Ieri si è tenuto il terzo concerto estivo del Maredentro Summer Tour di Bungaro, secondo appuntamento del Sun&Sounds Festival di Grado.
Vi avevamo raccontato (qui) della partenza del suo nuovo tour per celebrare i 25 anni di carriera.
Per prima cosa c’è da fare una premessa: un suo live al Maredentro Summer Tour è uno dei più grandi regali che un appassionato di musica e di musica d’autore si possa fare.
Opening Act: Mattia Marchesan
Ad aprire la serata è stato Mattia Marchesan, giovane cantautore del luogo con cui Bungaro aveva già collaborato in precedenza e su cui l’autore ha speso parole di elogio per la crescita musicale.
Il ragazzo infatti proviene da un progetto, nella fattispecie un percorso di Masterclass con il cantautore, tenutesi alla The Groove Factory di Udine negli scorsi anni.
Il primo brano presentato dal giovane è stato proprio un pezzo scritto a quattro mani con l’artista: “Londra d’Inverno”.
In seguito Marchesan, che è anche musicista, ha interpretato alcune cover di brani celebri come “Man in the mirror”, “One” degli U2 e “Message in a bottle”.
Maredentro…e intorno
“Maredentro. Il Viaggio” riprende il titolo dell’ultimo cd del cantautore pugliese che raccoglie alcune canzoni del suo repertorio e canzoni regalate ad altri artisti rieditate con nuovi arrangiamenti .
Come racconta Bungaro, era da anni che pensava a uno spettacolo che parlasse di mare, un elemento così importante nella sua vita.
Uno spettacolo riuscito anche grazie alla collaborazione con il pianista Antonio Fresa.
cuore, mente e anima di questo progetto.
Il mare è stata però anche la cornice che ha accolto questo viaggio/concerto/spettacolo, ospitato infatti nella suggestiva Diga Nazario Sauro della cittadina lagunare.
Menzione d’onore per una formazione musicale di primo livello che li ha accompagnati e che ha aperto il concerto con una straordinaria intro strumentale.
La formazione è composta dal già citato Fresa, Marco Pacassoni (vibrafono e percussioni), Antonio de Luise (contrabbasso), Armand Priftuli (viola e violino) e Gabriela Ungureanu (violoncello).
“Apri le braccia”, ovvero quando i sogni si realizzano.
Quando si ha dentro il “fuoco sacro”, i sogni si possono realizzare.
Ecco il motto di Bungaro, che ha iniziato proprio con l’invio a più editori musicali del demo di una sua versione di Once in a Lifetime dei Talking Heads.
Invio andato a buon fine e che ha portato alla realizzazione di un sogno: l’incisione di “Apri le braccia” con David Bryne e Brian Eno.
Passione e un bacio verso il cielo
In scaletta anche un pezzo molto importante e personale per il cantautore, quella “Passione” che il padre dedicava a sua madre nelle stanze della loro casa di Brindisi.
L’inserimento di questo brano è voluto essere un omaggio vero e proprio al padre, andatosene troppo presto.
Sanremo e cinema
Lungo questo viaggio tra sonorità, luoghi della mente e del cuore e poesia, spazio anche per tre capisaldi del suo repertorio: la recentissima “Imparare ad amarsi”, interpretata nell’ ultimo Festival di Sanremo con Ornella Vanoni e Pacifico e “Guardastelle” presentata nel 2004 al Festival e che ha fatto il giro del mondo.
Il terzo caposaldo è “E noi qui”, brano del 1991, cantato in trio con Marco Conidi e Rosario Di Bella.
Immancabile l’accenno a un altro brano che ha fatto il giro del mondo più recentemente: quella “Perfetti sconosciuti”.
“Perfetti sconosciuti”, colonna sonora dell’omonimo film e interpretata magistralmente da un’amica con cui il cantautore ha collaborato più volte: Fiorella Mannoia (che in contemporanea si stava esibendo a qualche chilometro di distanza).
In chiusura mi si permetta una postilla: i suoi brani, come accennavo nel titolo, sono delle vere e proprie poesie in musica.
C’è da sottolineare inoltre che se Bungaro è universalmente riconosciuto come autore, le canzoni prestate ad altri artisti, interpretate da lui assumono un valore aggiunto ancora più alto e risplendono maggiormente.
Prossime date del Maredentro Summer Tour? Oggi (17) a Rovigo e il 22 a Taranto.
Per la foto di copertina ringrazio Roberto Camuffo e per le altre foto nell’articolo Beatrice Demori