Il Teatro Gobetti di San Mauro Torinese ha inaugurato la nuova stagione teatrale: un cartellone di quattro spettacoli, intitolato “Perle di teatro”, coraggiosamente organizzato dalla direzione artistica di E20inscena che, in base alle attuali disposizioni sanitarie, può ospitare, fino a dicembre, soltanto 65 spettatori in platea.
L’apertura di stagione è stata affidata ad Alberto Barbi, con lo spettacolo “La maglia nera. Malabrocca al Giro d’Italia”.
Luigi Malabrocca, nato nel 1920 a Tortona e cresciuto a Garlasco, ultimo di sette fratelli, sembrava avere un destino già scritto, fin dal giorno della nascita, quando – si racconta – il padre gli abbia sussurrato: “Se continui ad arrivare così in ritardo, nella vita ti toccherà pedalare”.
Negli anni Quaranta due sfide affascinarono i tifosi del ciclismo: la rivalità tra Coppi e Bartali per il primo posto e lo scontro Luigi Malabrocca vs Sante Carollo – costellato di trucchi, improbabili nascondigli e fughe in solitaria al contrario – per ottenere la maglia nera al Giro d’Italia: Malabrocca riuscì ad aggiudicarsela per due anni consecutivi, nel 1946 e nel 1947.
Soprannominato “il Cinese” per via dei suoi occhi a mandorla, Luisìn, infatti, aveva capito di non poter competere contro i grandi del suo tempo e aveva scelto – con l’appoggio della moglie Ninfa – di lottare per essere l’ultimo, attirandosi così l’affetto della gente comune, ma soprattutto i premi in denaro attribuiti all’ultimo classificato.
Attraverso le cronache del Giro d’Italia riportate sui giornali dell’epoca – spesso firmate da Gianni Brera, il giornalista che ha raccontato il ciclismo italiano – Alberto Barbi, con pochi elementi in scena (un leggio, una valigia, copie di giornali svolazzanti e un paio di biciclette) e la semplicità dell’affabulazione, riesce a imprimere efficace forza evocativa al racconto di un periodo in cui la società italiana è in piena evoluzione; ad accompagnarlo e sostenerlo, le musiche del Trio Lescano (Pippo Non lo sa, Ma le gambe, Bellezza in bicicletta), del Quartetto Cetra (Ciao mama, Passa la prima Milano-Sanremo), la canzone dedicata a Coppi (firmata da Gino Paoli) e le immagini di un’epoca di grande ciclismo che scorrono proiettate su uno schermo.