Arriva al Teatro Delfino di Milano La Notte di Pinocchio il testo di Marco Avarello diretto da Linda Di Pietro con Carlo Valli, Cristina Giachero, Letizia Letza, Lorenzo Grilli, in scena da giovedì 7 a domenica 10 novembre.
FINE…la storia comincia proprio da qui, dal burattino dispettoso e cattivo diventato un fanciullo in carne e ossa. Sono passati molti anni da allora: Pinocchio, all’ombra del suo mito, è cresciuto ed è invecchiato. La Notte di Pinocchio è la storia dopo la favola, dopo il presunto lieto fine. Cosa è rimasto della sua infanzia fantastica, quale è stato il prezzo pagato per averla scambiata con una vita reale? In una fredda notte di inverno, Pinocchio nella bottega di falegname ereditata dal padre, deve affrontare alcuni fantasmi del suo passato remoto e fiabesco.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare la regista Linda Di Pietro.
La storia, scritta da Marco Avarello, racconta un Pinocchio inedito. Ce lo anticipa?
Si tratta di un Pinocchio molto lontano da quello dell’immaginario di ognuno di noi, un Pinocchio riflessivo che si trova a fare un bilancio della sua vita, in una notte come le altre è assalito dai ricordi, e come per magia si materializzano nella sua bottega di falegname alcuni personaggi che hanno fatto parte della sua storia: la volpe prima, poi la fata, portano con sé brandelli del suo passato a ricordargli che “ciò che si doveva fare si è fatto e lo si è fatto al meglio”, ma Pinocchio continuerà a cercare la dignità di una vita che sia valsa la pena vivere.
Da regista, come ha lavorato alla messa in scena di questo testo?
La scena è essenziale, l’ambientazione è appunto la vecchia bottega di Geppetto e vuole richiamare la solitudine di un essere umano che sente di aver perso molto e conquistato poco, allo stesso tempo, io credo in un teatro in cui l’attore sia centrale, Marco Avarello ha scritto questo Pinocchio proprio pensando a Carlo Valli e la sua interpretazione non ha davvero bisogno di orpelli, le emozioni che riesce a trasmettere al pubblico con la sua fisicità e i colori della sua voce straordinaria lasciano ampio spazio all’immaginazione di chi assiste. Nella Compagnia vanno assolutamente ricordati l’ambigua e seducente volpe Letizia Letza, il grillo acrobata Lorenzo Grilli e la fata Cristina Giachero.
Dirige Carlo Valli bravissimo attore e indiscusso doppiatore. Come è stato dirigere questo cast?
Veramente facile! Carlo è straordinario e porta uno spessore al personaggio della fiaba che non ci si aspetta. C’è stata un’immediata adesione al personaggio e al taglio registico. Ci siamo anche divertiti molto a costruire la dinamica tra questo Pinocchio anziano anche se pieno di energia e il petulante grillo instancabile nel saltare e dispensare consigli. Letizia Letza è un’attrice con cui ho lavorato in diversi spettacoli e riesce a dare sempre una personalità e un tocco originale a qualsiasi personaggio. Cristina Giachero è una fata irresistibile. Sono stata molto contenta di avere un cast così ben assortito.
Le coreografie sono state curate da Materiaviva. Ci parla di questa realtà?
Materiaviva è una compagnia che realizza spettacoli e performance di grande impatto visivo, unendo lo stupore della tecnica circense e la poesia della ricerca teatrale. Materia Viva è anche un’accademia professionale di circo-teatro, una realtà con cui ho il piacere di collaborare da diversi anni e che mi ha aiutato a dare forma a questa idea di un grillo parlante acrobata che stupisce con salti e figure acrobatiche.
Quanto hanno contribuito allo spettacolo?
Moltissimo. Senza la loro consulenza professionale e la tecnica non saremmo arrivati a questo risultato.
Qual è il messaggio che questo spettacolo lascia al pubblico?
Devo dire che ci capita che gli spettatori diano letture diverse, probabilmente in base al proprio vissuto e alla propria sensibilità, personalmente quello che ho voluto raccontare è il conflitto che come esseri umani viviamo quando ci troviamo a scegliere tra la libertà e il desiderio di far felici quelli che amiamo, tra il bisogno di vivere intensamente e la volontà di condurre un esistenza serena. Pinocchio nella sua notte mette in dubbio tutto ciò che ha fatto e per cui ha vissuto, ma probabilmente alla fine trova il senso dell’essere stato un brav’uomo e nella sua semplicità comprende di aver vissuto un’esistenza esemplare.