Claudio Bisio: versatile, irriverente, carismatico, un animale da palcoscenico.
Cinema, fiction, teatro, televisione: Bisio è in grado di adattarsi a qualsiasi cornice comunicativa, senza mai perdere quel piglio istrionico che lo contraddistingue.
Vero è che il teatro, con quella sua imprevedibile immediatezza e quella condivisione umana insostituibile, è il mezzo per eccellenza per esaltare – o affossare – le doti di un attore.
Bisio non delude le aspettative e, in scena al Politeama Rossetti, conquista il pubblico con “La mia vita raccontata male” di Francesco Piccolo per la regia di Giorgio Gallione. Fino a qua potremmo dire che tutto ciò non ci meraviglia.
La vera sorpresa, però, è la combinazione dei vari elementi che compongono lo spettacolo: le chitarre dal vivo di Marco Bianchi e Pietro Guarracino che si intrecciano e diventano un tutt’uno con la recitazione di Bisio, intensificandone l’effetto ipnotico sul pubblico. Il testo del pluripremiato Francesco Piccolo – già sceneggiatore con Nanni Moretti, Paolo Virzì, Marco Bellocchio tra i tanti- magistralmente orchestrato dalle doti affabulatrici di Bisio.
In maniera accattivante, con quel magnetismo che ti tiene agganciato dall’inizio alla fine, ti fa ridere, ma proprio tanto e ti fa tornare indietro nel tempo, con un sorriso nostalgico.
Anche se quei ricordi che si dipanano tra il Carosello e Mara Venier, tra i mondiali di calcio e le prime cotte non sono tuoi, non puoi fare a meno di identificarti e ricercare quelle stesse emozioni. E mentre ridi a crepapelle, ecco che “La mia vita raccontata male” si presenta come un viaggio in cui ogni ricordo ci fa pensare a quanto ogni passo che abbiamo fatto in questa vita, ci ha portato esattamente al punto in cui dovevamo essere.
Il tempo e l’esperienza portano una luce diversa in quel cammino che tutti facciamo ma che nessuno sa a dove porta finché non ci si arriva. Perché la vita è imprevedibile, nel bene e nel male: un mosaico di idee, scelte, errori, sfide, incontri che forse “col senno di poi” non avremmo voluto fare ma che, come spiega Francesco Piccolo –
«[..] alla fine ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle o brutte; e ho imparato che – come i bastoncini dello shangai – se tirassi via la cosa che meno mi piace della vita, se ne verrebbe via per sempre anche quella che mi piace di più».
Così il pubblico si trova ad abbracciare ogni ricordo con quel sorriso bonario e con quella leggerezza di chi pensa – il signor Piccolo e il signor Bisio mi perdoneranno lo spoiler – “Che sarà mai!”
“La mia vita raccontata male” è in scena ancora il 9 febbraio alle ore 20.30 al Politeama Rossetti: ultima possibilità per vederlo ma, se ve lo doveste perdere, non mi verrebbe da dire “Che sarà mai” ma “Che gran peccato!”.
l’ho visto al teatro Bellini di Napoli, E’ stata di una noia pazzesca, una sofferenza ascoltare le sue banalità, sono uscita molto prima della fine, soldi dei biglietti spesi male.