La resistibile ascesa di Arturo Ui

740

 

- Advertisement -

La resistibile ascesa di Arturo Ui

di Bertold Brecht

Dopo tre anni di repliche, i tanti riconoscimenti da parte della critica e il grande successo ottenuto presso il pubblico, non solo italiano ma anche internazionale, sul palco del Teatro Argentina è stato di nuovo accolto ed acclamato La resistibile ascesa di Arturo Ui di Bertold Brecht.

Scritta  tra il 1940 e il ‘41 durante l’esilio ad Helsinki e rappresentata solo dopo la sua morte, Brecht definiva l’opera come «il tentativo di spiegare al mondo capitalistico l’ascesa di Hitler trasponendola in circostanze a quel mondo familiari».

Umberto Orsini, accompagnato da un cast eccezionale di dieci attori tra i quali spiccano Luca Micheletti e Lino Guanciale, riesce a catturare gli spettatori e ad entusiasmarli con la sua straordinaria interpretazione, trasformando una pura lezione di storia in uno spettacolo di varietà che a tratti si incontra con il musical e il cabaret.

Diretta da Claudio Longhi la pièce mette in scena truster e gangster di un’ipotetica Chicago anni Trenta indagando sui meccanismi economici che hanno portato all’affermazione del nazismo attraverso il commercio dei cavolfiori. La criminalità e il senso degli affari si intrecciano alla brama di potere di un Hitler un po’ singolare, dagli atteggiamenti mafiosi, la cui evoluzione ed ascesa politica è accompagnata dalle meravigliose citazioni del Giulio Cesare shakespeariano che fanno di lui quasi un personaggio da palcoscenico: passando per Chaplin, quello che si può definire un vero e proprio “Grande Dittatore”.

Se è vero che a volte “la tragedia prende alla leggera le sofferenze dell’umanità”, non c’è modo migliore di parlare di Hitler se non con un’ironia canzonatoria capace di offrire una visione lucida e lungimirante della situazione politica attuale.

La demistificazione della realtà è tale che il pubblico avverte sin da subito lo straniamento e il nonsense delle azioni dei personaggi. Grattacieli creati con cassette della frutta si muovono sulla scena riproducendo, così, un mondo segnato dalla fragilità e dalla corruzione, in cui i falsi valori e l’ingiustizia diventano il motore necessario per la costruzione del consenso.

Un’opera amara e grottesca capace di ammaliare lo spettatore, sorprenderlo, provocarlo ed infine  spiazzarlo davanti alla forza contrastante della satira.  La morale e il valore pedagogico emergono in ogni momento e si affermano attraverso la vis comica contenuta nelle battute mordaci e i toni salaci.

Il senso della storia e delle atrocità che l’hanno segnata è racchiuso tutto dietro nella consapevolezza che il ventre che ha partorito questo mostro è ancora fecondo. Per questo il fine di quest’opera teatrale e, anche delle opere d’arte in generale, sta nella conservazione della memoria, poiché è vero che: “chi non ricorda il passato è destinato a riviverlo”.

 

- Advertisement -

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.