Con l’Otello di Giuseppe Verdi, questa sera si apre ufficialmente la nuova stagione del Teatro degli Arcimboldi di Milano. Una stagione già presentata sulle pagine di Nouvelle, ricca di tante proposte che vanno dal musical, al balletto classico e contemporaneo, alla comicità, ai grandi concerti di artisti nazionali e internazionali. Stagione che per la sesta volta è stata programmata dalla fondazione “I Pomeriggi Musicali”, già organizzatori del Teatro dal Verme e produttori dell’omonima e storica orchestra sinfonica.
Sesta e probabilmente ultima stagione gestita da un ristretto ma altamente qualificato numero di professionisti che nelle precedenti stagioni hanno elevato il Teatro degli Arcimboldi al secondo teatro più visitato in Italia (il primo è il Sistina di Roma). Lo scorso anno le presenze sono state di oltre 220.000 spettatori, cresciuto di qualche migliaio di unità rispetto alla stagione 2011-2012.
Perché quindi, nonostante questi numeri, ho scritto che “potrebbe essere l’ultima stagione”?
Perché il Comune di Milano (che insieme alla Provincia e alla Regione è parte della Fondazione stessa), nella persona dell’Assessore alla Cultura Filippo del Corno (43 anni, diplomato al Conservatorio di Milano in composizione), insediato con l’ultima amministrazione, ha deciso di emettere un bando pubblico di assegnazione della gestione del Teatro degli Arcimboldi per i prossimi anni.
La proposta del bando aleggiava già da qualche anno, ma le precedenti amministrazioni hanno sempre poi rimandato dando l’incarico della programmazione ai Pomeriggi Musicali, incarico che arrivava generalmente in estate. I Pomeriggi così si trovavano a dover costruire il cartellone della stagione immediatamente successiva in pochissime settimane, non riuscendo così a costruire una vera e propria identità a questo teatro, né a poter progettare ulteriori utilizzi degli enormi spazi che la struttura ospita (uffici, mensa, sale prove, sale varie, foyer…) per poter avere un teatro a livello mondiale, aperto sempre, come dovrebbe essere per gli Arcimboldi, spesso purtroppo considerato in modo errato, una cattedrale nel deserto.
In modo errato perché negli anni attorno agli Arcimboldi, posizionati nella periferia nord di Milano, confinante però con realtà urbane interessanti quali Sesto San Giovanni, Bresso, Cinisello Balsamo, Monza (e di conseguenza tutta la Benestante Brianza), strutture ricettive sono cresciute (bar, ristoranti), grazie anche alla sempre più viva e frequentata Università Bicocca.
Ora il Comune di Milano, ripeto, nella persona dell’Assessore del Corno, sta per emettere un bando di assegnazione che prevede la ricerca di un gestore che possa garantire una programmazione e una linea culturale a medio termine, ignorando il grande lavoro fatto dai Pomeriggi Musicali in questi anni.
E’ ovvio che il presidente della Fondazione, Riccardo Bertollini, sia amareggiato da questa scelta e lo abbia apertamente detto all’Assessore durante la conferenza stampa di presentazione della stagione. Per tutta risposta l’assessore, seccato da questa dichiarazione di Bertollini, ha risposto semplicemente che nessuno esclude nessuno e che anche i Pomeriggi (ripeto, in quanto fondazione a partecipazione statale annovera anche il comune di Milano), potranno partecipare al bando.
Un certo malumore è serpeggiato anche tra gli operatori del settore, tra gli organizzatori soprattutto tra chi porta spettacoli dall’estero (quest’anno ad esempio Cirque Eloize, Swan Lake Reloaded, Cats) che hanno una programmazione di un anno di anticipo. Quindi, con questo bando di cui si saprà il risultato forse in primavera, questi operatori non sapranno a chi rivolgersi per fare le loro proposte.
Pare che a questo all’Assessore importi relativamente. Come forse non tiene conto degli sforzi economici fatti dai Pomeriggi per gestire un Teatro costoso anche quando è chiuso, un teatro costantemente illuminato e riscaldato nella sua interezza (perché chi lo ha progettato non ha realizzato impianti settoriali, per cui se si accende l’impianto di riscaldamento si riscalda l’intero teatro, anche quelle zone non utilizzate se non addirittura chiuse).
E non tiene conto neppure degli sforzi fatti dalla gestione dei Pomeriggi per proporre spettacoli di altissimo livello anche a prezzi popolari, avvicinando un pubblico variegato a discipline artistiche come l’Opera e il Balletto (relegati al forse meno accessibile Teatro alla Scala).
Intanto auguro ai miei ex datori di lavoro o meglio, ai miei amici del Teatro degli Arcimboldi e della Fondazione dei Pomeriggi, una buona stagione e un futuro brillante…che sia agli Arcimboldi o in altro sito.