di Giulia Bornacin
Intervista a cura di Michele Albini
E’ uno dei testi più rappresentati dell’ autore dell’ assurdo per antonomasia, Eugéne Ionesco, che nel suo genere è una garanzia. E chi, come la compagnia AmArti, vuole fare del teatro un’occasione per lanciare provocazioni, sfide e spunti per riflessioni, sicuramente in Ionesco può trovare dell’ ineccepibile materiale.
La lezione: una governante, un’allieva e un professore. Una lezione privata su matematica, filologia e linguistica che, in un susseguirsi di provocazioni, intimidazioni e tormenti, sfocia nel più esasperato limite.
E’ un inno all’incomunicabilità quello che AmArti sceglie. Avrebbe voluto stravolgerne l’impostazione canonica per renderlo ancora più attuale, facendo rientrare nella pièce argomenti come il precariato e l’instabilità, affidando il ruolo della giovane allieva ad un “40enne mammone”. Il permesso negato dai detentori dei diritti ha portato la compagnia ad optare per la classica messa in scena che si è rivelata un eccellente esercizio di stile. Protagonista assoluto Claudio Scaramuzzino. Impersonifica l’impazienza e la frustrazione con tale intensità da trasformare il “sopra le righe” della regia in un’ accattivante verità.
Ritmi serrati e gran lavoro tra colleghi per uno spettacolo che non delude le aspettative.
LA LEZIONE
di
Eugène Ionesco
con
Rosa Brancatella, Claudio Scaramuzzino,
Flavia Faloppa
regia
Claudio Monzio Compagnoni e Mimmo Strati
Aiuto regia
Stefano Scaramuzzino
Scenografia
Michele Funghi
Foto di scena
Loredana Pensa