“Lady dal fiocco blu?” Cinquant’anni con Oscar di Silvia Stucchi
Una rilettura di Lady Oscar “con gli occhi del cuore”
Per molte persone rimane un cult incontrastato. Chi ha fatto parte della generazione degli oggi quarantenni guarda ancora a Lady Oscar con lo stesso entusiasmo, e la medesima freschezza di un tempo, come se nulla fosse cambiato. È impossibile scordare la celebre sigla, e tutte le vicissitudini legate alla narrazione. Ebbene, Lady Oscar, ha festeggiato i suoi 40 anni italiani (e i 50 dalla creazione).
Andò in onda per la prima volta in Giappone nel 1979, per sbarcare nel nostro Paese nel 1982. In breve tempo conquistò grandi e piccini, abbracciando in un colpo solo l’immaginario di sconfinati ammiratori. Oggi, il manga, ispirato alla vita della regina Maria Antonietta di Francia non ha perso smalto, e il personaggio immaginario della donna cresciuta come se fosse un soldato, dal nome Oscar François de Jarjayes, si sposa con la Storia della seconda metà del XVIII secolo ed in particolare alle donne vissute presso la Reggia di Versailles, paragonate a delle rose nel titolo della serie originale “Berusaiyu no bara” (Le rose di Versailles).
La realtà si confonde con la fantasia, tanto da far fiorire accanto a personaggi realmente esistiti (la contessa du Barry e de Polignac, Jeanne de Valois e Nicolas de La Motte, il cardinale de Rohan, Maximilien de Robespierre e Louis Antoine de Saint-Just) personaggi totalmente creati di sana pianta. Tutto ciò lo si deve all’aristocratica fumettista giapponese Riyoko Ikeda, discendente da un’antica famiglia di samurai.
Nel 1967, pubblica il suo primo manga, “La ragazza della casa delle rose”. Il grande successo però arriva nel 1972 grazie alla sua opera più famosa, ben appunto “Lady Oscar”. Negli anni successivi viene trasposto in un’opera teatrale, in un film e in una serie animata.
Nel 1984 Riyoko Ikeda aggiunge inedite racconti a “Lady Oscar”, pubblicando “Lady Oscar – Le storie gotiche”, quattro racconti conclusivi.
Nel 1987 pubblica “Eroica – La gloria di Napoleone”, sequel di “Lady Oscar”, sulla storia di Napoleone Bonaparte. Nel 2005 riprende i personaggi di “Lady Oscar” in versione super deformed.
Nel 2008 riceve la prestigiosa onorificenza “Legion d’onore” per il suo contributo dato alla divulgazione della cultura francese, grazie proprio a Lady Oscar.
Come si legge nella presentazione a cura della casa editrice: “Chi l’ha incontrato lo sa: il personaggio di Lady Oscar è molto più di un cartone animato vintage; è un intero immaginario che cinquant’anni fa si è introdotto in modo dirompente nella cultura di massa, illuminando concetti percepiti, al tempo, in modo ancora estremamente oscuro.
Silvia Stucchi analizza in modo acuto fonti storiche, differenze fra anime e manga, caratterizzazione dei personaggi e delle loro relazioni, approfondendo il rapporto particolare che si crea fra l’idea narrativa originale e gli archetipi dell’Occidente. Sulla spadaccina in uniforme maschile è stato detto molto, eppure questo volume (pagine 156 con illustrazioni, a cura delle edizioni Graphe.it) soddisfa soprattutto il desiderio che coglie tutti gli appassionati fan di Oscar quando si ritrovano: parlarne, esprimere il proprio punto di vista, esporre al confronto la propria interpretazione della storia e dell’energia che ne sprigiona. Un omaggio che l’autrice compie con intelligenza e significato, senza mai cadere nella chiacchiera autoreferenziale.
Silvia Stucchi, bergamasca, laureata in Letteratura Latina, insegna latino nei licei e all’Università Cattolica di Milano. Autrice di monografie e saggi scientifici su Petronio, Seneca tragico, Ovidio, Cassio Emina e la cucina dell’antica Roma, collabora con riviste e testate giornalistiche, e nel tempo libero coltiva l’interesse per la letteratura poliziesca, la storia e la letteratura francese, i fumetti, e, naturalmente, per “Le Rose di Versailles”.
