La Fabrica del presente: dal 28 Novembre al 24 Gennaio, quattro storie diverse esposte al Museo di Roma in Trastevere a cura di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group.
Giovani autori presentano progetti lontani geograficamente e apparentemente scollegati tra loro ma uniti dall’obbiettivo di immergersi ognuno in una realtà diversa e osservarne i presupposti, la quotidianità e i cambiamenti.
Camminando per gli ampi spazi del museo si susseguono le narrazioni fotografiche e multimediali degli artisti.
L’osservatore viaggia tra i posti più suggestivi d’Italia, attraverso “NIGHT(E)SCAPES. FROM LIGHT TO DARKNESS”, un progetto multimediale che unisce fotografia, musica e motion design. Rievocazioni di paesaggi notturni accompagnati da suoni e rumori che, senza nemmeno accorgercene, ci abbracciano nelle nostre escursioni. Attraverso la riproduzione di queste vibrazioni, viviamo interamente luoghi noti o nascosti del Bel Paese ammirati da tutto il mondo.
Passando poi per una realtà particolarmente delicata e difficile, Sofia Valiente ci accompagna nel “MIRACLE VILLAGE. FROM JUDGEMENT TO ABSOLUTION”. Le sue foto raccontano la vita dei sex offender al termine della pena. Una vita di alienazione e solitudine nel desiderio di un reinserimento sociale. La giovane artista per oltre un anno si è immersa in questo mondo difficile, seguendo la vita dei residenti del villaggio. Immagini di vita quotidiane e storie raccontate attraverso visi sofferenti che alterano il comune sentire.
15 fotografi iraniani con il lavoro “IRANIAN LIVING ROOM” aprono le porte delle case del loro paese introducendoci in una realtà fatta di contraddizioni e dualismi. Nei salotti e nelle stanze si svolge una vita parallela e separata rispetto a ciò che appare ai media internazionali e controllati dello stato locale. La libertà dello spazio privato diventa possibilità di vivere lontano da giudizi della società, di amare liberamente, di svestirsi e mostrare se stessi senza condizionamenti. Un viaggio semplice e profondo nell’Iran nascosto.
Per concludere Calogero Cammalleri, di origine siciliana, mostra uno spaccato della sua terra presentandoci un volto diverso di Lampedusa. Nel dinamismo delle sue immagini vuole raccontarci di un’isola, che ormai ricorda solo migrazione e tragedie in mare, nella sua veste autentica. Visioni di pescatori nel lento scorrere della vita isolana, gente comune tra le strade di una terra di confine.
Giovani fotografi che, ognuno a suo modo, ci introducono in realtà, di cui forse non conosciamo abbastanza, per raccontarci ogni sfumatura. Dettagli che hanno colto nel contatto quotidiano delle loro esperienze.