Dal 4 dicembre nelle sale italiane in arrivo l’horror La Metamorfosi del Male, (Wer) distribuito da Moviemax.
Già conosciuto come Wer, di matrice horror – poliziesca, appartenente al filone lupi mannari è una pellicola di ottima fattura.
Il film è interpretato da Brian Scott O’Connor, Simon Quarterman, Vik Sahay e Sebastian Rochè. Prodotto da Steven Schneider, per la regia di William Brent Bell. La sceneggiatura è stata scritta con l’aiuto di Matthew Peterman. L’attore O’Connor, protagonista principale maschile (Talan), è una presenza inquietante; è assolutamente perfetto per il suo ruolo. Le riprese si sono svolte in Romania.
Una sorta di horror found footage, girato all’interno di una stazione di polizia. Il trailer non sembra particolarmente originale tranne per il fattore licantropia che ancora si può dire inesplorato in questo formato.
Trama
La famiglia Porter, viene barbaramente uccisa in vacanza. Si ipotizzano attacchi animali ma successivamente viene accusato della strage Talan Gwynek, un uomo incivile che vive proprio nei pressi della scena del crimine. L’avvocato Kate Moore, giovane americana che vive in Francia insieme alla sua équipe, viene chiamata a difenderlo e, convinta della sua innocenza, adotterà un approccio scientifico per dimostrare l’incapacità fisica dell’uomo di procurare danni ad altre persone. Attraverso la testimonianza della madre dell’uomo, infatti, Kate scopre che soffre di una particolare malattia genetica ereditaria che lo ha reso sin da piccolo lo zimbello del vicinato. Scavando nella sua enigmatica storia familiare, Kate e la sua squadra riportano alla luce una sorprendente leggenda. Ne deriverà un bagno di sangue e Kate dovrà fare tutto quanto in suo potere per sopravvivere ed evitare che il caos, il terrore e la morte si diffondano.
La pellicola di Bell tenta di approfondire alcuni aspetti scientifici della licantropia e questo comporta delle similitudini con esperimenti già compiuti in certi classici dell’horror; anche se verranno abbandonati poi, nella seconda metà del film che seguirà una direzione più tradizionale.
Il gioco psicologico tra i vari personaggi è interessante; ciascuno presenta un lato oscuro. Non manca il mistero; e l’approccio realistico favorisce la credibilità della vicenda, che dà molto spazio alle indagini, costituendo quasi un incrocio tra l’horror e il poliziesco, anche dopo che, nella seconda parte del film, il dubbio iniziale viene risolto e la storia diventa più prevedibile.
Pur perdendo di originalità, l’attenzione non sfuma, tant’è vero che tensioni ed esplosioni di brutalità contribuiranno a mantenere vivo l’interesse.
Assisteremo alla svolta finale tra urla terrorizzate e melodramma. L’impatto complessivo, possiamo definirlo positivo, per la capacità di intrattenere e innovare.