IL SABATO E LA DOMENICA DEL FESTIVAL
DALLA GERMANIA ALL’ARTE
I MILLE OCCHI SI POSANO SULLA POESIA FRIULANA
DI SIRO ANGELI
Primo incontro tra I Mille Occhi e la cinematografia tedesca selezionata da Olaf Möller e quella slovena del premio Anno uno Vlado Škafar, ma anche con l’arte e i ritratti di Jonas Mekas, firmati da Jackie Raynal e con l’inaugurazione della doppia personale Škafar–Zakonjšek Haiku circolari. Tutto in questo sabato 17 settembre.
Domenica il festival omaggia la poesia friulana di Siro Angeli, non solo poeta ma anche drammaturgo e sceneggiatore carnico, con la proiezione visiva e sonora di tre meraviglie. Protagonista della serata la bellezza e la poetica di Marina Pierro in anteprima per I Mille Occhi.
Il sabato
Saranno i documentari di Luciano Emmer ad aprire la seconda giornata del festeggiato I Mille Occhi, sabato 17 dalle 9.15: tratti dalla serie televisiva degli anni settanta “Io e…” – incentrata su personaggi della cultura e della società italiana che commentano opere d’arte o siti storici , verranno proiettati Guido Piovene e… il ‘Battesimo di Cristo’ di Bellini e Goffredo Parise e…Piazza San Marco. A seguire verrà presentato Contare sulle proprie forze, di Mario Bernardo, un documentario sulla Cina maoista in cui, oltre a suggestive immagini girate a Pechino nel 1972, si seguono le fasi di collettivizzazione sperimentale che culmineranno nella Rivoluzione Culturale. La mattinata si conclude con Ciao Renato! di Paolo Luciani e Cristina Torelli, curatori della Raccolta Officina FilmClub che ritroveremo ospiti nella serata. È un omaggio alla figura e al lavoro di Renato Nicolini, celebre artefice delle Estati Romane e di altri eventi culturali nella capitale e non solo.
Il pomeriggio del sabato si contraddistingue per l’inaugurazione della sezione Beloved and Rejected (Amati e Rifiutati), curata da Olaf Möller ad ampliamento della retrospettiva da lui presentata al festival di Locarno. Il percorso si concentra sul tema più che mai urgente ed attuale dei migranti e degli esuli visto attraverso una selezione di film prodotti e realizzati nella Repubblica Federale Tedesca durante l’era Adenauer, tra il 1949 e il 1963 in significativo confronto con le attuali politiche dell’Europa comunitaria. “In realtà” aveva affermato Möller durante la conferenza stampa “ho dovuto pensare a qualcosa di speciale per questo festival, perché i film che hanno lasciato senza parole gli spettatori di Locarno erano già stati presentati ai Mille Occhi nelle scorse edizioni”. Il critico sottolinea inoltre il significato di proiettare questi lungometraggi a Trieste in una città che ha storicamente vissuto tale realtà direttamente, e in un paese come l’Italia che è in prima linea in questo momento di crisi, o di speranza, dei rifugiati.
Appuntamento quindi alle 14.30 con Hertz der Welt di Harald Braun, la storia dell’inventore, nonché ideatore dell’omonimo premio, Alfred Nobel, narrata dal punto di vista della prima donna ad ottenere la prestigiosa onorificenza, Bertha von Suttner.
Nel tardo pomeriggio a partire dalle 18, la storica ospite e collaboratrice del festival Jackie Raynal presenta i sue due lavori sul cineasta sperimentale Jonas Mekas, Notes on Jonas Mekas e Reminiscences of Jonas Mekas: viene così accolta con successo dall’artista francese la sfida lanciata da André S. Labarthe per la serie Cinéastes de notre temps di fornire un ritratto del regista lituano (definito come il padrino del Cinema d’Avanguardia americano) che non sia già stato immortalato in uno dei suoi stessi film.
Spostandoci dal Teatro Miela alla Galleria Doubleroom incontriamo un’altro appuntamento tra I Mille Occhi e l’arte con l’inaugurazione di “Haiku circolari”, una doppia personale dedicata alle recenti ricerche visive di Joni Zakonjšek e del regista Premio Anno uno Vlado Škafar. La mostra, a cura di Mila Lazić e Massimo Premuda in collaborazione con Jaruška Majovski, affiancherà a otto brevi “video haiku” tratti dalle recenti visioni del film Mama, i delicati acquerelli su carta della pittrice.
La serata è dedicata ad una delle meraviglie scelte dalla collezione di pellicole dell’Officina Film Club, dai suoi curatori con l’epocale film manifesto Anna di Grifi e Sarchielli, proiettato nella copia personale di quest’ultimo. Lungometraggio emblematico degli anni ’70 sul sotto proletariato giovanile romano, Anna è un film corale di quasi quattro ore girate in video tape e poi riversato in pellicola a 16mm dallo stesso Griffi, particolare che lo rende non solo un importante rappresentante dell’avanguardia italiana ma anche uno dei grandi artigiani e tecnici del cinema.
