Avete ancora negli occhi l’interpretazione che è valsa a Eddie Redmayne il premio Oscar come miglior attore ne “La Teoria del Tutto”? La disabilità in tutte le forme si dice che al cinema renda bene e forse è anche vero, ma solo se gli interpreti, la sceneggiatura e in primis il regista ne fanno un “un uso responsabile”, la materia può essere veramente importante. Io sono Mateusz, per la regia di Maciej Pierprzyca, arriverà al cinema il prossimo 12 marzo grazie a Draka Distribution, ma noi di La Nouvelle Vague Magazine l’abbiamo visto in anteprima per voi. Basato su una storia vera, (il nome reale è Przemek), quella di un ragazzo affetto da paralisi cerebrale e considerato per 25 anni assolutamente incapace di capire alcunchè di ciò che lo circonda, (considerandolo per questo nulla più che un vegetale) è un inno alla vita e alla volontà di aggrapparcisi con ogni forza. Per comunicare dobbiamo essere in due, e chi può farlo più agevolmente troppo spesso non si sforza di cercare la via giusta.
Gli unici ad aver sempre creduto, forse anche per puro istinto, nelle sue possibilità sono i suoi splendidi genitori. Il film del regista polacco non ha concessioni, ti urla in faccia quello che non siamo più abituati a sentire ponendoci di fronte a interrogativi fondamentali e che tendiamo a rimuovere. Cosa sono la vita, la morte o la normalità?
La visione non è edulcorata e mi pare la più autentica possibile. Richiede uno sforzo e non sarà per tutti, ma se gli si concede fiducia saprà regalare un’esperienza non comune e lontana dal pietismo. Mateusz è un uomo che non si da per vinto, non si lascia andare mai, costretto a conquistare ogni spicchio di vita con la stessa fatica che fa per affacciarsi in finestra per osservare il mondo. La credibilità dall’attore che interpreta il protagonista è stata fondamentale .
David Ogrodnik è magistrale e “da Oscar”. Lo avevate già apprezzato tra i protagonisti di “Ida” ( recente premio Oscar come miglio Film Straniero)? La sua trasformazione fisica e l’ immedesimazione vi sconvolgeranno per talento e tatto. Non sono il solo a pensarlo e i numerosi riconoscimenti internazionali sono li a dimostrarlo. L’unica paura è che la distribuzione certo non capillare lo terrà nascosto agli occhi di tanti, troppi spettatori.
Un plauso va anche al giovanissimo Kamil Tkacz che interpreta Mateusz negli anni dell’adolescenza.
La felicità si trova davvero in posti e momenti impensabili e questo film delicato, armonioso e complesso ce lo ricorda di continuo in una altalena di sentimenti contrastanti. Sono una persona abitualmente incline alla commozione ma la visione di questo lavoro ha toccato i nervi meno esposti: conquistato!