Per questi motivi, dal 2002 abbiamo cominciato a strutturare il progetto Comunichiamo PositivaMente. Col tempo l’abbiamo perfezionato, e dal 2009 è presente gratuitamente nelle scuole con tre modalità: 1. Corsi di Comunicazione Efficace rivolti a genitori e insegnanti delle primarie; 2. Little Artist rivolto ai bambini; 3. Love&Love rivolto agli studenti delle superiori.
Come hanno risposto le scuole alla vostra iniziativa e cosa c’è ancora da fare per sensibilizzare la scuola alla partecipazione verso questi progetti?
Alle nostre iniziative, alcune scuole rispondono con maggiore entusiasmo e partecipazione di altre. Certo, il mondo della scuola è sotto osservazione, i fondi sono insufficienti, i locali e gli arredi sono a volte fatiscenti, gli spazi esterni poco o male utilizzati. Le scuole subiscono furti, gli insegnanti sono oberati di lavoro… Inoltre, non sono previsti corsi specifici per acquisire le competenze in tema di educazione all’affettività, utili a interagire efficacemente con i bambini, i nativi digitali, che hanno più dimestichezza degli adulti con le nuove tecnologie.
Sarebbe davvero molto bello che i dirigenti scolastici agevolassero tutti gli insegnanti a partecipare a questi progetti e che il MIUR offrisse loro un corso completo, elaborato da psicologi specializzati nell’approccio sociale e umanistico integrato. Ai nostri volontari chiediamo tale specializzazione e li formiamo alla realizzazione degli obiettivi del progetto. La loro attività è monitorata e coordinata dal prof. Andrea Pagani, docente della Scuola di Specializzazione Quadriennale in Psicologia Clinica di Comunità e Psicoterapia Umanistica Integrata A.S.P.I.C. riconosciuta dal M.I.U.R.
C’è ancora molto da fare per sensibilizzare scuola, famiglia e istituzioni ad aderire al progetto, perché vede, proporre un progetto volto a fare acquisire, attraverso esercitazioni pratiche, competenze emotive, sociali e razionali è abbastanza complicato da diffondere, come è complicato far recepire che la creatività, come diceva Edison, è l’1% inventiva e il 99% sudore della fronte.
Dobbiamo, dunque, continuamente superare molti ostacoli ben radicati nell’animo umano, quali la diffidenza, la paura di mettersi in gioco, l’abitudine e forse anche l’assuefazione ai fatti negativi, la convinzione che i problemi riguardano sempre e solo il vicino di casa.
Di certo ci sarebbe molto utile la condivisione e il supporto dei media. Il vostro ruolo infatti è strategico perché, mi sembra di ricordare che il primo compito dovrebbe essere quello di fare informazione-formazione etica e civica.
Infine, mi permetta di aggiungere che potrà apparire presuntuoso attribuire all’attività svolta dalla Onlus una valenza di eccellenza extra-ordinaria, ma ci sentiamo nella condizione di affermare che il nostro progetto potrebbe raffigurarsi come “la madre di tutti i progetti umanitari e sociali” in quanto è in grado di rafforzarne le potenzialità di ciascuno. Contribuendo, infatti, in modo concreto allo sviluppo morale e sociale dell’individuo, è in grado di combattere la dispersione scolastica, rafforzare la professionalità dei docenti e la genitorialità, ricentrando scuola e famiglia quali punti di riferimento per le nuove generazioni, agevolare gli studenti nella scelta degli studi e nell’avviamento al lavoro. Non ultimo è in grado di contribuire a prevenire il bullismo e altri fenomeni di disadattamento e di violenza quale, per esempio, il femminicidio. In estrema sintesi, educando all’onestà e al rispetto degli altri e della natura, si contribuirà a stimolare una coscienza etica e prosociale orientandola a modificare comportamenti e stili di vita volti al rispetto dell’essere umano e del mondo che lo circonda, nella consapevolezza che per stare bene il singolo devono poter stare decorosamente bene tutti. Siamo fermamente convinti che questi sono i cambiamenti necessari che ciascun cittadino deve mettere in atto per uscire dalla crisi a 360° che la società, l’ambiente in cui viviamo e l’aria che respiriamo, stanno attraversando.
La vostra Onlus “ Bambino oggi…Uomo domani”, crede nella costruzione dell’identità dei bambini/ ragazzi passando fra le altre cose anche attraverso l’arte e le emozioni. La vostra caratteristica principale quale vuole essere?
Vogliamo far lavorare bambini, ma anche genitori, insegnanti e studenti sul riconoscimento delle proprie emozioni e sulla difficoltà a comunicarle, sullo sviluppo della creatività, perché ciò agevolerà la gestione costruttiva delle frustrazioni, delle divergenze, dei conflitti che accadono normalmente nella vita quotidiana, prima che diventino irrisolvibili e fonte di problematiche e di fenomeni di disadattamento.
Little Artist è stata pensata per entrare in contatto precocemente con i bambini attraverso una modalità a loro congeniale, il disegno e la costruzione di oggetti, stimolando così oltre alla creatività e ai comportamenti empatici e prosociali, anche altre competenze quali risolvere i problemi, il gioco di squadra, elaborare idee e realizzarle. Questo lavoro su se stessi e il confronto con gli altri, permetterà loro di assorbire nuove idee e di pensare in maniera innovativa, lontana dagli schemi mentali del passato e di prepararsi alla vita lavorativa allineandosi ai parametri internazionali. C’è da dire che il mondo del lavoro oggi richiede tre competenze: Hard Skills (scolastiche), Soft Skills (comunicare in diversi ambienti) e Life Skills (emotive, sociali, razionali).