“ILIADE- Il Gioco Degli Dei” al teatro Rossetti di Trieste fino al 10 marzo
Achille, Ettore, Elena, Paride, Agamennone…Sono nomi che riecheggiano da migliaia di anni, eppure non hanno ancora perso la loro immane potenza. Eppure questi nomi evocano ancora terre lontane, suoni di battaglia, amori immortali. Eppure, dopo tutti questi secoli, noi ancora li conosciamo. Sono i protagonisti della rinomata guerra di Troia, raccontata da Omero nell’Iliade. Tuttavia, ciò che non tutti ricordano è che eroi e principesse mortali non erano soli a Troia. Sul campo di battaglia e nelle stanze dei palazzi si schierarono anche gli dèi. Zeus, padre degli dèi, e anche di qualche figlio illegittimo mortale, Era, Atena, Hermes, Ares, Afrodite, Apollo e Teti. Ognuno di loro aveva figli, nipoti ed eroi preferiti nella battaglia di Troia e ognuno di loro era pronto a schierarsi al fianco della propria fazione, achea o troiana.
L’Iliade del Quadrivio
Da qui parte “ILIADE- Il Gioco Degli Dei” del Quadrivio, il gruppo teatrale formato da Alessio Boni, Roberto Aldorasi, Marcello Prayer e Francesco Niccolini, i quali hanno curato drammaturgia e regia dello spettacolo. Zeus, acciaccato dall’età e con qualche problema di memoria, chiama a raccolta gli altri dèi per riflettere sulla loro misteriosa perdita di fama e potere. Sono infatti caduti dall’Olimpo, vivono sulle spiagge, dimenticati dal mondo e deboli. Non si sa, però, il perché. Da questa riunione divina, quindi, si svolge il gomitolo della memoria, iniziano i flashback e vengono ripercorsi i momenti finali dell’Iliade. Entrano in scena gli eroi mortali e si scopre come gli dèi abbiano influenzato e manipolato il destino della guerra troiana.
L’Iliade ci parla ancora oggi, questa volta con una voce divina
L’Iliade omerica è uno dei testi fondanti della cultura occidentale, parla di guerra, amore, famiglia e patria. Da migliaia di anni accende i cuori e le menti di studiosi, artisti e lettori, guadagnandosi il titolo di classico dell’umanità. Ciò accade perché tratta temi cardine della natura umana, sentimenti e dinamiche che si riproducono da quando l’uomo ha messo piede sulla terra fino ad oggi. Un’opera immortale come l’Iliade è stata riproposta in tutte le salse in questi ultimi secoli, ma i riflettori si sono accesi più spesso sugli eroi mortali che sugli dèi. Il Quadrivio affronta questo monumentale testo dalla prospettiva divina e ciò offre la possibilità di accendere nuovi punti di vista, nuove dinamiche e una nuova ironia nell’opera. Gli dèi greci erano esseri immortali e dai poteri sovrannaturali, ma è cosa risaputa che non fossero infallibili. Al contrario, erano capricciosi, invidiosi, egoisti e vendicativi. Lo spettacolo quindi si tinge di commedia rielaborando riferimenti alla classicità e al mito in chiave ironica. Mentre sullo sfondo si consuma la guerra più mitica di tutti i tempi, fra gli dèi si riproducono le classiche dinamiche di ogni famiglia. La moglie Era se la prende con Zeus, il marito infedele, Ares e Atena litigano come fratellini e così via. Così l’Iliade viene spogliata dei suoi aspetti più complessi e arcaici per poterla avvicinare allo spettatore contemporaneo. Ritorna alla sua origine di storia raccontata attorno ad un focolare, intrattiene, diverte e commuove.
