Presentato in anteprima alla Casa del Cinema di Roma, Cattivissimo Me 3, in uscita nei cinema italiani il prossimo 24 agosto. Dopo la proiezione abbiamo incontrato le voci italiane del film targato Universal: Max Giusti, Paolo Ruffini e Arisa. Il primo nel doppio ruolo di Gru e Dru, il secondo il quello del villain Balthazar Bratt e la cantante in quello di Lucy.
Vi siete ispirati a qualcuno per creare la voce dei vostri personaggi?
Max Giusti: “Per Gru no. Quando ascoltammo per la prima volta la voce originale di Steve Carrell ci rendemmo conto che sarebbe stato improponibile farla in Italia perchè da noi questo accento da immigrato dell’est per un “cattivo” sarebbe stata letto come una operazione scorretta e non traducibile. Diciamolo, siamo passati dai “film scureggioni” degli anni 70 con Giovannona coscia lunga o Tomas Milian ad ora.
Un Paese assolutamente bacchettone anche nell’arte. Immaginate ispirarsi a quell’accento… Gru è nato proprio di fantasia stando in sala per alcuni giorni. Cercando una voce che fosse cattiva in alcune tonalità e molto dolce in altre.
Invece Dru è arrivato da quel che c’ha chiesto la produzione in America. Una voce di testa”.
Arisa: “Io ho trovato che gli attori originali fossero così perfetti e bravi. Ho avuto una specie di folgorazione la prima volta che ho ascoltato la voce di Lucy in originale. Ho cercato di essere più fedele possibile all’originale anche se si sa che l’inglese e l’italiano hanno una cadenza diversa, però mi sono ispirato in tutto a lei”.
Quale è stata l’ evoluzione in questi 7 anni di Gru. Come si sente addosso questo personaggio?
Max Giusti: “Mi è non caro ma carissimo. Io non amo i cartoni. Illumination ha portato però con Cattivissimo Me un modo di vedere i cartoni non banale. Io mi annoio facilmente. Invece quel che propongono loro non è mai stucchevole. Ci sono mille citazioni.
Andare ad immaginare un cattivo come Balthazar Bratt che ti uccide con le Big Bubble per noi che abbiamo rovinato il lavoro del nostro dentista per anni con quelle gomme ci fa capire quanto questo sia un vero film, fantasioso e divertente. Gru nel tempo è cambiato anche nel modo di parlare. Abbiamo cambiato il direttore del doppiaggio da Fiamma Izzo a Marco Guadagno.
Trovo che si sia evoluto un pò come me. Quando torno indietro vedo gli anni che passano. Penso il primo episodio e vedo me arrivato al primo grande successo mentre stavo diventando papà”.
Dovendo interpretare due voci, ha fatto entrambe in una unica sessione o separatamente?
Max Giusti: “Abbiamo scelto di fare prima Gru, poi ho fatto tutto Dru. Dru andava protetto. Ho dovuto respirare obbligatoriamente col diaframma e fare non più di tot ore di lavoro per via delle tonalità così alte. Dovevo essere diverso in tutte le scene d’azione e poi le due voci dovevano tornare a dare una idea di similitudine in altre.
È stato un dramma vero per me. Alcune mattine non ci volevo andare a lavorare, dico la verità. Ho fatto quasi 20 giorni di doppiaggio quando normalmente mai si fanno mai per un cartone. Però il risultato alla fine m’ha premiato”.
Cosa vi piace del vostro personaggio e cosa v’ha dato?
Paolo Ruffini: “Mi garba come si veste. È uno che ha un certo stile e le spalline son molto belle. È un personaggio folle, estremo, pazzo. Un cattivo veramente anomalo. Un cattivo che un pò lo capisco. Lui è rimasto scottato da Hollywood e vuole raderla al suolo. Ora…noi alla Rai gli vogliamo bene ancora … non vogliamo andare a Viale Mazzini e tirare giù il palazzo!
“Ti senti responsabilità addosso pazzesca perchè non doppi un catone animato ma i sogni di tanti bambini.
L’aderenza che i personaggi hanno con la realtà e le tematiche che affrontano sono di una urgenza pazzesca: ti mettono nella condizione di dovere essere ancor più responsabile. Balthazar è’ un cattivo che non nasce cattivo, lo diventa perchè frustrato. Il tema forte del film è sempre legato alla felicità.
È evidente che quando vuoi raggiungerla e non ci arrivi, o sei resiliente e trasformi l’insuccesso in vantaggio oppure t’arrabbi e diventi infelice. Sarebbe bello far vedere un pò di Cartoni Animati agli amici dell’Isis.
Ci si prende tutti troppo sul serio. Anche la riflessione che faceva sulla libertà e sugli anni 80 è centrale. Una cosa che mi manca di quella decade è la libertà scatenata. L’idea che Drive In, con Gianfranco D’Angelo che fa Has Fidanken sarebbe cancellato dagli animalisti è pazzesca.
Noi incensiamo Renzo Arbore con Indietro Tutta, ma le ragazze coccodè sarebbero sterminate dalle femministe e dopo un attimo le vedreste ingiuriate da tutti. Pensate a Benigni che tocca il pacco a Baudo…È inammissibile. Immaginate che faccio lo stesso io da Carlo Conti … e non voglio citare Sofia Loren …
Questo invece è un film che abbina la nostalgia al senso di felicità e al grande senso di libertà. Questo è un film politico. Ti racconta una idea nuova di famiglia, ti racconta qualcosa in più sul raggiungimento dei tuoi sogni. Un film che parla anche di te ma ancora forse non lo sai bene”.
Max Giusti: ” Essere fico agli occhi del pubblico più importante: i bambini ed i miei di bambini. Per una volta ho indossato i panni del vincente che però come me è un pò grosso, con le gambe secche, che sbaglia mentre fa le cose ma alla fine le fa comunque.
È un cattivo molto normale ma stavolta ho vinto. Io sono un comico ed i comici non vincono mai. Essere fico in famiglia è la cosa più importante che c’è.
Una volta ho fatto uno spettacolo al Centrale del tennis a Roma e c’erano 6000 persone, torno a casa stanchissimo e c’era sul tavolo un biglietto di mia moglie: se vuoi la pasta scaldatela, è nel microonde. Stasera c’erano 6000 persone, tutti a chiedermi gli autografi e se vuoi la pasta scaldala. Ma si può?! Da li ho capito che essere fichi nella tua famiglia è la cosa più importante”.
Arisa: “Lucy Wilde è un grandissimo esempio. Anche lei è una donna combattuta tra affetti e carriera. Riesce con maestria ad aggirare tutti gli ostacoli ed essere super amabile, paziente e presente.
Immergermi in lei mi porta in una dimensione di rettitudine che mi fa riflettere per una settimana … poi basta … torno io!
Il doppiaggio mi ha aiutato a scoprire colori della mia voce che non conoscevo. La prima volta ho perso la voce ma poi ho capito come dovevo fare”.