Sabato 14 aprile, alle 21 al Teatro Torti di Bevagna debutta la nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria IL RACCONTO D’INVERNO di William Shakespeare.
Andrea Baracco, uno dei registi più interessanti della scena italiana, riconosciuto e apprezzato anche per le sue apprezzate messinscene di opere shakespeariane, dirige gli attori della Compagnia dei Giovani del Teatro Stabile dell’Umbria, Mariasofia Alleva, Luisa Borini, Edoardo Chiabolotti, Jacopo Costantini, Carlo Dalla Costa, Giorgia Filippucci, Silvio Impegnoso, Daphne Morelli, Ludovico Röhl.
Grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, la scena e i costumi sono realizzati dagli allievi del corso di scenografia, tenuto dalla docente Marta Crisolini Malatesta.
Dopo Bevagna le recite dello spettacolo proseguiranno al Ridotto del Teatro Morlacchi, nell’ambito del Perugia Teatro Festival, da martedì 17 a venerdì 20 aprile, alle 21.
Il racconto d’inverno, insieme a Pericle, Cimbelino e La Tempesta, fa parte dell’ultima fase della produzione shakespeariana; questi testi vengono solitamente definiti come “Drammi Romanzeschi”. Senza voler nulla togliere a questa definizione, mi piace pensare che Il racconto d’inverno sia una favola nera, raccontata da un ragazzino di otto anni, il principe Mamilio, che ha per protagonisti due re, una regina, un vasto gruppo di nobili, un orso affamato, un furfante, una principessa che crede di essere una contadina, un principe che vorrebbe essere un pastore, una dama di compagnia che si mette al posto di un re, una statua di marmo che inaspettatamente prende vita; e poi balli pastorali e feroci processi a corte, morti improvvise e resurrezioni, mari in tempesta e cieli cristallini, tremende gelosie e ravvedimenti improvvisi. In definitiva, se Il racconto d’inverno fosse scritto oggi da un autore contemporaneo, correrebbe il rischio di essere liquidato come un’opera mancata, velleitaria, una specie di pastiche in cui si sovrappongono, in maniera assai poco ordinata, tragedia, commedia, farsa e dramma pastorale. La potenza di questo testo in realtà risiede proprio nel suo non volersi chiudere in un’unica, definitiva forma; nel suo essere una sorta di mostro a tante teste e dalle molte lingue, pieno di spazi bianchi e salti temporali, che obbliga il lettore e quindi poi lo spettatore ad abbandonarsi e lasciarsi sedurre dal gioco favolistico. Bisogna proprio voler ostinatamente credere all’incredibile se si vuole entrare tra le maglie di questo testo incandescente; testo in cui ricorrono molti temi tipicamente shakespeariani ma potenziati o comunque declinati in modo del tutto originale. L’esempio di Leonte è emblematico. Il Re di Sicilia è posseduto dal veleno della gelosia, di certo non meno di quanto lo sia Otello; la differenza, straordinaria direi, tra questi due personaggi, risiede nel fatto che Leonte, a differenza del suo più noto collega, non ha al suo fianco uno Iago pronto ad iniettargli il veleno, ma sembra quasi aver inglobato in sé quello straordinario personaggio; in definitiva Otello e Iago trovano la loro sintesi perfetta in Leonte, “smisurato” protagonista; così come sono smisurati protagonisti tutti gli altri personaggi di questo testo, che donano all’attore quella complessità dell’umano con cui ha l’obbligo di misurarsi.
La prevendita dei biglietti viene effettuata, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13, presso l’Agenzia n°2 dell’Unicredit, in Via Mario Angeloni 80 e dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13,30 e dalle 17 alle 20, il sabato dalle 17 alle 20, al botteghino del teatro Morlacchi.
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it e presso il Piccadilly Box Office di Collestrada.