La ricerca di situazioni particolari è sempre stata tra le prerogative de La Nouvelle Vague. Stavolta siamo andati a scovare una Compagnia teatrale francese che mette in scena spettacoli di Molière in versione bilingue.
Ne abbiamo parlato con Raphaël de Angelis, direttore artistico, regista e tra i fondatori della Compagnia.
Buongiorno Raphael. Possiamo definire “Le Théâtre de l’éventail” come una Compagnia francese con influenze orientali, e poi vedremo il perché . Quando siete nati e da chi è formata ?
La compagnie “Le théâtre de l’éventail è stata fondata nel 2007 sotto mio impulso. Il nome del teatro de l’evantail è stato scelto per diverse ragioni. Prima di tutto l’eventail (trad. il ventaglio) è un accessorio utilizzato in teatro dagli attori, ma abbiamo scelto questo nome soprattutto perché nel Teatro No (teatro tradizionale giapponese ndr). il ventaglio rappresenta l’anima dell’attore e lo porta sempre con sé.
Teatro occidentale e teatro orientale, quali i punti di divergenza e quali quelli di incontro ?
Una delle grandi differenze tra il teatro tradizionale orientale e quello occidentale (Commedia dell’Arte) sulla quale lavoriamo è il fatto che il teatro tradizionale orientale non si è mai interrotto, è un’arte che si tramanda da generazioni, da padre in figlio. Invece il teatro tradizionale occidentale ha subito un’interruzione di quasi due secoli tra il XIII° ed il XX°. Così risulta più complicato spiegare cosa sia la Commedia dell’Arte perché non esiste un’eredità precisa nella tradizione teatrale dell’Occidente.
Tuttavia esistono dei punti in comune tra queste due forme d’arte. In ambedue i casi si tratta di teatri non realisti, teatri formali, che richiedono un grande apporto fisico dunque teatri molto energici. In più nel teatro orientale ritroviamo delle farse la cui struttura è molto simile al « canovaccio » della Commedia dell’Arte (p.e. rapporto padrone servitù). E poi chiaramente l’utilizzo delle maschere in ambo i teatri.
Quali sono i ricordi più belli dei vostri primi anni di attività?
Nel 2009 e nel 2011 abbiamo fatto una grande tournée, l’Illustre tournée, attraversando tutta la Francia sulle tracce del percorso di Molière e della sua compagnia. Una tournée durante la quale abbiamo recitato nelle piazze dei paesini, dinnanzi ad un pubblico variegato, riuscendo a creare un’atmosfera molto calorosa e conviviale. Sentivamo addosso una grande libertà di espressione ed abbiamo fatto incontri toccanti e visitato luoghi magnifici avendo anche la possibilità di recitarvi, il che è il massimo per un attore.
Un altro momento importante per noi è stato nel 2009 quando abbiamo recitato al Theatre de la Cartoucherie, un luogo mitico del teatro francese dove è stato rappresentato “L’age d’or” , uno spettacolo che Ariane Mnouchkine ha creato nel 1970 e dove rinnovava il legame con la Commedia dell’Arte.. E’ uno spettacolo quasi leggendario per noi ed uno degli spettacoli più belli della Mnouchkine.
Ma anche la messa in scena del « Medico per forza » è stata importante perché ci ha consentito un decisivo miglioramento della nostra arte.
Presentate in Italia spettacoli bilingue, quali sono le maggiori complessità e come organizzate lo spettacolo ?
La prima difficoltà di « Medico per forza » in italiano è stata quella di fare un adattamento teatrale coerente, di scegliere le scene migliori in italiano e delle buone scene in francese e che la combinazione delle due scelte diventasse uno spettacolo fluido. Per consentire questo risultato abbiamo deciso di collaborare con un attore italiano, Adriano Saleri incontrato al Teatro Valle di Roma.
C’è stato poi bisogno che gli attori francesi imparassero la pronuncia italiana corretta, cosa molto difficile poiché la maggior parte di loro non conosce una sola parola nella vostra lingua.
Così la presenza di un attore italiano in Compagnia nel ruolo di Pantalone, ovvero del padrone, di colui che decide, rinforza la coerenza della versione bilingue.
Con questa mesa in scena proseguite con il lavoro fatto sulla tradizione (la farsa francese e la Commedia dell’Arte) ed il teatro popolare. Perché proprio quest’opera di Molière e perché Molière ?
