra risata e pianto, tra ironia e paura.
Quello che funziona soprattutto è la bella interpretazione dei tre attori, giusti per fisico e per “faccia” e l’energia dei tre uomini, la loro straordinaria e disarmante verità, che con grande umanità e semplicità, con umiltà ma senza modestia trasmettono dal palco al pubblico del Fringe. La messa in scena è pulita e semplice, come la regia senza fronzoli né pretese. Il finale si può intuire, rimane la testimonianza il ricordo, la memoria appunto, di un orrore che non ha conosciuto e non conosce fine.
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Una produzione Solot Compagnia Stabile di Benevento
Testo e regia di Michelangelo Fetto
Con Rosario Giglio, Antonio Intorcia e Massimo Pagano