Un cast divino, per metà umano e per metà burattino
La narrazione è dinamica e corale, orchestrata in modo da lasciare spazio ad ogni personaggio tra deliziosi scenari comici e gloriose scene di battaglia. Un cast d’eccezione vede Alessio Boni nei panni di Zeus, Iaia Forte in quelli di Era, Haroun Fall interpretare Hermes, Jun Ichikawa Afrodite, Francesco Meoni Ares, Elena Nico Atena, Marcello Prayer Apollo e Elena Vanni Teti, madre di Achille. Le interpretazioni sono sublimi, restituiscono la potenza, la sensualità e l’imponenza dei personaggi divini bilanciandole con una fresca ironia. Inoltre la narrazione è resa in maniera spettacolare anche grazie all’uso di maschere e burattini. Per l’occasione sono stati creati burattini a grandezza naturale, o “marottes”, con testa, braccia e vestiti che nascondano i bastoni con cui vengono mossi da dietro. Questa soluzione si lega all’antichissima tradizione del Teatro di figura e trova corrispondenze a livello internazionale come il bunraku giapponese. Così uno stesso interprete può vestire ruoli diversi e la narrazione diventa molto più accattivante e coinvolgente.
I potenti che muovono i fili
Nello spettacolo solo gli dèi sono totalmente umani, mentre gli eroi sono raffigurati da questi imponenti burattini completi di elmi, lance e scudi. Viene così esaltata l’idea di racconto e l’umanità di questi poveri mortali, fantocci manovrati da bastoni come nella storia gli uomini vengono manovrati dai potenti dèi. In questo modo emergono anche i temi filosofici e morali che stanno alla base della rilettura da parte del Quadrivio. Sotto il mito troviamo riflessioni sulla religione, sull’infinito ripetersi di guerre e violenze, sulla differenza tra amore e desiderio e sull’illusione del libero arbitrio. Lo stesso Alessio Boni, nell’intervista di Ilaria Lucari, afferma: “Anche oggi qualcuno tira le fila di ciò che accade in Ucraina, in Palestina. […] I nuovi Dei sono nell’insolenza dei potenti, che mandano le persone in guerra, che se ne infischiano del bene della gente […]”. Alla fine dello spettacolo, dopo che Achille è morto e Troia è caduta, Zeus riflette “diciamo di aver creato gli uomini a nostra immagine e somiglianza ma forse è il contrario”.
Una scenografia sorprendente
Costumi, luci, musiche e una sofisticata scenografia arricchiscono lo spettacolo in maniera raffinata. Gli sfarzosi costumi a cura di Francesco Esposito uniscono tessuti e linee moderne a riferimenti antichi che si avvicinano a volte al teatro di Goldoni, altre al teatro asiatico e così via. Si crea una girandola brillante e stupefacente di colori, decorazioni dorate, ventagli e giacche di pelle che pare catapultarci in una favola. Inoltre l’uso sapiente delle luci di Davide Scognamiglio fa risaltare ancora di più l’espressività e l’imponenza di maschere e burattini che, come figure stilizzate su un’anfora antica, si stagliano imponenti contro il fondale dai toni caldi. La musica di Francesco Forni costruisce atmosfere sognanti e solenni durante scene d’amore e di guerra, rendendo ancora più dinamica e incalzante la narrazione. Infine, come raffinato contenitore di tutto ciò, la scenografia a cura di Massimo Troncanetti si rivela sorprendente e sofisticata. L’uso di specchi espande il palcoscenico e le interazioni tra umani e dèi vengono orchestrate in maniera creativa e sapiente tra porte nascoste e scale ritraibili.
“ILIADE- Il Gioco Degli Dei” è una rilettura giocosa e creativa del poema omerico che si arricchisce di soluzioni narrative sorprendenti ed evocative. Lo spettacolo risulta così sofisticato e coinvolgente, rendendo accessibile un testo antico e imponente come l’Iliade, ma senza perdere il suo spirito immortale.
Venerdì 8 marzo: la compagnia dello spettacolo incontra il pubblico
Alessio Boni, Iaia Forte e la compagnia di “Iliade. Il gioco degli dèi” incontreranno il pubblico, intervistati dal professor Paolo Quazzolo, storico del teatro dell’Università degli Studi di Trieste. L’evento organizzato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste si terrà venerdì 8 marzo alle ore 18 alla Sala Bartoli. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.