Mentre mi preparavo per l’incontro di ieri sera allo Spazio Gabelli di Pordenone ripensavo al titolo e ragionavo sul fatto che conservo un ricordo affettuoso del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis, pur non ricordando quando l’abbia letto ma osservandolo di tanto in tanto sulla libreria.

Fa rimanere piacevolmente stupiti il fatto che Paolo Di Paolo, introducendo i suoi correlatori Gabriele Pedullà e Marcello Fois E quell’infame sorrise. Elogio di Edmondo De Amicis”, parta dalla stessa riflessione. Fois è autore di vari libri, di cui l’ultimo, da cui prende il via l’incontro è “L’invenzione degli italiani. Dove ci porta Cuore”.

L’invenzione degli italiani. Dove ci porta Cuore.

La riflessione, con la quale si è aperta una analisi a cuore aperto di De Amicis, riguarda il rileggere la letteratura nel tempo e il fatto che, certe opere, come certi autori, scontino opinioni pregiudiziali, nel bene e nel male, che poi si cristallizzano nel tempo.

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L’invenzione degli italiani è una sorta di capitolo di un manuale di lettura creativa di quelli che vengono considerati classici.

Ci sono opere, nella tradizione letteraria, che danno un’immagine di sè, la emanano, in qualche modo anche prescindendo dalla lettura effettiva.

Tutti noi abbiamo un’idea di cuore e potremmo averla anche molto falsata, adulterata in qualche misura, da una stratificazione pregiudiziale.

La pregiudiziale della retorica

Da sempre all’opera di De Amicis viene infatti affiancato un aggettivo, retorico, nell’accezione di lacrimoso ed anche edificante, che denota la presenza di clichè e stereotipi nell’analisi di Cuore. Marcello Fois propone un’analisi alternativa.

Marcello Fois proietta Cuore nell’orizzonte di senso derivante dalla lettura che avrebbe potuto darne un coevo, quindi un cittadino di fine 1800,dandogli una dimensione 

di gesto etico che deve agire sulla realtà

De Amicis, come rilevato da Fois e dai correlatori, ha quindi la volontà di costruire un mondo parallelo, in una sorta se non di fanta- scienza, di fanta-etica o fanta politica.

De Amicis e il presente: Cuore è sempre attuale

Negli ultimi quattro decenni ha però dominato la lettura, pregiudiziale in senso negativo in questo caso, che ne aveva fatto Umberto Eco dall’Elogio di Franti.

Lettura che ha influenzato molto la critica, condizionandone una lettura negativa attraverso la lettura positiva del personaggio negativo.

Fois ci dimostra la fiducia, folle e sproporzionata, afferma Di Paolo, di un autore nelle proprie parole e nella possibilità che agiscano nel reale, tanto da edificarlo. 

utopistico se si pensa che il reale da influenzare e edificare era la comunità degli italiani, in una neo- nata Italia.

Fois costringe a rileggere quindi brani di Cuore, togliendone tutte le possibili incrostature rendendo il lettore stupefatto sì dalla bravura oggettiva nella scrittura sia dall’idea alternativa, quasi utopistica, di società secondo Amicis.

Non a caso, chiosa Fois, al netto delle critiche e degli ostacoli portati dalla rilettura che ne aveva fatto Eco, i maggiori sponsor di Cuore negli ultimi decenni, tramite citazioni sottili si trovano nell’ I care di Don Milani ma anche nel discorso della luna,  uno dei più celebri discorsi di Papa Giovanni XXIII

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