Intervista ad Adriano Saleri che sarà Simon Mago alla Casa delle Culture di Roma

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Oggi vi presenteremo Adriano Saleri, un giovane attore romano con una già brillante carriera sia in TV che al Cinema ed alle prese tra pochi giorni alla Casa delle Culture di Roma con  “Simon Mago”, suo personale adattamento dal romanzo di Jean-Claude Carrière.

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Il nuovo anno vede protagonista te e tutte le persone che collaborano con te, in   una ricca ed interessante produzione teatrale. Iniziate l’undici gennaio presso la Casa delle Culture di Roma con Simon Mago. Spiegaci di cosa si tratta e perché avete scelto di mettere in scena Carrière.

 Lo spettacolo che andrà in scena alla Casa delle Culture e’ un libero adattamento ispirato a un romanzo inedito in Italia di Jean-Claude Carrière dal titolo ”Simon le mage’ ed e’ un terzo studio in vista dello spettacolo completo a breve. E’ un romanzo di fantasia ma che parte dalle poche certezze storiche su questo personaggio contemporaneo di Cristo che si era autoproclamato la ”Potenza di Dio’. Simon Mago era una sorta di guaritore, faceva dei miracoli, aveva un suo seguito ma era anche un personaggio estremamente contraddittorio,  sempre al limite tra la sacralità e la cialtroneria e nel romanzo di Carriere entra in una grossa crisi quando viene a sapere di un nazareno di nome Gesù che compiva dei miracoli assai più incredibili dei suoi, come la resurrezione di Lazzaro.

La tradizione ci dice che tento’ di corrompere l’apostolo Pietro con del denaro per poter comprare il potere spirituale, e cosi lo ha immortalato Dante diversi secoli dopo creando il girone dei simoniaci, ovvero coloro che fanno commercio dei beni spirituali. Questi sono solo dei dati di partenza storici per contestualizzarvi il tipo di storia che stiamo mettendo in scena. Ma il nostro non e’ certo uno spettacolo storico ”in peplum’. Ci interessavano le domande che Carriere pone attraverso questa storia, spesso intervenendo anche in prima persona nel romanzo. Ci mette a confronto, e anche in crisi, con il nostro più radicato bisogno di credere in un qualcosa che costituisca eccezione alla mortalità umana.

Simone diventa un po’ lo specchio di noi tutti, che nel nostro intimo vorremmo sempre essere destinati a qualcosa di grande, di unico, di eccezionale, di ultraterreno. E nel nostro adattamento  questa storia viene raccontata da due narratori tutto fare che sono un po’ dei vagabondi, un po’ dei clown, un po’ pellegrini eredi de ”La Via Lattea” di Bunuel, i quali ci introducono con leggerezza in un universo antico pieno di dogmi e credenze.

Abbiamo sempre amato il lavoro di Carriere drammaturgo e sceneggiatore ma altrettanto vasta e da scoprire e’ la sua scrittura come romanziere, le sue conversazioni sul buddismo insieme al Dalai Lama, i suoi libri scritti insieme a noti astrofisici francesi. paradossalmente potevamo avere già pronti sul piatto dei bellissimi testi teatrali da lui scritti ma ci siamo avventurati in adattamenti di suoi romanzi, dovendo fare molta più fatica e con meno garanzie drammaturgiche. ma le sue storie ci hanno cosi’ colpito che abbiamo corso questo rischio.

Questo spettacolo è inserito nel contesto di un  progetto culturale più ampio. Puoi spiegarci?

Non e’ la prima volta che lavoriamo su un romanzo di Carriere. Lo abbiamo già fatto con lo spettacolo ”Einstein s’il vous plait” (realizzato per il Festival di FrascatiScienza 2012 nella Notte dei Ricercatori e ora in scena al Teatro Tor di Nona di Roma il 25 e 26 gennaio). Uno spettacolo ispirato all’omonimo romanzo in cui un Einstein già morto da 50 anni, congelato e fluttuante in una sorta di universo parallelo entra in contatto per una ragione inspiegabile e ”quantistica”  con un bibliotecario dei nostri giorni che non trova senso nel trascorrere innumerevoli ore in una biblioteca di scienza a maneggiare libri per lui incomprensibili  e che si pone domande sul tempo e sul significato della sua esistenza nell’universo.

L’Einstein di Carriere non possiede verità ultime ma e’ in continua ricerca, come lo era in vita, per trovare l’equazione dell’universo, la formula del ”tutto” e riesce a mostrare al bibliotecario l’universo e la vita umana da un’altra prospettiva, invitandolo a rifuggire da qualunque tipo di assoluto. Ci siamo resi conto dopo aver realizzato questo spettacolo che la nostra indagine su adattamenti da romanzi di Carriere non era ancora terminata. Dopo aver affrontato il tema della scienza in Einstein abbiamo sentito forte il tema della religione in Simon Mago.

