Erik Barmack, Direttore della sezione Originals di Netflix, ha annunciato ufficialmente che La Casa di Carta 3 stagione è in produzione e sarà rilasciata il prossimo anno, nel 2019
A confermare il tutto non poteva che essere Il Professore
Estamos preparando un nuevo equipo y un nuevo golpe. Atentos a los próximos tweets.
— El Profesor (@elprofesor) April 4, 2018
Di cosa stiamo parlando ?
La casa di carta (La casa de papel il titolo originale) è sicuramente la rivelazione dell’anno nel mondo delle serie tv. Intanto ha battuto il record come la serie tv più vista in assoluto tra quelle non in lingua inglese.
La trama segue il filone classico degli Heist Movie, film su rapine per intenderci.
Un gruppo di sbandati si associa per compiere la rapina del secolo ai danni della Zecca dello Stato di Madrid. Anche se non si tratta di una vera rapina perché il loro scopo non è sottrarre banconote già stampate bensì stamparne di nuove per milioni di euro.
Tutti i membri della banda hanno un soprannome preso da una città famosa. Facciamo così la conoscenza di Berlino, Tokyo, Denver, Oslo, Mosca, Nairobi ed Helsinki.
A guidare la banda il Professore, interpretato da Alvaro Monte, che agisce da remoto. Forse il personaggio più riuscito tanto che qualcuno l’ha accostato al mitico Walter White di Breaking bad.
Per Netflix la serie, per necessità tempistiche, è stata suddivisa in due stagioni ma in realtà, nella sua uscita su Antena 3, la stagione era unica con 15 episodi da 75 minuti.
Capolavoro o bluff ?
La critica si è divisa nel giudicare La Casa di Carta. Ai molti che ne esaltano le qualità si contrappongono quelli che dicono che la serie è piena di lacune.
Chi esalta i personaggi e chi li descrive come orribili pasticcioni; chi apprezza i colpi di scena nei rapporti interpersonali e chi li associa alle peggiori soap opera sud americane; chi vede in Tokyo una via di mezzo tra Nikita e la versione adulta di Mathilde di Léon e chi invece ne contesta gli sbalzi derivanti da ormoni impazziti che non riesce a tenere a bada; chi vede in Denver il finto cattivo dal cuore tenero e chi lo considera un cretino; chi vede in Berlino il maschio alfa ed altri che affermano che per essere un leader ha parecchi difetti visto che gliela fanno tutti sotto al naso; i contestatori affermano anche che i personaggi risultano schizofrenici capaci di passare in un attimo da geni della truffa a perfetti idioti nel tempo di 3 fotogrammi.
Per non parlare della sceneggiatura piena di buchi visto che non si sa che fine facciano gli ostaggi quando non lavorano, o come mai i sequestratori abbiano tutto questo tempo libero per creare pasticci.
Senza rivelare troppo diciamo che probabilmente hanno ragione tutti. Ci si accorge che non è una storia perfetta, che i personaggi sono assolutamente imprecisi ma gli si vuole bene lo stesso. Anzi, si prova proprio affetto nei loro confronti perché, in fondo, tutti avremmo voluto far parte di quella banda.