Interstellar. Non ho paura della morte, ho paura del tempo.

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Oggi, dopo una lunga fase di post-produzione e una totale segretezza che proteggeva sia il film che il cast, esce in tutte le sale d’Italia Interstellar, film diretto da Christopher Nolan (Memento, Inception, la trilogia di Batman), scritto insieme al fratello Jonathan, con un cast “stellare” guidato da Matthew McConaughey con Michael Caine, Jessica Chastain e Anne Hathaway.

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Due ore e 45 minuti dense di informazioni scientifiche, di emozioni, dialogo e di ottimi effetti visivi e sonori. Il film è ambientato in un non lontano e imprecisato futuro, quando il pianeta Terra è ormai agli sgoccioli della sua sopravvivenza. L’agricoltura è stata distrutta, il cibo scarseggia e costanti tempeste di polvere rendono la vita quasi impossibile. McConaughey è il capitano Cooper, ex astronauta tormentato da incubi ricorrenti che gli fanno rivivere la sua ultima tragica esperienza nello spazio. Dismessi i panni di pilota, si ricicla come agricoltore e coltivatore di mais, unico prodotto agricolo sopravvissuto alle intemperie.

Cooper vive in una fattoria con i figli Murph, il cui nome è un chiaro riferimento alla “Legge di Murphy” (interpretata da Jessica Chastain da grande e da Mackenzie Foy da bambina) e Tom (Casey Affleck da grande e Timothée Chalamet da adolescente), aiutato dal suocero Donald (John Lithgow).

Intanto, in un luogo segreto e protetto, un gruppo di scienziati della Nasa, diretti dal professor Brand (interpretato da Michael Caine), insieme alla figlia Amelia (interpretata da Anne Hathaway), continua a portare avanti un esperimento che, spingendo agli estremi le teorie della relatività, della gravità, dei buchi neri, degli intrecci spazio temporali, è alla ricerca di un pianeta in un’altra galassia dove la vita possa essere di nuovo possibile per gli esseri umani.

Questi ricercatori, di cui fa parte anche l’astronauta e scienziato Doyle (Wes Bentley), sfruttando un “whormhole“, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il “Buco di Verme”, chiamato anche ponte di Einstein Rosen, cunicolo spazio-temporale, è una ipotetica caratteristica topologica dello spazio-temporale, una scorciatoia da un punto dell’universo a un altro, che permetterebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale.

Al capitano Cooper viene data la possibilità di intraprendere questo viaggio nell’incognito, con un grande sacrificio da affrontare, lasciare i figli e partire con un manipolo di astronauti per un’avventura che rischia di essere di sola andata. Cooper sceglie di partire, convinto che sia la scelta migliore per il futuro della sua famiglia e di tutto il genere umano. Durante il viaggio nello spazio il tempo passa inesorabile, decenni sulla terra sono poche ore nello spazio. Murph, piena di rancore nei confronti del genitore, che, contro il suo volere parte lasciandola al suo destino, è intanto cresciuta, è un’astrofisica che vive in un mondo che peggiora, sempre più privato di aria e cibo.

Nel film troviamo anche un personaggio chiave, l’astronauta Dr. Mann, interpretato dall’attore Matt Damon e di cui Nolan ha esplicitamente chiesto di non rivelare l’identità fino all’uscita del film. Il regista ha voluto che l’interpretazione dell’attore Matt Damon avesse come riferimento Kurtz in Cuore di tenebra di Joseph Conrad.

Il film potrebbe dare l’impressione di essere un viaggio alla scoperta di nuove galassie, pianete sconosciuti dove il genere umano, sopraffatto da una catastrofe senza ritorno, potrebbe insediarsi e ricominciare una nuova vita, ma invece l’avventura nello spazio sconosciuto è il contorno alla vera storia:la relazione padre figlia. Il nucleo centrale è la vicenda umana: un padre e il suo senso del dovere per la salvezza del bene più grande, i suoi figli. Lasciarsi per unirsi ancora di più nella distanza. Nella versione originale del copione Murph era un maschio, ma il regista ha voluto una femmina perché secondo lui un padre ha un rapporto diverso con la figlia.

Interstellar è molto accurato dal punto di vista della precisione scientifica grazie alla consulenza di Kip Thorne, il fisico teorico sulle cui ricerche si basano molti aspetti del film e che di esso è stato consulente scientifico.

Tutto nasce da una sua idea originale: prendere un grande astrofisico e dargli accesso a un laboratorio spaziale. All’inizio avrebbe dovuto dirigerlo Steven Spielberg, ma il progetto, successivamente affidato a Nolan, viene modificato. Quest’ultimo non voleva parlare solo di scienza, astrofisica e teorie rivoluzionarie, ma anche e soprattutto di emozioni.

I sogni e le aspettative sono sempre più grandi di noi stessi e occorre rifarsi a qualcosa di più grande di noi: la fede, la scienza, o la voglia di esplorare. Impari a conoscere te stesso solo quando ti abbandoni e ti perdi, riscopri la tua famiglia e la sua importanza solo quando la lasci.
In tutti i film di Nolan è molto importante il concetto di tempo.
Interstellar è però il primo in cui il tempo è veramente parte integrante della storia. Come dice Michael Caine in una scena del film: “non ho paura della morte, ho paura del tempo”.

Il tempo è tangibile soprattutto nella colonna sonora di Hans Zimmer.
La musica fa pensare al ticchettio di un orologio, costante e ripetitivo, ma non per questo fastidioso, potremmo paragonarlo al battito del cuore che cambia a seconda delle emozioni che si stanno vivendo.
Zimmer, prolifico compositore, insignito di molti premi, oltre alla colonna sonora di Interstellar ha composto per Nolan anche quelle di Inception, Il Cavaliere Oscuro e Il Ritorno del Cavaliere Oscuro.

Nolan, regista visionario, ha rinnovato più di ogni altro la cinematografia contemporanea, misurandosi questa volta con uno sci-fi. Il progetto entrò in fase di pre-produzione nel 2006, quando la Paramount Pictures annunciò che Steven Spielberg avrebbe diretto un film di fantascienza basato su un trattato del Fisico-teorico Kip Thorne.
A Jonathan Nolan venne affidato l’incaricato di stendere la sceneggiatura del progetto.
Nei successivi anni però il progetto resta in fase di stallo, finché nel gennaio del 2013 la Warner Bros e la Paramount Pictures negoziano un accordo per far dirigere il film al regista londinese.

Le riprese sono iniziate il 12 agosto 20011 in Canada e proseguite in Islanda e California. Per la prima volta nei film di Christopher Nolan il direttore della fotografia non è Wally Pfister, ma Hoyte Van Hoytema.

Per motivi di sicurezza e di privacy, il progetto è stato filmato col titolo di lavorazione Flora’s Letter. Le riprese generali del film si sono concluse il 19 dicembre 2013.
Nolan afferma che il pubblico potrebbe non capire il film, ci sono molti passaggi complicati, ma la cosa importante per lui è divertire seguendo il viaggio emotivo dei personaggi.
Lasciare il pubblico confuso è un rischio ma se la gente viene coinvolta emotivamente ci sono più probabilità che segua l’arco della storia, mentre se si punta tutto sul livello intellettivo la perdi.

Un padre che deve lasciare i figli conferisce l’aspetto emotivo.

Lo scopo del regista è far capire che potrebbe arrivare la fine dell’umanità e Matthew McConaughey, con la sua interpretazione ed il suo carisma, trascina il pubblico nel suo viaggio tra spazio e tempo.

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