Tre romanzi di Carriere. Cosa lega questo trittico? E le regie come si sono confrontate sul progetto stesso?

Si’ sono tre romanzi. Faremo prossimamente un terzo spettacolo che affronterà il tema dell’economia…attraverso una storia contemporanea di un uomo che attende di essere pagato da mesi per un lavoro svolto. Attende per mesi quest’assegno e si barcamena attraverso le difficoltà familiari e quotidiane che tutti conosciamo senza poter utilizzare dei soldi che in teoria avrebbe ma che in pratica non ha.

Una commedia contemporanea che, anche se scritta in Francia, mi sembra molto attuale per il panorama italiano. Sottolineo che questi 3 spettacoli sono assolutamente autonomi. Non sono una trilogia e hanno regie e modalità di narrazione completamente diverse. Pero’ si viene a creare un percorso che passa attraverso lo stesso autore di partenza e  tre parole chiavi importanti oggi:  SCIENZA-RELIGIONE-ECONOMIA  E il filo conduttore forse può essere nella fede, non fede intesa forzatamente in senso religioso…ma sono tre storie dove i personaggi credono e hanno bisogno di credere in qualcosa…credere in un’equazione che ancora non si e’ lasciata scovare, credere o meno in dei miracoli, credere e sperare che un assegno prima o poi arrivi.

La regia di Einstein s’il vous plait e’ di Giles Smith e lui ha lavorato molto sul rendere concreti attraverso immagini teatrali i discorsi scientifici di Einstein e ha creato anche una banda sonora  registrata che scorre a volte parallela alla recitazione degli attori, quasi come una vecchia radio che trasmette da universi lontani. La regia di Simon Mago e’ della regista, attrice e danzatrice Anna Redi, la quale recita anche nello spettacolo e  ha lavorato sulla semplicità della narrazione orale e sull’utilizzo di pochi oggetti  per creare spazi a volte profani e altre volte sacri.

Puoi presentarci chi crede e cura questo progetto insieme a te?

Mario Migliucci e’ attore di Einstein s’il vous plait e Simon Mago e insieme abbiamo creato il libero adattamento dei due testi. Fondamentale e’ la partecipazione per Simon Mago di Anna Redi, che era la regista giusta per questo spettacolo, Manuela Fiscarelli, attrice e danzatrice e di Giovanni D’Ancicco, musicista esperto nel suonare strumenti persiani e mediorientali e che suona dal vivo in Simon Mago.

A livello produttivo gli spettacoli sono prodotti dall’Associazione Terre Vivaci di Adriana Migliucci e dall’Associazione Le Bazare di Anna Redi. Inoltre ringraziamo per Simon Mago l’Associazione Roccaltia di Chia che ci ha permesso di realizzare il primo studio su Simon Mago all’aperto in un luogo di eccezione: la Torre medievale di  Chia che fu di Pasolini.

Cosa rappresenta il teatro per voi?

Il teatro e’ una forma di condivisione di storie che non e’ mai immobile e che deve stare al passo con i tempi e non darsi mai per scontato e immortale una volta per tutte. In un’epoca in cui possiamo scaricare qualunque tipo di film e di canzone da casa il teatro e’ una delle poche cose ancora che non può essere ottenuta con un semplice click. Richiede partecipazione fisica da parte dello spettatore e anche un leggerissimo sforzo,anche solo il semplice sforzo di uscire di casa e recarsi in un teatro. Perché i teatranti si sforzano di raccontare qualcosa di importante ma hanno bisogno sempre di un pubblico e di qualcuno disposto ad ascoltarli. C’e’ quindi una doppia responsabilità.

Cosa ti entusiasma maggiormente del progetto dedicato a Carriere?

Le storie di Carriere prendono diverse forme. A volte sono dei film, a volte dei testi teatrali, a volte della favole per bambini, a volte dei romanzi, a volte dei disegni. Siamo di fronte a un magnifico cantastorie contemporaneo che utilizza tanti linguaggi con un unico fine. Quello di raccontare storie che ci rinfreschino e ci aiutino a guardare al mondo con uno sguardo più allargato e un po’ meno triste.

A volte racconta e scrive storie che ha raccolto in giro per il mondo, a volte crea storie al servizio di registi di cinema o teatro, a volte per i suoi romanzi. Per questo motivo stiamo percorrendo questo viaggio, reinventando e riadattando in maniera libera questi tre romanzi, non sentendoci schiacciati da ciò che e’ stato già scritto perché tutto può essere declinato e raccontato di nuovo in innumerevoli forme.

 

Buon lavoro a voi allora e buon anno nuovo all’insegna delle produzioni teatrali originali!

 

 

 

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