In chiusura del sabato, il primo incontro con la cinematografia di Vlado Škafar e il suo Pod njihovo kožo – Sotto la loro pelle – Under their S.K.I.N., in cui l’artista sloveno è chiamato a documentare con una videocamera il processo creativo, del film di Iztok Kovač e Sašo Podgoršek “What Are you Going To Do When You Get Out Of Here”, girato all’interno della miniera di Trbovlje.
La domenica
La domenica dei Mille Occhi si apre con Gente Così, lavoro sceneggiato, tra gli altri, da Giovanni Guareschi, e diretto da Fernando Cerchio nel 1949 a cui segue, dal percorso Beloved and Rejected di Olaf Moller, Solange Du da bist:candidato al Festival di Cannes del 1954, il lavoro di Harald Braun è un interessante esempio di cinematografia concentrica – un film nel film – che si svolge nella Germania Occidentale alla fine della II Guerra Mondiale,
Il primo pomeridiano conferma l’amore viscerale del festival per il mestiere, la tecnica e i linguaggi, e apre con 11 minuti dal quaderno di Stavros Tornes, breve estratto da un più ampio documentario di Giampiero Rizzo sulla vita e il lavoro del regista e attore greco morto ad Atene nel 1988, noto anche in Italia per aver recitato in “Cristo si è Fermato a Eboli” di Rosi e in “Allonsanfan” dei fratelli Taviani.
E c’è soprattutto il Friuli negli occhi di questa terza giornata del festival: dalle ore 17 lo sconfinamento verso le altre arti continua e si approfondisce con gli omaggi a due grandi personalità letterarie del secondo ‘900, il friulano Siro Angeli e il palermitano Franco Scaldati, quest’ultimo in un ricordo curato da Fulvio Baglivi attraverso il cinema di Franco Maresco. Al Siro Angeli, anche drammaturgo e sceneggiatore per il cinema, è dedicato l’evento speciale di presentazione del Fondo a lui intitolato e curato da Sergio M. Grmek Germani presso la Cineteca del Friuli, alla presenza di Omero Antonutti, Ermes Dorigo, Livio Jacob e Michele Zanetti, in ricordo del 40° anniversario del terremoto in Friuli e con un omaggio al giornalista e storico Guido Botteri, direttore della sede RAI del Friuli Venezia Giulia. Delle opere che conversano con la figura di Angeli, si proporranno tre gioielli: oltre a Odore di Terra, una rara intervista al poeta e sceneggiatore friulano realizzata nel 1990 da una piccola emittente locale a cura di Alberto Dorigo, compaiono anche il documentario anonimo Un Terremoto Per Tutti, approccio ecclesiastico all’emergenza sismica prodotto nel 1977 dalla Diocesi di Udine, e il programma radiofonico 55” Come Secoli, sul terremoto del 6 maggio 1976, con testi di Pasolini, Nievo, Sgorlon e dello stesso Siro Angeli letti da Omero Antonutti accompagnati dalla splendida voce di Miranda Martino nelle canzoni friulane.
Del drammaturgo siciliano Franco Scaldati si vedrà un trittico di opere su di lui centrate e tutte realizzate dal grande Franco Maresco, regista Premio Anno Uno 2013, del quale saranno proiettati a Trieste il film biografico Gli uomini di questa città io non li conosco, presentato nel 2015 fuori concorso al festival di Venezia, il programma televisivo realizzato con Daniele Ciprì e infine un montaggio inedito realizzato appositamente per I Mille Occhi, a partire da materiali inediti del lungometraggio di Maresco.
La domenica sera dei Mille Occhi ha un’appuntamento con la meravigliosa attrice icona di Walerian Borowczyk, Marina Pierro, ospite del festival e al centro del suo trittico registico realizzato in collaborazione con il figlio pittore Alessio Pierro e curato da Cecilia Ermini: si tratta della serie di cortometraggi Floaters, In versi e Himorogi, i cui due primi tasselli video vengono presentati in anteprima assoluta in una versione appositamente rimontata per quest’edizione dei Mille Occhi.
Conclusione travolgente delle terza giornata: sempre al Teatro Miela, ecco l’unica copia originale ancora esistente di Claro, lavoro d’avanguardia di uno dei massimi registi brasiliani, Glauber Rocha. Fu girato a Roma nel 1975 e recitato in inglese, francese, italiano e, in minima parte, in portoghese, da un cast internazionale in cui troviamo un Tony Scott già filmato con commozione da Franco Maresco e presentato a una delle precedenti edizioni del festival e Carmelo Bene, che di questa edizione dei Mille Occhi sembra essere il chiassoso spirito guida.
Tutte le proiezioni e gli incontri sono a ingresso libero.
Il festival è finanziato da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Fondazione Kathleen Foreman Casali, con la collaborazione dei Civici Musei del Comune di Trieste, la main partnership di Cineteca del Friuli e CSC-Cineteca Nazionale, la quale offre gentilmente anche lo spazio al Cinema Trevi e numerose copie rare per i giorni di programmazione a Trieste. Il festival vanta inoltre la collaborazione della Cineteca di Bologna e di altri archivi italiani ed europei.