Nel prossimo fine settimana, dal 31 Maggio al 3 Giugno, si svolgerà “Boramata” ovvero la Festa della Bora.
Come anteprima si è tenuto, martedì pomeriggio, al Caffè San Marco di Trieste, un incontro con la fotografa Joan Sullivan, intervistata da Federica Purgatori.
Chi è Joan Sullivan?
Joan Sullivan è una fotografa canadese, precisamente del Quebec.
Nella prima metà della sua vita la Sullivan ha lavorato in ambito medico e precisamente nella lotta all’Aids/Hiv in Africa.
Da quell’esperienza è maturata la passione per la fotografia che le è stata trasmessa dal padre, architetto e fotografo che le ha insegnato come questa non sia altro che “lo studio della luce”.
Dagli inviti del padre a notare la luce in particolari occasioni è nata la passione dell’artista che non ha mai frequentato la scuola d’arte o intrapreso un percorso di formazione artistico.
Il suo lavoro, ci ha raccontato durante l’incontro, è nato quasi per caso dieci anni fa ma si è rivelato il migliore della sua vita.
Alcuni cenni sul suo lavoro
Il confronto con la Sullivan di martedì si è focalizzato sul suo lavoro di fotografia di quelle che sono chiamate energie rinnovabili: energia eolica e solare in particolare.
Da anni Joan è infatti impegnata nel documentare la realizzazione di questi impianti energetici, questo momento di transizione della nostra società e nel parlare del cambiamento climatico in termini positivi.
Il suo obiettivo è quindi sedurre attraverso la fotografia mostrando un possibile futuro post carbonio.
La mia arma è la macchina fotografica e la mia musa è il vento
Boramata
Boramata che si può anche definire Festa della Bora si svolgerà nella città di Trieste dal 31 Maggio al 3 Giugno, coinvolgerà varie parti della città nonché vari musei (in concomitanza con la giornata dei piccoli Musei, 3 Giugno) e quest’anno girerà attorno al tema della fotografia.
Due gli eventi e i luoghi su cui è stata richiamata l’attenzione: il primo è il Museo dell’Ex Lavatoio (S. Giacomo) e la visita nel quartiere che si svolgerà nei giorni della manifestazione.
Il secondo è lo Speleovivarium che offrirà un percorso speleologico nelle “grotte che soffiano”.
In più, Venerdì 1 Giugno in Piazza Ponterosso a Trieste si svolgerà la presentazione di “Dove soffiano i venti selvaggi” di Nick Hunt, che tra gli argomenti tratta anche la Bora.
Il museo della Bora
Il magazzino dei venti è stato inaugurato nel 2004, da un’idea di Rino Lombardi, studioso di questo vento.
Più che un museo, è uno spazio curioso. È il laboratorio, la vetrina di un’idea: quella di creare a Trieste il Museo della Bora e del Vento. La bora è una delle caratteristiche più famose della città, e merita di essere celebrata in un posto speciale che prima o poi nascerà. Questo luogo vuole essere un “museo in progress” per prendere confidenza con il Progetto Bora Museum®, in una dimensione intima e raccolta. È il museo “in piccolo“.
Ci sarebbe molto altro da raccontare su Joan Sullivan, sul prossimo libro che si svilupperà intorno ai ritratti degli operai, “del volto umano” del cambiamento che sta avvenendo, sul ruolo fondamentale che avrà l’architettura e su molto altro ancora.
Invito chi volesse scoprire qualcosa di più su di lei a guardare il trailer del suo documentario Living on the Edge, qui sotto, o di seguire il suo profilo Instagram qui.
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