Quando abbiamo cominciato abbiamo scelto di lavorare su testi di Molière proprio perché è forte l’impronta della Commedia dell’Arte in tutta la sua produzione. Ci sembrava quindi adatto ,visto che è proprio il tipo di teatro che avevamo deciso di rappresentare, di lavorare sui testi di questo autore.
Poi anche perché in queste opere c’è una truculenza, un’energia, un modo geniale di far arrivare le situazioni comiche. Inoltre c’è anche il lato « popolare » che ci piace molo. Perché « Medico per forza » ? Al momento della fondazione della Compagnia abbiamo messo in scena due opere di inizio carriera di Molière, « Medico volante » e « La gelosia del Barbouillè » che sono praticamente dei canovacci. Il « Medico per forza » invece è stato scritto alla fine dei giorni dell’autore, benché avesse la struttura degli inizi ma con tutta l’esperienza accumulata nella lunga carriera e vi si trova un reale progresso nella scrittura. Quindi lavorare su questo testo significava progredire anche per noi e di approfondire il nostro lavoro seguendo i progressi dell’autore.
Le Maschere di Moliere, un rito che tramandate.
Si, recitando in maschera in luoghi differenti, e non solo nei teatri, ma anche nei festival o sulle piazze dei paesini, contribuiamo a far riscoprire questa forma di arte e lo stesso autore. Facciamo anche degli spettacoli per le scuole, come al Teatro Valle di Roma il 27 e 28 novembre, che sono seguiti da incontri con gli studenti che ci possono fare delle domande e ammirare i costumi e le maschere dei personaggi. Anche il recitare all’estero è un modo per trasmettere la lingua di Moliere. Rendere viva questa eredità del passato è un aspetto che ci sta molto a cuore.
Quanto è attuale Moliere nel 2013? Chi è Sganarelle oggi ?
L’importante per noi è restituire la vita presente nelle opere di Molière. Siamo semplicemente qui per dare corpo ed energia, per mettere in scena l’opera e renderla viva, ed è in questa vita che risiede la modernità. Sganarelle è un tipo universale, fuori da qualsiasi contesto temporale. Non è per forza interessante domandarsi chi è oggi, ciò che conta è che è ancora vivo. Ci sono dei tratti importanti come la brutalità, la violenza, il piacere dell’alcool, è anche molto furbo, divertente, irriverente ma anche generoso.
In Italia i tagli ai finanziamenti del mondo culturale hanno creato parecchio malumore e destato più di una preoccupazione dal punto di vista sociale. Com’è la situazione del Teatro in Francia?
In Francia ci sono dei teatri, come quelli Statali, che sono aiutati e poi delle Compagnie locali, come la nostra, che sono meso sostenute ma che ricevono comunque delle sovvenzioni. Ciò ci permette di creare spettacoli in condizioni dignitose. Esiste in Francia anche un sistema che consente agli attori di entrare in un regime di disoccupazione. Abbiamo la fortuna di vivere del nostro mestiere e di dedicarci totalmente alla Compagnia ed alla creazione di spettacoli.
Ma la crisi economica attuale solleva comunque molte inquietudini anche nell’ambiente culturale francese.
Vi siete di recente esibiti a Roma, come è stata l’accoglienza del pubblico ?
Abbiamo incontrato un pubblico caloroso e generoso. Sentivamo che all’inizio l’adattamento e la versione bilingue erano sorprendenti per la gente, che non si aspettava di sentirci parlare in italiano ma ben presto il pubblico si è lasciato prendere per mano ed ha accettato « il codice ». Anche gli spettacoli per le scuole sono stati piacevoli per noi, Gli studenti italiani sono molto attenti e reagiscono meglio dei loro corrispettivi francesi, Conoscono le maschere e riconoscono immediatamente i personaggi. Si sente che in Italia il pubblico ha un rapporto più evidente con la Commedia dell’Arte in rapporto alla Francia.
Dove gli italiani potranno assistere alle prossime repliche?
Dopo essere stati al Valle di Roma, saremo il 29 novembre alle 20.30 al Teatro Marinoni Bene Comune di Venezia.
E poi speriamo anche di tornare presto a recitare in questo magnifico Paese !