ll caso Spotlight, con un cast impeccabile, ci fa rivivere un’atmosfera che rievoca i thriller anni settanta con una sensazionale indagine che svela gli abusi sessuali di oltre 70 sacerdoti di Boston ai danni di minori. Con la regia di Thomas McCarthy. Protagonisti: Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber, John Slattery e Stanley Tucci.

ll caso Spotlight, ha ricevuto molte critiche positive e 6 nomination agli Oscar, tra cui quelle per Miglior film, Miglior attore non protagonista (Mark Ruffalo), Miglior attrice non protagonista (Rachel McAdams), Miglior regia, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura originale; inoltre è stato presentato festival di Venezia e Toronto.

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Spotlight è un team di lavoro interno al giornale statunitense Boston Globe e il più longevo team di giornalismo investigativo degli Stati Uniti. La pellicola racconta la vera storia di un gruppo di giornalisti del Boston Globe che nel 2001 scoprì un grosso caso di molestie sessuali compiute dai preti cattolici di Boston.

Siamo esattamente nel 2001, e arriva nella redazione del giornale Marty Baron che è il nuovo direttore (e attuale direttore del Washington Post). Baron vuole rilanciare la squadra di giornalisti d’inchiesta di Spotlight con un caso clamoroso: la storia di un sacerdote accusato di abusi su minori. Da quel sacerdote l’inchiesta si allargherà fino a giungere ai più importanti esponenti della Chiesa cattolica di Boston, di cui molti furono accusati appunto di abusi su minori e altri di aver coperto quegli abusi, temendone le ripercussioni mediatiche. La storia raccontata dal film è vera per le loro inchieste su quello che è ora conosciuto come il “Massachusetts Catholic sex abuse scandal” i giornalisti di Spotlight vinsero nel 2003 il premio Pulitzer per il miglior servizio pubblico.

Ci riporta ai thriller giornalistici in voga negli anni settanta; e pur essendo candidato agli Oscar, è stato prodotto da una società giovane, la Open Road Film, che sta cambiando il modo in cui si fanno i film negli Stati Uniti, occupando gli spazi lasciati vuoti dalle major che producono solo film con budget enormi e attori famosissimi.
La forza con cui Papa Francesco ha condannato, anche con la detenzione entro le mura vaticane, i colpevoli di questo tipo di reati è prova di una nuova consapevolezza in materia. E per questo motivo infatti che Michael Keaton ha dichiarato che spera che Papa Francesco guardi il film.

Di fatto

Il film genera grande preoccupazione sull’insabbiamento degli abusi da parte della Chiesa cattolica

ha dichiarato inoltre Peter Saunders, attivista e membro della commissione, che in passato fu anch’egli vittima di molestie da parte di un prete a Londra.

Penso sarebbe un buon momento perché anche il Papa lo vedesse”.

Intanto si aspettano commenti ufficiali in merito da parte del Vaticano.

La Chiesa Cattolica, grazie ad alcuni suoi esponenti collocati ai livelli più alti della gerarchia, ha creduto di salvare la fede dei molti nascondendo la perversione di pochi

Da non perdere.

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