Dopo l’esordio a Borgio Verezzi la scorsa estate e le prime date nel mese di Gennaio, debutta anche a La Contrada- Teatro Stabile di Trieste, “Il Malloppo”.
Per la regia di Francesco Saponaro, scene di Luigi Ferrigno e costumi di Anna Verde, questa produzione La Pirandelliana vede in scena la squadra perfettamente assortita e caratterizzata da Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro, protagonisti insieme a Giuseppe Brunetti e Davide Cirri.
Dov’è il Malloppo?
Dopo una prima replica giovedì 1, andrà in scena fino a domenica 4 febbraio il terzo spettacolo che in questa stagione compone un mini filone nel cartellone dedicato al noir.
Al noir, al mistero e all’investigazione. Con una spiccata presenza del black humour prettamente britannico.
Il Malloppo di Joe Orton è una dark comedy dai toni farseschi e dalla comicità dissacrante. Il dialogo serrato, iperbolico e surreale, mutuato dal teatro dell’assurdo mette in campo una critica spietata alla società inglese degli anni Sessanta.
Insomma si ride, tanto, e di tutto. Dalla famiglia alla religione.
l rituale della celebrazione funebre e del matrimonio, il fideismo religioso, la legalità e la giustizia vengono spogliati del loro significato profondo per lasciare spazio ai desideri morbosi che le convenzioni borghesi vogliono reprimere e tenere nascosti.
McLeavy è un padre di famiglia timorato di Dio, morigerato e conformista, vedovo da appena tre giorni. Hal è il figlio degenere che sogna di investire i profitti illeciti in un casino di appuntamenti. Dennis, impiegato in un’agenzia di pompe funebri, è il complice del furto in banca con scasso con il suo amico d’infanzia Hal. Fay è una scaltra infermiera senza scrupoli che ha fatto fuori sette mariti ed è sempre a caccia di sistemazione.
Truscott è un poliziotto sui generis, abile nell’arte del travestimento, garante della legge ma tronfio di aggressività e nonsense. E poi c’è il corpo imbalsamato della defunta signora McLeavy che viene sballottata di qua e di là insieme alla refurtiva.
Non soltanto comicità ma anche riflessioni sulla società: seppur scritto e ambientato negli anni Sessanta è decisamente e altamente attuale, anche negli scontri generazionali.
Riusciranno i nostri criminali a non farsi scoprire? A occultare il malloppo prima di essere scoperti e arrestati? E soprattutto: vinceranno, come quasi sempre, i “buoni?”