La sofisticata Compagnia di Stoccarda Gauthier Dance, si ripropone al pubblico del teatro Ponchielli, con uno struggente omaggio a Nijinski, icona del balletto russo, memori del trionfo della coreografia Poppea/Poppea, portata in scena dalla stessa Compagnia al teatro cremonese, a conclusione della rassegna Danza in cartellone.
Tutto d’un fiato, novanta minuti di azione. Dieci i quadri, proposti dal coreografo Marco Goecke, che insieme al ballerino italiano, Rosario Guerra, nelle vesti di Vaslav, nel 2016 , si sono aggiudicati il premio Danza&Danza, come miglior coreografo e migliore interprete.
Il tessuto narrativo si sviluppa a tratti anche eccessivamente prolungato nel tempo, sulla partitura musicale di Chopin, Debussy e Libana, con soave, malinconico tormento, scivolando nella gestualità del linguaggio proprio del teatro danza, per supportare la fragilità del personaggio, e la follìa, che hanno caratterizzato la, vita, la carriera di Vaslav NIJINSKY , proiettandolo, da allievo della scuola di S.Pietroburgo, ai palcoscenici di tutto il mondo , merito dell’impresario Diaghilev.
Ispirata all’intricata vicenda editoriale dei Diari di Nijinski, affidati a 4 quaderni scritti tra il 19 gennaio e il 4 marzo 1919, la scrittura coreografica, prende forma in itinere, nel descrivere , con doloroso candore, il delirio, le fobìe, e le masturbazioni mentali, di un uomo, un artista, un genio, a tratti con puntuale lucidità, il suo autoritratto e la fotografia personalissima della storia dei Balletti Russi.
Commovente tanto da strappare una lacrima
Commovente, liturgico, tanto da strappare una lacrima , con un pubblico silente, ammutolito, in parte attonito, non del tutto disposto a lasciarsi abbracciare dal concetto della “follìa”, latente in ognuno di noi, capace di esplodere, quando meno te lo aspetti.
A sipario aperto ante spettacolo, una grande immagine proiettata, di un giovane cadetto, Vaslav, attende il pubblico convenuto, quasi a volerne accorciare le distanze spazio temporali.
Ballerini sincronici, con una spiccata velocità degli arti superiori delle braccia, trattengono e rilasciano movimenti iconografici precisi, nel sottolineare le sfumature dei sentimenti degli opposti, che Laban traduce sulla diagonale dall’alto al basso e vice versa, passando dal centro del corpo, nell’effort shape dell’impulso DEL SENTIMENTO.
Solo qualche guizzo, salti e lift , per sottolineare, la leggerezza dell’anima danzante di Nijinski, in una coinvolgente interpretazione teatrale del protagonista, Rosario Guerra, arricchito in toto dall’insieme corale di personaggi della storia, alter ego, figure, che hanno contribuito a dipingere la straordinaria leggenda di un uomo, che ha cambiato le sorti e i parametri del ruolo maschile nella Danza, nel mondo.
…la morte è arrivata all’improvviso, perché io la volevo…
Vaslav Nijinsky