Il 5 maggio è andato in scena al teatro Trastevere di Roma Bufale, di e con Marco Trabucchi e la partecipazione di Fabio Zito e Arianna Luzi.
Conclusa la parentesi romana, scopriamo insieme cosa ne pensa lo stesso Marco Trabucchi del suo spettacolo e quale futuro attende Bufale: Storie di ciarlatani, lestofanti e fanfaroni.
Un’unica serata per le tue “Bufale”. Come è andata?
Molto bene, la serata ha registrato il sold out e di questo sono molto contento. È stato un banco di prova di cui devo ritenermi soddisfatto per essere stato il primo debutto assoluto dello spettacolo. Chiaramente, come in tutti gli spettacoli teatrali, che per propria natura sono in divenire, work in progress, subirà in futuro delle evoluzioni e dei miglioramenti che le preziose reazioni del pubblico suggeriranno di volta in volta.
Le reazioni del pubblico sono state quelle che ti aspettavi?
Sì, il pubblico ha reagito nel modo in cui io prevedevo già quando ero in fase di scrittura. Il mio intento fin dall’inizio era quello di fare uno spettacolo comico che facesse ridere il pubblico, ma allo stesso tempo riflettere su quello che è il fenomeno di un certo malcostume italiano. Per questo, alcuni sketch non vogliono per forza strappare la risata, ma offrire una riflessione amara e più seriosa.
Come è nata l’idea di mettere in scena Bufale?
“Bufale” nasce prima di tutto dall’esigenza di mettermi in gioco in prima persona, con un’opera scritta e interpretata da me, e dalla nostalgia di quella bolla di polvere e luce che è il teatro. Sono sempre rimasto affascinato e divertito dalle astuzie di certi imbroglioni, dal loro mutare forma in base alle esigenze per mettere in atto i loro diabolici piani. A tutti è capitato di essere “truffati”, e a volte può capitare di trovarsi di fronte a dei veri e propri personaggi comici. Il mio spettacolo presenta dei furfanti dalla personalità pittoresca, con la loro buffa attitudine a simulare, travestirsi, recitare bene o non bene la propria parte e, citando Sgarbi sul caso Wanna Marchi, verrebbe da dire che arrestarli sarebbe come arrestare Topolino.
Una serie di personaggi che si sono susseguiti sul palco. Si può parlare di spettacolo di trasformismo?
Non lo definirei uno spettacolo di trasformismo tout court. “Bufale” non si concentra sull’arte spettacolare del trasformismo, quella di Fregoli o di Brachetti, incentrata più sulla magia e l’illusionismo, sui sorprendenti e repentini cambi di costumi di scena. I miei personaggi raccontano storie, si prendono il loro giusto tempo per stare in scena e inscenare il loro piano truffaldino. Certo, mi trasformo, interpreto un uomo giovane, uno meno giovane, una donna, un bambino, un vecchio, ma non sono cambi fini a sé stessi. Mesi fa ho visto al Teatro Sistina uno spettacolo di Brachetti e sono rimasto sconvolto dalla sua bravura, non riuscirei mai neanche minimamente ad avvicinarmi a quelle tempistiche di cambi d’abito, e poi non è quello che voglio. Il mio spettacolo è, per usare un neologismo, una “metatruffa”, nel senso che i personaggi, i truffatori, sono probabilmente travestiti dal ruolo che trovano più consono per intrappolare il credulone di turno, ma allo stesso tempo io mi travesto da più personaggi, come se fossi io il primo imbroglione che mette in scena, ma questa volta in maniera onesta, delle bufale.
Non eri solo sul palco, con te Arianna Luzi e Fabio Zito. Qual è stato il loro ruolo?
Fabio e Arianna mi hanno accompagnato in questo spettacolo sostenendomi e sostenendo i bizzarri personaggi che ho creato, ricoprendo a volte il ruolo di vittime delle truffe in atto, a volte compari di imbrogli. Inoltre Arianna, che è anche una cantante, ha presentato, tra un cambio di scena e l’altro, alcune sue canzoni tratte dal suo primo album “Bring It Out”, in finale a Sanremo Rock di quest’anno.
Ci sono altri progetti o ti concentri su questo spettacolo?
Porterò avanti, insieme al mio socio Alberto De Angelis, i progetti cinematografici della Hundred Dreams Production, ma vorrei anche portare “Bufale” in tournée nei vari teatri italiani.
Prossime date di Bufale?
Sono ancora in fase organizzativa per quanto riguarda le date per la prossima stagione teatrale, ma probabilmente quest’estate porterò lo spettacolo nelle Marche, la mia regione di origine.
Se vi siete persi la nostra recensione dell’opera di Marco Trabucchi, potete recuperarla qui.