Dopo “Il padre” e, più recentemente, “Il Figlio, ha debuttato nella serata di giovedì, questa volta a La Contrada-Teatro Stabile di Trieste, “La madre”.

Chiude il trittico familiare di Florian Zeller, Anna la madre del titolo, interpretata da Lunetta Savino che, anche in quest’occasione, regala un’interpretazione straordinaria. Lunghi applausi hanno infatti accolto l’attrice e la compagnia al termine dello spettacolo, che rimarrà in scena fino al pomeriggio di domenica.

Si conferma inoltre la capacità del drammaturgo francese di indagare, come nessun’altro, la famiglia e le dinamiche familiari, descritte e spinte al limite ma con una base di tratti universali in cui qualunque persona possa riconoscersi.

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Nel nuovo allestimento diretto da Marcello Cotugno, si porta in scena la domanda che Zeller si pone in questo caso: quanto oltre può spingersi l’amore di una madre per un figlio prima di diventare ossessione, di sconfinare nella follia? Quanto la partenza di un figlio, ormai adulto, può essere vissuta come un tradimento?  Di colui che le è rimasto dopo aver già ‘perso’ il marito, colui che lei teme possa dimenticarla, di colui senza il quale lei non può vivere. In questo caso da chi ha investito la propria esistenza nella cura del marito Pietro, da cui è ormai lontana, e soprattutto del figlio Nicola.

Se in un primo momento Anna sembra la più lucida nel comprendere le dinamiche che la circondano, con il filo di ironia dell’interpretazione della Savino e la sagacia del testo zelleriano, pare poi entrare in un turbine di disperazione e solitudine, contro cui niente possono il marito e il figlio, interpretati da Paolo Zuccari e Niccolò Ferrero. La responsabilità di questa solitudine non sta forse anche nell’aver rinunciato alla vita? Come le ricorda più volte il marito, la vita non le può non sembrare monotona non avendo coltivato una passione o un hobby. Restando a casa mentre, lui in primis, gli altri sono impegnati a vivere.

Anche a contatto con “l’altra”, che poi può impersonificare tutte le altre donne che tentano di portare via ad Anna i propri amori. “Altra” interpretata da Chiarastella Sorrentino. Mentre lei coltiva il ricordo del tempo passato, dell’infanzia dei figli e il troppo amore.

Amare troppo? Non si può, o si ama o non si ama.

La solitudine di Anna è data anche scenicamente, in una scenografia a spazi aperti e porte. Porte,  il tempo che passa e si attraversa. Le porte di una casa grande rimasta ormai vuota, senza più i figli e con il marito perennemente in partenza; la porta da cui escono sempre le persone della vita di Anna. Dopo, recrimina la protagonista, averla usata.

Sebbene nella drammaticità dei testi zelleriani, la madre risulta il più “agrodolce” dei tre. Con più delicatezza ci ricorda di amare, e di proteggere, chi ci sta accanto. Perché il confine tra il non amore e il troppo amore è labile.

La replica di venerdì 31 marzo dello spettacolo “La madre” è cancellata e sarà recuperata domenica 2 aprile alle ore 20.30, sempre al Teatro Orazio Bobbio. I biglietti già acquistati sono validi automaticamente per la replica del 2 aprile alle ore 20.30, mantenendo i posti precedentemente scelti. La biglietteria del teatro proverà a contattare in tempi brevi tutti gli abbonati e gli spettatori per comunicare individualmente lo spostamento. Per ulteriori informazioni contattare la biglietteria del Teatro (Via del Ghirlandaio, 12 • tel. 040.390613/948471)

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