Vittoria Ottolenghi è stata la numero uno dei critici italiani di danza, ma non solo: è la sola a non essere stata una “ballerina mancata”.
Alla danza infatti è arrivata per caso, inventando la prima “Maratona di Danza” al Festival di Spoleto di Giancarlo Menotti e riuscendo poi a portarla anche in televisione insieme a centinaia di spettacoli, festival, rassegne, e alla memorabile serie di trasmissioni “C’è musica e musica”, con Luciano Bario.
Molte étoiles devono a lei la loro fortuna e l’hanno onorata della loro amicizia (Carla Fracci e Rudolf Nureyev su tutti) e la sua vita è stata così straordinaria che merita, ancora, di essere raccontata.
In questo agile ed arguto libro (edito nel 2008 dalle edizioni milanesi “Excelsior 1881”), Vittoria Ottolenghi ha raccontato la “sua” storia della danza in Italia a Rita Tripodi, dal 1979 giornalista della sezione cultura de l’Espresso, che da lei, al pari di tanti lettori e telespettatori, ha imparato ad amare l’arte più effimera e preziosa del mondo.
Vittoria Ottolenghi, classe 1924, è infatti arrivata per caso al mondo tersicoreo. “Manca la voce danza”, le disse un giorno il direttore dell’Enciclopedia dello Spettacolo per cui lavorava nel primo dopoguerra.
Da allora, non solo ha imparato tutto sulla danza, ma l’ha amata con tutta la sua intelligenza, con tutto il suo cuore. L’ha amata e l’ha fatta amare agli italiani.
La Ottolenghi si racconta
In brevi capitoli, la Ottolenghi ci narra la sua infanzia, la scoperta della danza e del balletto grazie all’“Enciclopedia dello Spettacolo”, del colpo di fulmine con questa nobile arte, e prosegue, pagina dopo pagina, con i racconti sui grandi ballerini che ha avuto la fortuna di incontrare, con cui era amica, e sui festival che ha organizzato.
Imperdibili i capitoli dedicati alle étoile Rudolf Nureyev e Carla Fracci con un occhio “critico” sulla situazione danza ai giorni nostri, in cui non esita ad elencare con eleganza e obiettività nomi e cognomi di quelli che secondo lei sono gli artisti migliori e di successo in palcoscenico.
Una pubblicazione molto interessante, che in capitoli sintetici e al contempo intensi ci narra una vita completamente dedicata alla danza, all’arte in generale e alla cultura, sempre con schiettezza e competenza. Vittoria Ottolenghi è un modello ideale per un critico di danza e la sua lettura è fondamentale per chi adora la danza e per chi desidera avvicinarsi ad un linguaggio corporeo ed espressivo che si trasforma in uno spettacolo di assoluta bellezza.
Maratona di danza
A lei si deve l’invenzione di un format televisivo, la Maratona di danza sulle reti Rai. La trasmissione dalla fine degli anni Settanta le ha permesso di entrare nelle case degli italiani all’ora di pranzo, per proporre celebri balletti come “Lo Schiaccianoci” e “Giselle”, riscuotendo in cambio ascolti da record e un successo in termini di gradimento.